La circolazione
generale dell'atmosfera |
L'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre rispetto al piano
dell'orbita apparente che il Sole compie intorno alla Terra in un
anno, fa sì che le zone equatoriali ricevano durante l'anno una
quantità di calore dal Sole superiore a quella riemessa verso lo
spazio.
Al contrario ai Poli il bilancio tra calore ricevuto e calore perso
è negativo. Sulla base di queste indicazioni, si potrebbe arrivare a
concludere che la temperatura media all'Equatore è in continuo
aumento, mentre ai Poli è in graduale diminuzione. Invece tutto ciò
non accade: la temperatura media all'Equatore o ai Poli non presenta
una netta tendenza all'aumento o al calo. Questo significa che deve
esistere un metodo per ridistribuire il calore che la Terra riceve
dal Sole.
Gli oceani e l'atmosfera sono i due mezzi tramite i quali il calore
viene trasportato dalle zone equatoriali a quelle polari.
Il primo modello che cercò di spiegare come avviene tale trasporto è
noto come circolazione di Hadley, dal nome del fisico che per primo
lo introdusse nel 1735. In tale modello si fa l'ipotesi di poter
trascurare la rotazione terrestre, che comporta in realtà
sostanziali variazioni al modello di Hadley.
Il calore assorbito dalla Terra intorno all'Equatore scalda le masse
d'aria soprastanti, le quali, dilatandosi, diventano meno dense, più
leggere e salgono verso le alte quote della troposfera. Questa
risalita d'aria genera alle basse quote una zona di bassa pressione,
mentre in quota l'apporto di aria dagli strati sottostanti crea una
zona di alta pressione.
Ai Poli invece il bilancio termico negativo genera un raffreddamento
dell'aria che, più densa, si porta dagli strati superiori, dove si
crea una zona di bassa pressione, verso il suolo, dove al contrario
si genera un'alta pressione. Quindi al suolo masse d'aria fredda
vengono spinte dall'alta pressione polare verso la bassa pressione
equatoriale, mentre in quota aria calda viene spinta dalle alte
pressioni equatoriali verso le basse pressioni polari. Questo
modello teorico è sì in grado di spiegare la ridistribuzione del
calore, ma non rispecchia ciò che accade nella realtà, dove non si
osserva una circolazione delle masse d'aria tra i Poli e l'Equatore
lungo i meridiani, come descritto. La rotazione terrestre ha infatti
l'effetto di deviare verso destra le masse d'aria in movimento
nell'Emisfero Boreale e verso sinistra quelle nell'Emisfero Australe
(in fisica questa spinta verso destra o sinistra prende il nome di
forza di Coriolis).
La deviazione delle masse d'aria dà all'atmosfera terrestre una
dinamica differente da quella prevista da Hadley, dinamica che va
sotto il nome di circolazione generale dell'atmosfera. Così le masse
d'aria, dopo essere salite in quota all'Equatore, non riescono ad
arrivare fino ai Poli: intorno ai 30° di latitudine riscendono verso
il suolo, dando origine a una fascia di alte pressioni subtropicali,
in corrispondenza delle quali si trovano i deserti più estesi del
pianeta. Intorno ai 60° gradi di latitudine si trova invece una
fascia di basse pressioni, dove l'aria sale fino alle quote
superiori, per poi raggiungere i Poli.
A questa fascia di basse pressioni appartiene ad esempio il Ciclone
d'Islanda, che è tra i principali responsabili delle condizioni
meteorologiche sull'Europa. Questo modello, che rispetto al quello
di Hadley trova effettivamente riscontro nelle osservazioni, non va
però inteso come immobile: quella descritta è solo una situazione
media. Non è infatti raro che il Ciclone d'Islanda si spinga con
profonde saccature fino alle latitudini del Mediterraneo o che
l'Anticiclone delle Azzorre raggiunga le isole britanniche.
L' atmosfera non è altro che l'ivolucro gassoso che ricopre la Terra
e si estende in altezza per centinaia di chilometri e rappresenta
una protezione al nostro pianeta moderandone la temperatura e
schermando le radiazioni e le particelle dannose provenienti dallo
spazio esterno.
La densità dell'aria che costituisce l'atmosfera non è uniforme, ma
diviene sempre meno densa quanto più si sale in quota. Il 99%
dell'aria è compresa nelle quote inferiori ai 32 Km, mentre solo il
rimanente 1% è distribuito nelle centinaia di chilometri della
fascia superiore.
In uno schema semplificato essa può essere suddivisa in cinque
strati: troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera ed esosfera.
La Troposfera è lo strato d'aria in cui viviamo. Il termine "
Troposfera " significa "sfera della turbolenza", poiché i principali
fenomeni meteorologici e tutte le tempeste grandi e modeste
avvengono in questo strato. In essa la temperatura diminuisce
regolarmente con l'altezza secondo un gradiente termico che in media
vale 0,6 °C ogni 100 m di ascesa. Il motivo di questa diminuzione è
dato dal fatto che l'aria è sostanzialmente trasparente alla
radiazione solare visibile e non viene riscaldata dall'alto
direttamente dai raggi solari, ma dal basso, grazie al calore emesso
dal suolo e dalle acque superficiali riscaldati a loro volta dal
Sole. La distribuzione verso l'alto del calore avviene ad opera di
correnti convettive: l'aria calda si solleva lasciando il posto a
quella fredda che tende a spostarsi verso il basso.
