L'inversione termica è un particolare fenomeno
atmosferico e meteorologico.
Normalmente, all'aumentare della quota altimetrica la temperatura
dell'aria diminuisce, perché, al contatto con il suolo l'aria si
riscalda e tende a diminuire il suo peso specifico e ad alzarsi.
Questo ha come risultato che, una volta riscaldata e salita di
quota, l'aria è sottoposta a una pressione inferiore, essa pertanto
si espande e si raffredda nuovamente. La temperatura del suolo e
quella dell'aria sono dunque in ogni caso strettamente legate.
Durante un'inversione termica accade il fenomeno opposto: salendo,
l'aria si riscalda, invece di raffreddarsi. Ciò può accadere sia in
quota che al suolo.
L'inversione termica genera aria è fortemente stabile, quindi blocca
ogni rimescolamento verticale.
Le inversioni termiche al suolo sono più frequenti durante la
stagione invernale durante i periodi di alta pressione e scarsa
circolazione dell'aria. Durante le notti serene e con assenza di
vento a causa della rapida perdita di calore degli strati prossimi
al suolo si forma un cuscinetto di aria gelida a basse quote.
Durante il giorno i raggi solari non riescono tuttavia a riscaldare
il suolo sia per la loro ridotta inclinazione sia per la corta
durata delle giornate, sia infine spesso a causa della neve che
riflette la luce (fenomeno detto "albedo"), l'aria a contatto con il
terreno si raffredda dunque molto rapidamente, raggiungendo
temperature inferiori rispetto agli strati sovrastanti. La
temperatura risulta quindi più bassa in pianura che in montagna. Il
fenomeno può essere accompagnato dalla formazione di nebbia fitta e
persistente o smog nello strato di aria fredda bloccato a basse
quote.
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