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Chissà
come sarà nel 2011… |
Sicuramente
questo pensò Ambrogio Piccioli nel primo pomeriggio del lontano 8
Dicembre 1911, quando tornò a casa per pranzare con la famiglia nel
giorno dell’Immacolata, dopo aver assistito all’inaugurazione della
ferrovia con annessa stazione nella propria Tuglie.
Chissà com’era nel 1911...Più che una domanda è un pensiero che mi torna
in mente assai di continuo pensando a 100 anni fa, quando Ambrogio
Piccioli apriva per la prima volta quel simpatico edificio a due piani,
situato nell’attuale Piazzale Melica, e vedeva sbucare per la prima
volta un muso nero accerchiato di fumo e seguito da carrozzine più che
carrozze.
E si, proprio lui, quel vecchio e sempre ridente immobile, quest’anno
compie il suo secolo di vita, assieme ai suoi binari ed alla sua
inseparabile “Piccola”…Un “agglomerato di cose” che per i tugliesi porta
il nome di Stazione.
Per come è concepito, quel luogo mi fa pensare, un po’ in grande lo
ammetto, alla Piana di Giza in Egitto, dove la Sfinge e le Piramidi
rappresentano un’importante tappa della civiltà umana. A questo punto
potreste anche chiedervi: “Che centrano le piramidi con la stazione?”.
Provate un po’ a ridurre le distanze tra i due luoghi attraverso il
pensiero…Il connubio tra i due luoghi è dato dalla Sfinge da una parte e
dalla Piccola dall’altra; la Sfinge infatti sorveglia le Piramidi da
migliaia di anni mentre nella preziosa Tuglie, la Piccola sorveglia la
Stazione da appena (si fa per dire) cento anni. E’ curioso
l’accostamento vero? Però se aldilà del Mediterraneo la Piana di Giza
conserva (come citato poco fa) un’importante tappa della civiltà umana,
a Tuglie succede che Piazzale Melica tutela un pezzo di storia della
comunità tugliese.
Ma torniamo a noi e a quel pensiero…Chissà com’era nel 1911…
Negli ultimi anni, in seguito a frequenti e numerosi studi sul tema, ho
notato un crescente aumento dell’insensibilità tipicamente salentina
attorno ad una rete ferroviaria che per anni ha rappresentato l’aiuto
per le popolazioni di questa terra e che ora viene vista come un
qualcosa di inutile che potrebbe sparire in qualsiasi momento, però guai
a chi la tocca perché è pur vero che non viene usata, però è ormai un
tesoro a cui tutti tengono. Succede proprio questo nella nostra Tuglie,
dove molti la considerano superflua ma allo stesso tempo è una miniera
che è stata capace di conservare i tesori di Tuglie quali il Tagliamento
che taglia Montegrappa (da essa stessa creato), dove la rocciosa parete
di tanto in tanto trasuda dell’acqua talmente limpida che è difficile
non assaporarla, d’altronde questa sorgente è stata la fonte d’acqua
anche per mio nonno quando lasciava le fatiche del forno di via Oberdan
per tornare alla propria dimora che era rappresentata dal Casello te le
Mute Terre; e pensare che il percorso era coperto a volte a piedi ed
altre con un motorino, in quanto ormai aveva creato un semplice
percorso, accanto ai binari, utile per raggiungere il paese in pochi
minuti; in questo caso la ferrovia ha assunto le vesti di miniera di
creatività.
Uscendo dal Tagliamento, si trova un panorama sulla Baia di Gallipoli
che esagerando cito per niente inferiore alla vista che offre la cima
del campanile di Montegrappa; poco più avanti ecco il tesoro. In pieno
centro storico infatti, ad appena 100 metri da Piazza Garibaldi, la rete
ferrata, a ridosso del rione S. Lucia, ha conservato ettari di terreno
nei quali da secoli e secoli trovano posto i primi insediamenti rurali
di Tuglie, che rispondono al nome di “Grotte Passaturi”.