Il cielo della troposfera appare blu perché l'aria e le particelle
di polvere che vi si trovano diffondono la luce bianca del Sole in
maniera da deviare verso la nostra linea visiva le radiazioni
azzurre. Il ciclo blu, però, non si estende in profondità nello
spazio, ma costituisce, insieme alle nuvole, un fenomeno che si
produce solo nella troposfera.
Nella porzione più alta di questo strato si muovono, ad elevate
velocità, venti che prendono nome di "correnti a getto".
L'altezza della troposfera varia da 16 Km all'equatore a poco più di
8 Km ai poli; nelle latitudini intermedie si aggira sugli 11-12 Km.
Al limite superiore della troposfera, definita con il termine di
tropopausa, la temperatura, che raggiunge i 60 °C sotto lo zero,
cessa improvvisamente di scendere con l ' aumentare dell'altitudine,
qui ha inizio la stratosfera.
La stratosfera si estende fino ad una quota di circa 50 Km sul
livello del mare. In essa l'aria è pressoché priva di umidità e
senza nubi; i venti diminuiscono con l'aumentare dell'altitudine e
non vi sono correnti ascendenti e discendenti o tempeste. La
temperatura si mantiene intorno ai -60 °C fino ad una altezza di
22-23 Km, qui comincia ad aumentare giungendo a 0 °C alla quota di
50 Km che delimita la parte superiore della Stratosfera e che prende
il nome di Stratopausa. Nella stratosfera, ad una altezza di 35 Km,
c'è una molecola particolare dell'ossigeno, l'ozono (l'ossigeno
presente nell'aria che respiriamo ha una molecola costituita da due
atomi, O2 , mentre quello dell'ozono ne presenta 3, O3). La fascia
di ozono assorbe la maggior parte della radiazione ultravioletta
proveniente dal Sole; in seguito a ciò essa si riscalda, riscaldando
a sua volta la parte di atmosfera più vicina. L'ozono protegge,
perciò, gli organismi viventi dell'azione letale che avrebbero
queste radiazioni se riuscissero a raggiungere indisturbate la
superficie terrestre. Una parte, però, vi giunge ugualmente e ad
essa si deve l'abbronzatura della pelle, la prevenzione del
rachitismo e l'uccisione dei batteri.
La mesosfera (sfera intermedia) si estende dalla stratopausa fino a
circa 80 Km. In essa la temperatura diminuisce con l'altezza fino a
toccare valori bassissimi di circa 90° sotto zero a livello della
mesopausa, quindi la termosfera.
La fascia superiore della mesosfera, la Termosfera (sfera del
calore) si estende da 80 a circa 570 Km sul livello del mare. Essa è
così chiamata perché la temperatura vi aumenta rapidamente con
l'altezza e al di sopra di 200 Km subisce ampie variazioni in
rapporto all'attività solare, passando da valori di circa 60 °C,
quando il Sole è in quiete, a valori oltre tre volte superiori nei
periodi di massima attività solare, toccando anche i 2000 °C.
Nella termosfera vi è uno strato, la cui posizione cambia,
spostandosi più in alto o più in basso sotto l'effetto del Sole,
detto ionosfera (sfera elettricamente carica). In essa le molecole
dell'aria assorbono i raggi X ed i raggi ultravioletti provenienti
dal Sole caricandosi elettricamente, ossia diventano ioni. La
ionosfera è importante nelle comunicazioni radio perché i suoi ioni
riflettono verso la terra le onde radio consentendo loro di
viaggiarvi intorno. Gli spettacoli delle aurore boreali ed australi
hanno origine nella ionosfera: in essa le particelle cariche emesse
dal suolo colpiscono gli atomi e le molecole della ionosfera
facendoli diventare luminosi.
Nella termosfera l'aria è estremamente rarefatta, circa 10 milioni
di volte più rarefatta di quella al livello del mare, ma nonostante
ciò offre un attrito sufficiente a polverizzare la maggior parte dei
meteoroidi che vi entrano, facendo da schermo di protezione alla
terra.
L 'esosfera comincia ai limiti della termosfera e si estende per
migliaia di chilometri, sfumando via via. L'aria è così rarefatta
che le molecole possono percorrere enormi distanze senza urtarsi fra
loroL' atmosfera non è altro che l'ivolucro gassoso che ricopre la
Terra e si estende in altezza per centinaia di chilometri, sfumando
nello spazio, e rappresenta una cortina che protegge il nostro
pianeta moderandone la temperatura e schermando le radiazioni e le
particelle dannose provenienti dallo spazio esterno.
La densità dell'aria che costituisce l'atmosfera non è uniforme, ma
diviene sempre meno densa quanto più si sale in quota. Il 99%
dell'aria è compresa nelle quote inferiori ai 32 Km, mentre solo il
rimanente 1% è distribuito nelle centinaia di chilometri della
fascia superiore. Nell'intento di mettere in rilievo le differenze
di temperatura, composizione chimica, pressione ed altre proprietà,
tipiche delle diverse quote, l'atmosfera viene suddivisa in vari
strati sovrapposti. In uno schema semplificato essa può essere
suddivisa in cinque strati: troposfera, stratosfera, mesosfera,
termosfera ed esosfera.
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