Dapprima viene individuato come sede del Museo un frantoio ipogeo
restaurato; in seguito, e in modo più pertinente, lo stabile, anch'esso
restaurato, adiacente al frantoio. La realizzazione del Museo è stata
possibile per l'intervento della Provincia di Lecce, che ha sostenuto la
spesa per l'acquisto delle attrezzature e l'allestimento degli spazi
espositivi ed ha integrato il Museo stesso nel Sistema Museale
Provinciale. Il Comune ha curato la ristrutturazione dello stabile di
sua proprietà, in Via Vittorio Veneto, dove ha sede il Museo. Musei
della Radio non mancano in Italia; quello di Tuglie è quasi un'eccezione
nell'Italia meridionale. Questo ne può fare un polo d'attrazione sia per
l'attenzione che sollecita verso uno storico ed ancor vivace versante
della comunicazione, sia come felice risorsa didattica per il mondo
della scuola. Esso può stimolare anche la curiosità del turista che,
giunto qui attratto dalla naturale bellezza di questa terra, trova
anche, tra tante altre, un'occasione ulteriore di "turismo culturale". I
materiali che il Museo espone e conserva sono di notevole pregio e
costituiscono un affascinante percorso nel mondo sempre in movimento
della storia della radiofonia. La collezione Micali risulta coerente e
continua; documenta quasi senza lacune l'evoluzione dei sistemi di
trasmissione e di ascolto e consente di ricreare un itinerario
storicamente e culturalmente fondato. Dal trasmettitore telegrafico
automatico Edison (USA, 1893) ai ricevitori a galena o a quelli degli
anni dal 1920 al 1960-70, i pezzi confluiti nel Museo e là ordinatamente
esposti narrano un pezzo di storia della civiltà e della tecnica grazie
al quale si è giunti all'odierna velocità e complessità nel territorio
delle comunicazioni. Nella dotazione del Museo è anche un settore
bibliografico (libri e riviste) riguardanti storia e tecnica della
comunicazione radiofonica. Un settore che verrà incrementato per
costituire una sezione "specializzata" di Biblioteca del Museo della
Radio.
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