Il Vento non è altro che aria in movimento. Lo studio del
comportamento delle masse d’aria rinvia automaticamente al vento,
non senza porsi alcune domande circa la sua essenza: che cos'è?
perché soffia in questa o in quella direzione? perché può essere più
o meno violento? perché è più freddo o più caldo? quale ruolo
possono giocare le barriere orografiche nei confronti di una massa
d’aria in movimento?
Bisogna considerare fin da subito il concetto di pressione
atmosferica. E chiaro ormai che la nozione di pressione atmosferica
è legata alla nozione di temperatura, essendo chiaro che le masse
d’aria possono essere calde o fredde, quindi più leggere o più
pesanti. Il peso della colonna d’aria su una data località dipende
da temperatura dell’aria stessa. A questo fattore termico si
aggiungono i fattori dinamici: rotazione terrestre, movimento delle
masse d’aria. Si rileva, in ogni caso, che la pressione può variare
sensibilmente da un’ora all’altra, in uno stesso luogo. S’immagina
facilmente come essa sia variabile da luogo a luogo.
Il confronto dei valori di pressione rilevate in differenti punti
della Terra è una delle chiavi per comprendere tutta la
meteorologia. Per fare questo confronto si riconducono prima tutte
le misure a uno stesso livello di riferimento, che è il livello del
mare: si riportano i valori cosi ottenuti su carte apposite e si
uniscono tutti i punti aventi la stessa pressione, appaiono come
delle linee di uguale pressione, chiamate isobare. Tracciate
abitualmente di 5 in 5 millibar le isobare rivelano subito una
conformazione della pressione, con avvallamenti e monti, ben
accostabile alle curve di livello in uso per le carte topografie,
che indicano il rilievo terrestre e le batimetriche delle carte
nautiche che danno preziose informazioni sul rilievo sottomarino.
Il tracciato delle isobare in generale fa apparire sulle carte un
insieme molto complesso di raffigurazioni, in forme talvolta strane
ma in genere riconoscibili. Un certo numero di figure, con forma,
raggio e diametro variabili, dette figure isobariche di alta o bassa
pressione.
Nel caso delle "paludi barometriche", ovvero campi di pressione
livellati, con scarso gradiente barico, i venti tendono ad essere
molto deboli se non addirittura assenti.
Si può rilevare. in particolare che in certi luoghi le isobare sono
circolari e si inseriscono più o meno regolarmente le une nelle
altre. Quando il valore delle isobare diminuisce verso il centro
della figura si è in presenza d’una depressione, cioè di un campo di
bassa pressione. Viceversa, quando il valore delle isobare tende a
salire man mano che ci si avvicina al centro di una figura siamo in
presenza di un campo di alta pressione (anticiclone).
Esso viene innescato da differenze di pressione atmosferica tra due
località ed ha tendenza a convergere dalle zone di alta pressione
verso le zone di bassa pressione.
Il vento si definisce stabilendone la sua direzione di provenienza e
la sua velocità. Due parametri, questi, che consentono di
comprendere immediatamente la sua forza e la sua azione
sull’organismo umano. La velocità del vento può essere espressa in
metri al secondo, in chilometri orari, in miglia orarie o in nodi.
In Italia vengono impiegati i chilometri orari. Da segnalare che
l’unità internazionale è il nodo (1,852 km/h).
Quando i venti (masse d’aria) provenienti da Nord incontrano una
barriera orografica saranno costretti a risalirla; tendono quindi a
raffreddarsi, condensano il vapore acqueo che contengono e .
provocando maltempo sui versanti sopravvento, con cielo coperto,
piogge e nevicate, talvolta anche abbondanti. Un comportamento
meteorologico noto con il nome di Stau, a cui corrisponde, sul
versante opposto, il Fohen. Infatti, risalita la montagna, detti
venti perdono inevitabilmente tutto il loro contenuto in vapore
acqueo. Valicata la barriera montana stramazzano sul versante
opposto, si riscaldano per compressione provocando un sensibile
aumento della temperatura con dissolvimento delle nubi e clima caldo
e secco.
Seguendo lo spostamento dei venti dalle zone di alta pressione a
quelle di bassa pressione, avremo quindi uno spostamento di masse
d’aria.
Le Brezze
Un discorso a parte meritano le brezze, siano esse di mare, di
monte, di lago. Non sono venti sinottici, cioè venti legati ai
grandi sistemi circolatori a vasta scala, tuttavia sono compagni
abituali delle estati mediterranee. Gradevoli e rinfrescanti, esse
smorzano il caldo estivo ed allietano le notti con il loro soffice
alito.
Le brezze di monte e di valle hanno periodicità diurna e si
manifestano più frequentemente nei mesi estivi, con tempo bello e
stabile. Si formano quando l’atmosfera che circonda alternativamente
i rilievi riscalda durante il giorno e si raffredda durante le ore
notturne, più intensamente dell’aria che sovrasta la pianura
circostante, naturalmente a parità di altitudine. Tale alternanza
termica provoca anche contenute oscillazioni della pressione, più
bassa dove la superficie è più calda. Avremo di conseguenza un suolo
più caldo durante il giorno - e superfici marine più fresche - e
l'esatto contrario durante la notte. Poiché i venti tendono a
spirare dalle zone di alta a quelle di bassa pressione, avremo
brezze dirette dal mare verso le zone di terra (spesso
surriscaldate) durante il giorno, dalla terra verso il mare durante
la notte (la superficie marina perde calore in misura assai più
lenta di quella terrestre).
