Non una festa qualunque, ma la messaggera di tutte le feste. Messaggera che porta alberi in fiore, cieli che dispiegano la loro favolosa azzurrità, respiro mite della stagione che si annuncia, odore di primavera per le vie e nel cuore, festa di giovinezza, festa di speranze e di amori, di attese e di compimenti… La festa, ecco! e quando dite “la festa” non potete sbagliare, perché la festa unica è proprio “quella”, non altra: quella che più si attende, quella che più si desidera, quella che si vuole più riuscita. Quella che la tradizione povera dei paesi rallegrava con l’acquisto d’un vestito nuovo da sfoggiare nella luce del sole o sotto quella delle luminarie: per far sentire che un cambiamento si avvertiva e andava sottolineato anche nel vestire. Festa della gioventù, che si spandeva per le vie del paese e godeva di ammirare e d’essere ammirata. Il passaggio delle bande per le vie era una forma di annunzio, altrettanto gradito e felicemente presago di un cambiamento, come quello che un angelo portava a una fanciulla in un tempo remoto prolungatosi fino a noi, alla nostra devozione. Bisognava rallegrarsi perché una promessa si adempiva, il sogno di riscatto dell’umanità trovava il suo giusto adempimento. Perciò i suoni, perciò le luci, perciò l’allegria per le case e le strade, e il pranzo speciale, la tavola apparecchiata degnamente anche per parenti ed amici, il soffio di allegria che spirava continuo lungo la giornata… E il rumore dei botti, lo sparo a festa, le nuvolette nell’aria tersa della primavera appena ritornata, la solennità della processione, i colori rinnovati, la freschezza del sorriso dei bambini, la chiassosa allegria delle giostre, la piacevole confusione delle bancarelle con la loro varia mercanzia, gli incontri per la strada, il piacevole sostare intrecciando lieti colloqui con amici e conoscenti… La festa che riunisce, la festa che sempre – un po’ per gioco un po’ per certe novità – un poco sbalordisce o incanta. La memoria riserverà un angolo speciale a questa festa, alla giovinezza che la anima, all’attesa con la quale si fa desiderare ogni anno. Inginocchiata senza stanchezza sulla propria attesa, la Madonna partecipa dell’allegria generale. Non è forse per lei che si fa festa? E l’angelo, reduce dalla sua missione, potrà riferire tutto quello che ha visto: le novità, il fervore, il travaglio dell’organizzazione, il sorriso di chi si è prodigato perché tutto riuscisse a puntino. Sapranno anche lassù che in un piccolo paese c’è stata una grande festa, e parteciperanno alla gioia di chi l’ha preparata, di chi l’ha vissuta.
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