Prima di giungere alla stazione però, è opportuno soffermarsi sui ben
cinque ponti ad arco che le maestranze allora crearono per far passare
al di sopra i binari: patrimonio indiscutibile dell’architettura
tugliese…E dire che il primo progetto prevedeva viadotti ad 3 o 5 archi
per sovrastare le Tajate.
Si giunge quindi dapprima al simpatico casello che spadroneggia in Lardo
Fiera, vicinissimo questo a degli elementi di vita tugliese quali la
vecchia scuola elementare ed ora sede della Fidas, il Municipio, la
Villetta, la Chiesa delle Anime; oltre agli elementi di vita è vicino
anche alla casa di coloro che la vita non l’hanno più: il Cimitero,
laddove riposano tanti di quei tugliesi che hanno sperato nella ferrovia
prima, e usato la ferrovia poi, per un futuro migliore; come non pensare
infatti alle partenze per le guerre oppure a quelle per il nord
Italia…Come non pensare a ciò che la ferrovia, nel corso di questo
secolo, ha rappresentato per la nostra Tuglie.
Con questo presupposto, ho deciso di celebrare 100 anni della ferrovia a
Tuglie.
Così, grazie all’aiuto dell’instancabile e tesoro di saggezza Lucio
Causo, nel Novembre scorso ho proposto al Sindaco, Prof. Daniele Ria,
l’idea di celebrare la ricorrenza e, appena ho accennato il discorso, il
primo cittadino ha accolto subito il nostro artificio, dando il via
all’iter organizzativo. Poco dopo abbiamo proposto l’iniziativa anche al
comitato festa patronale, per inserirla nel programma dei
festeggiamenti, soprattutto per la parte riguardante il corteo
inaugurale; proprio dal corteo inaugurale mesi fa partì la mia
idea…Perché non far partire il corteo dalla stazione con l’arrivo del
Treno Storico, anziché del solito ritrovo al Municipio?
I ragazzi del comitato, capeggiati da Giuseppe De Santis, non potevano
di certo rinunciare a qualcosa di originale per il paese (e la festa
targata 2011 ha calcato proprio l’originalità)…
Dopo questi due incontri, il programma, come per miracolo, l’avevo già
scritto in mente passo per passo e non nascondo che l’unica volta che
l’ho messo nero su bianco è stato solo per proporlo a comitato,
Amministrazione comunale e Ferrovie Sud Est.
Passano le settimane e con esse anche le festività natalizie, dopo le
quali sarei dovuto tornare alla carica ma, causa intensa attività
lavorativa, mi ritrovavo, nelle ore serali, a parlare e non agire.
Una sera di quelle, era il 21 Gennaio, guardai il calendario e notai che
mancavano esattamente 70 giorni all’apertura della festa patronale.
Apparentemente possono sembrar molti ma vi assicuro che sono volati in
un niente.
Con l’AISAF di Lecce (Associazione che gestisce il Museo Ferroviario
della Puglia), abbiamo cosi contattato le Ferrovie Sud Est per chiedere
come loro intendessero procedere ed il primo passo risultò essere la
richiesta ufficiale, da parte dell’Amministrazione comunale, indirizzata
all’Ing. Luciano Rizzo (Direttore d’esercizio delle FSE), nella quale
venivano chiesti il Treno Storico “Salento Express”, le vetture adibite
a mostra sulle quali è allestita la raccolta fotografica di Nancy Motta
“FSE. Lungo il binario del cambiamento”, quest’ultime trainate da una
seconda locomotiva storica proveniente da Bari, già protagonista della
fiction RAI “Mia Madre”, del regista Ricky Tognazzi, andata in onda
televisiva nel Novembre scorso…Credetemi, in questo momento che scrivo
mi stanno venendo i brividi, perché mentre vedevo quella loco in tv
pensavo: “Chissà se sarà mai a Tuglie”.