La morfologia del territorio è in grado di produrre particolarità
degne di nota; se ad esempio allo sbocco di una valle si estende
lago sufficientemente grande, le brezze risulteranno entrambe molto
più intense, dato il maggiore contrasto di temperatura, essendo
l’acqua buona conduttrice del calore.
La velocità massima della brezza di mare, alle nostre latitudini, è
variabile tra i 15 ed i 25 Km all’ora; nelle zone tropicali si hanno
brezze di mare più forti, che superano ampiamente i valori di
velocità oraria tipici per le regioni mediiterranee. Può essere
citato l’esempio delle coste Nord-Occidentali dell’Africa dove, a
causa del forte contrasto termico tra la superficie marina (lambita
da Correnti fredde) e la superficie terrestre, si innescano brezze
di mare dal carattere molto forte.
L’altezza fino a cui la brezza di fa sentire può variare a seconda
delle condizioni climatiche dei luoghi ove essa si esprime;
nell’area Mediterranea si spinge fino all’altezza di 500/700 mt
mentre nelle regioni subtropicali può perforare tranquillamente la
quota dei 1000mt. E’ interessante dare qualche informazione sulla
profondità di spinta delle brezze, soprattutto quelle marine, che
nelle nostre regioni possono penetrare l’entroterra fino a 30/40 Km,
mentre nei paesi tropicali fanno sentire il loro effetto fino ai 60
Km.
E' importante conoscere il meccanismo che genera le brezze, visto
che sia quelle di valle sia quelle di mare, iniziano a spirare
all’incirca verso le 9-10 del mattino, raggiungendo una velocità
massima intorno alle 13/14, per poi diminuire lentamente nel corso
del pomeriggio, per esaurirsi del tutto verso le 19. Opposto il
comportamento delle brezze di monte e di terra.
Essere a conoscenza di questa periodicità, che diminuisce o si
inverte solamente nelle giornate di cattivo tempo.
In particolare la brezza di mare, infine, rinfresca ed attenua le
calure estive sulle coste e nell'immediato entroterra, riportando i
valori termoigrometrici su parametri talvolta ottimali.
Il Levante
Il vento di Levante, gelido d’inverno e relativamente fresco durante
il periodo estivo soffia forte su gran parte delle regioni
adriatiche, specie in Abruzzo, Molise e Puglia e sulle altre Regioni
meridionali e sulle isole maggiori quando è presente una zona
depressionaria in modo particolare sul Canale di Sicilia, oppure sul
Nord-Africa.
Attraversando lo Jonio e l’Adriatico si carica di umidità
determinando forti piogge sui contrafforti appenninici oppure
abbondanti nevicate nei mesi invernali fino a quote basse, mentre
sulle coste il cielo può essere moderatamente nuvoloso ma senza
precipitazioni di un certo rilievo (medio e basso Adriatico), mentre
sulle estreme Regioni meridionali e sulle due isole maggiori, le
precipitazioni possono risultare abbondanti anche sulle coste specie
in inverno.
Il Levante è frequente anche sulle coste orientali della Sardegna
apportando umidità attraversando il Tirreno e pertanto
precipitazioni anche abbondanti sui rilievi montuosi
dell’entroterra.
Determina disturbi simili alla bora durante la stagione fredda, allo
scirocco in estate sebbene in forma molto attenuata trattandosi di
un vento umido ma nettamente meno caldo dello scirocco.
La Tramontana
Quando soffia impetuosa la tramontana, vento freddo proveniente dal
Nord, è l’Italia Centromeridionale che soffre di maggiore
instabilità atmosferica, perché al Nord-Italia, a causa della
barriera orografica costituita dalle Alpi, il vento diventa di
caduta (foehn) e le condizioni atmosferiche sono buone.
Al centro e al sud invece la tramontana porta annuvolamenti e
temporali con forti piogge e perfino la neve a quote basse.
Il Maestrale
Il maestrale, vento freddo e umido proveniente da nord-ovest,
interessa le regioni tirreniche, in modo particolare Liguria,
Corsica. Sardegna e Toscana. A volte impetuoso è accompagnato da
cattivo tempo, specialmente in presenza di una zona di bassa
pressione sul medio o basso Adriatico.
La Bora
La bora è un vento molto freddo che soffia relativamente secco in
Valpadana e molto più umido sulle regioni adriatiche. Proviene da
nord-est e cioè dalle gelide pianure dell’Europa orientale con
raffiche anche superiori ai 100 km/h, in modo particolare durante la
stagione invernale e agli inizi della primavera.
Reca con se freddo sul Nord Italia con annuvolamenti sparsi e
nevicate anche abbondanti, sull’Emilia Romagna, le Marche e
l’Abruzzo. che possono perdurare anche qualche giorno, in modo
particolare se contemporaneamente si forma una zona di bassa
pressione sul medio o basso Tirreno.
