L’aria si muove perché la superficie terrestre viene riscaldata in modo
diseguale. Al variare della temperatura, varia la densità dell’aria e quindi la
pressione atmosferica, si formano quindi delle forze che tendono a ripristinare
l’equilibrio barico, mettendo in moto l’aria.
Come nella realtà ciò avvenga è piuttosto complesso, perché molte sono le
variabili che entrano in gioco, ma in termini ideali la cosa è piuttosto
semplice. Prendendo a prestito il classico esempio della pentola d’acqua posta
su un fornello, avremo che l’acqua immediatamente sopra la fonte di calore si
riscalda e dilatandosi diviene più leggera e si porta verso l’alto, determinando
una parziale diminuzione di pressione sul fondo della colonna centrale e un
aumento di pressione in superficie. Si è, in tal modo, creata una disomogeneità
barica tra la colonna centrale, sopra il fornello, e le pareti laterali
(fredde), nascono così delle forze che tendono a ripristinare l’equilibrio
alterato, mettendo in moto l’acqua: dal centro verso le pareti, in superficie, e
dalle pareti verso il centro, sul fondo. Avremo così, quella che, in termini
tecnici, assume il nome di cella convettiva.
Il sistema appena descritto vale pari pari anche in atmosfera ogni qual volta il
sistema di circolazione sia di dimensioni relativamente limitate (a partire
dalle decine di metri fino alle decine di chilometri come nel caso delle
brezze). In termini generici, i moti delienati caratterizzano anche la
circolazione generale dell’atmosfera terrestre, determinata dalla differente
insolazione tra polo ed equatore. Su grandi scale però altri fattori,
conseguenza della rotazione terrestre e della diseguale distribuzione di mari e
terre emerse, divengono importanti, determinando così, ad esempio, la formazione
della fascia dei grandi anticicloni perenni, come l’Anticiclone delle Azzorre,
ma anche di venti superficiali caratteristici come gli alisei.
Le aree più favorevoli all’instaurarsi di celle convettive a piccola o media
scala sono quelle ove il suolo presenta grande varietà per copertura e per
natura (brezze mare-terra), o dove il terreno risulti particolarmente
accidentato (brezze valle-monte), infatti, la variabilità di pendenza crea una
disomogeneità di riscaldamento in conseguenza della diversa esposizione del
suolo ai raggi solari.
Comunque, i moti che si instaurano a piccola scala, come tra città e periferia
rurale o anche tra un campo e il bosco vicino, sono certamente i più frequenti e
quelli che rivestono particolare interesse anche sotto un punto di vista
meteorologico.
Le correnti ascensionali dei moti convettivi a piccola scala, chiamate
tecnicamente termiche, possono spingersi fino ad altezze, anche ragguardevoli, e
sono abilmente sfruttate da uccelli o dai volovelisti per mantenersi in quota a
lungo. In prossimità del suolo, le termiche, sono visualizzate da un curioso
effetto di tremolio dell’aria. Analogamente il "ballo" a cui è sottoposto una
aereo durante le ore più calde dei giorni estivi è dovuto, appunto, alla
presenza di correnti ascensionali, intervallate, nello spazio di poche centinaia
di metri, a correnti discendenti e facenti parte di più celle convettive.
I moti convettivi a piccola scala svolgono un ruolo della massima importanza
negli avvenimenti meteorologici, in quanto, in presenza di aria umida, i rapidi
moti ascensionali danno luogo alla formazione di nubi a grande sviluppo
verticale che portano a piogge a carattere violento (rovesci, temporali…),
eventi caratteristici dei pomeriggi estivi.
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