Improvvisamente mi ricordo che al Museo di Lecce sono conservate le
tavole raffiguranti i progetti originali dell’intera ferrovia da Nardò
Centrale a Tuglie, redatte nel 1907 dall’Ing. De Pace e mai realizzate
(almeno per la parte riguardante Tuglie), grazie all’operato di Ambrogio
Piccioli che si battè per modificare il tracciato e spostare la stazione
in paese, la quale inizialmente era prevista sulla collina in contrada
Santi Cosimi.
Attorno a quei progetti quindi, decisi di creare la mostra foto-storica
“La ferrovia di tuglie, 1911-2011”. Il problema però era dove allestirla
ed allora mi misi in contatto con l’Ing. Rizzo, discutendo l’idea e
proponendo la sala d’attesa o un vecchio carro merci. Il giorno dopo
ricevo la telefonata del Sig. Mariano, responsabile FSE della sede di
Lecce, il quale mi propone la Piccola.
Di fronte a tale proposta era difficile rinunciare; mi trovai costretto
a farlo però quando, in seguito ad un sopralluogo fatto con i vari
responsabili ferroviari e comunali, notammo l’inagibilità della
struttura.
Quindi, in seguito al sopralluogo, il tutto era finalmente ben definito
con la mostra foto-storica collocata nella sala d’attesa.
I giorni precedenti alla manifestazione erano un continuo e piacevole
stress, nei quali mi vedevo saltare tra lavoro, comune, museo di Lecce e
stazione di Tuglie. La paura di dimenticare qualcosa nell’allestimento
era veramente tanta e mi vidi costretto a scrivere su un semplice foglio
di carta, tutto ciò che dovevo fare, dall’allestimento della mostra,
alle bandiere in stazione, dai fari per l’illuminazione alle transenne,
ecc.
Arriva quindi il 26 Marzo…Sveglia alle 5.30 e via dritto per seguire il
treno mentre da Lecce partiva per raggiungere Tuglie; la paura di un
eventuale guasto era veramente tanta, ve lo assicuro! Fortunatamente
però, il tutto fila liscio e dopo tutto ciò che ho passato, dopo anche
una riparazione fatta alla locomotiva in seguito ad un guasto che ne
pregiudicava la partenza del 29 Marzo, posso dire di essere fiero di
essere un tugliese.
Mi scuso se dimentico qualcuno, ma ci tengo a ringraziare chi mi ha
aiutato nell’impresa e cioè Lucio Causo, l’Avv. Francesco Capezza, il
sindaco di Tuglie Prof. Daniele Ria e l’Amministrazione comunale, Piero
Rocca e Fabio Ciullo (una coppia infallibile), Giuseppe De Santis ed i
componenti del comitato festa (spero che restino a lungo), gli amici
dell’AISAF, l’Ing. Luciano Rizzo e Donato Mariano, Nancy Motta, Massimo
Gianfreda, Oliviero Calò, Gino Stamerra e Giovanni Boellis (mi scuso
ancora per il trambusto), il capostazione di Tuglie Paolo Marzo, Dario
Scorrano (immensa la sua fatica per il plastico), Felice Campa (che
ancora lavora…), la mia ragazza (non è facile sopportarmi ed aiutarmi in
certe situazioni), mio nonno che anche da lassù riesce a guidarmi.
Qualcuno adesso potrebbe chiedermi: “Ma c’è qualcosa che è andato
storto?”. In verità no. L’unico rimpianto che avevo era dato dal fatto
che le bande non hanno potuto accogliere il treno storico sotto le note
musicali ma credetemi, eravate davvero tanti quel giorno in stazione e
non c’era praticamente posto dove collocare i musicisti.
A tutti quei 1300 visitatori totali, va il mio più sentito grazie, anche
voi insieme a me potrete dire: |
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Testi e foto
di |
Luigi
Mighali |
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