Il Ponente
Il vento di Ponente di norma colpisce le regioni italiane nel corso
di una configurazione circolatoria isobarica a carattere prettamente
zonale, caratterizzata da bassa pressione al nord e alta pressione
sul basso Bacino del Mediterraneo.
Il Ponente è un vento dunque di provenienza dai quadranti
occidentali, tra 280 e 260 gradi, che si manifesta in modo diverso
sulle varie regioni italiane, a causa dell'orografia molto
variabile.
In Piemonte, per esempio, è un tipico vento di caduta.
Sulle rimanenti regioni della Valpadana invece, più si va da ovest
verso est, più si carica di umidità e pertanto diviene meno caldo o
più fresco a seconda della stagione.
Sulle coste tirreniche trasporta spesso perturbazioni atlantiche di
una certa importanza con precipitazioni di norma sotto forma di
rovescio o a carattere temporalesco.
Sulle regioni adriatiche invece arriva molto meno violento, a causa
della protezione della catena appenninica e pertanto le forme
croniche ne risentono meno.
Può presentarsi particolarmente forte sulle isole maggiori, sul
basso Tirreno e sullo Jonio (a tratti), specie nel periodo
invernale, con raffiche anche superiori ai 100 km/h, dando luogo a
fenomeni di mare agitato o di burrasca.
Durante il periodo invernale, su queste Regioni, può determinare
valori di wind-chill anche rilevanti.
Il Grecale
Il grecale proviene da nord-est come la bora e soffia a volte
impetuoso sulle regioni del medio e del basso adriatico.
Chiamato anche in certi paesi bora chiara perché sulle coste il
cielo permane sereno o moderatamente nuvoloso e limpido anche se la
temperatura si abbassa di molti gradi, specie durante il periodo
estivo, mentre sulle zone montane fioriscono cumulonembi imponenti
con forti rovesci e temporali, dovuti al sollevamento forzato delle
masse d’aria lungo i pendii.
Salutato dalla gente del posto sempre come vento apportatore di
benessere, specie dopo un periodo di scirocco estivo.
Il Garbino
Il garbino è un vento specifico della bassa Lombardia e dell' Emilia
e Romagna ma può interessare anche le Marche e gli Abruzzi; le
frequenze sono significative in qualsiasi stagione ma in particolare
durante le stagioni intermedie (primavera ed autunno); relativamente
frequente anche nelle due Stagioni estreme, specie nel periodo
estivo. Soffia abbastanza forte, in particolare durante le ore
pomeridiane, con raffiche anche di oltre 50 km/h sulle coste
romagnole.
Questo vento si attiva quando è presente una zona di bassa pressione
sull'Europa Centrale o Nord-Europea, disposta in modo tale da
convogliare correnti Occidentali o Sud-Occidentali molto tese
sull'Italia. In qualsiasi stagione il garbino determina in sensibile
aumento delle temperature nelle Regioni interessate ed un cospicuo
calo dei valori igrometrici.
Lo Scirocco
Lo scirocco è un vento caldo e umido che colpisce prevalente le
regioni del medio Adriatico, il Sud-Italia e le isole maggiori. A
volte soffia impetuoso quando si forma una zona di bassa pressione
sul golfo di Genova,o sul medio e sul basso Tirreno con gradiente
barico rilevante, costituito dalla differenza di pressione in poche
centinaia di chilometri.
Il vento risale l’Adriatico, spingendosi appunto fin dentro la
Valpadana, a volte fino al lago di Garda, oppure addirittura in
Lombardia.
Il Libeccio
Il libeccio, vento caldo-umido proveniente da sud-ovest. è avvertito
particolarmente sulle regioni tirreniche. Proviene a volte dal
continente africano, apportando notevoli quantità di polveri del
Sahara ad alta quota. In questi casi il cielo si presenta di un
colore uniforme bianco-giallastro.
Il Fohen
Il foehn in Valpadana si presenta spesso durante tutto l’anno,
sebbene sia maggiormente presente nella stagione primaverile, specie
in Piemonte e Lombardia, meno nel Veneto. Il foehn è un vento mite e
tiepido, anche durante la stagione invernale, molto secco,
accompagnato da grande trasparenza dell'aria, da cielo limpidissimo
e sereno, umidità relativa molto bassa. Tutte condizioni che
favoriscono una grande evaporazione, con conseguente pericolo di
disidratazione dell'organismo, ed anche una forte ionizzazione
negativa dell'aria con notevole potenziale elettrico, che provoca
scariche di energia elettrostatica a livello cutaneo, specie se si
indossano indumenti in materiale sintetico.
Questo vento salendo lungo i pendii delle catena alpina, si condensa
e scarica in pioggia o neve tutto il suo contenuto in vapore acqueo
nel versante sopravento, per cui, quando inizia la massa d'aria
inizia sua discesa sul versante opposto, si riscalda per
compressione e diventa molto secca, a volte con percentuale di
umidità relativa perfino al di sotto del 10%.
|