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Glossario

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- Temporali: come nascono
- Tipi di temporali
- Umidità ed il vapore acqueo
- Vento


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Cos'è il vento?

Il Vento non è altro che aria in movimento. Lo studio del comportamento delle masse d’aria rinvia automaticamente al vento, non senza porsi alcune domande circa la sua essenza: che cos'è? perché soffia in questa o in quella direzione? perché può essere più o meno violento? perché è più freddo o più caldo? quale ruolo possono giocare le barriere orografiche nei confronti di una massa d’aria in movimento?
Bisogna considerare fin da subito il concetto di pressione atmosferica. E chiaro ormai che la nozione di pressione atmosferica è legata alla nozione di temperatura, essendo chiaro che le masse d’aria possono essere calde o fredde, quindi più leggere o più pesanti. Il peso della colonna d’aria su una data località dipende da temperatura dell’aria stessa. A questo fattore termico si aggiungono i fattori dinamici: rotazione terrestre, movimento delle masse d’aria. Si rileva, in ogni caso, che la pressione può variare sensibilmente da un’ora all’altra, in uno stesso luogo. S’immagina facilmente come essa sia variabile da luogo a luogo.
Il confronto dei valori di pressione rilevate in differenti punti della Terra è una delle chiavi per comprendere tutta la meteorologia. Per fare questo confronto si riconducono prima tutte le misure a uno stesso livello di riferimento, che è il livello del mare: si riportano i valori cosi ottenuti su carte apposite e si uniscono tutti i punti aventi la stessa pressione, appaiono come delle linee di uguale pressione, chiamate isobare. Tracciate abitualmente di 5 in 5 millibar le isobare rivelano subito una conformazione della pressione, con avvallamenti e monti, ben accostabile alle curve di livello in uso per le carte topografie, che indicano il rilievo terrestre e le batimetriche delle carte nautiche che danno preziose informazioni sul rilievo sottomarino.
Il tracciato delle isobare in generale fa apparire sulle carte un insieme molto complesso di raffigurazioni, in forme talvolta strane ma in genere riconoscibili. Un certo numero di figure, con forma, raggio e diametro variabili, dette figure isobariche di alta o bassa pressione.
Nel caso delle "paludi barometriche", ovvero campi di pressione livellati, con scarso gradiente barico, i venti tendono ad essere molto deboli se non addirittura assenti.
Si può rilevare. in particolare che in certi luoghi le isobare sono circolari e si inseriscono più o meno regolarmente le une nelle altre. Quando il valore delle isobare diminuisce verso il centro della figura si è in presenza d’una depressione, cioè di un campo di bassa pressione. Viceversa, quando il valore delle isobare tende a salire man mano che ci si avvicina al centro di una figura siamo in presenza di un campo di alta pressione (anticiclone).
Esso viene innescato da differenze di pressione atmosferica tra due località ed ha tendenza a convergere dalle zone di alta pressione verso le zone di bassa pressione.
Il vento si definisce stabilendone la sua direzione di provenienza e la sua velocità. Due parametri, questi, che consentono di comprendere immediatamente la sua forza e la sua azione sull’organismo umano. La velocità del vento può essere espressa in metri al secondo, in chilometri orari, in miglia orarie o in nodi.
In Italia vengono impiegati i chilometri orari. Da segnalare che l’unità internazionale è il nodo (1,852 km/h).
Quando i venti (masse d’aria) provenienti da Nord incontrano una barriera orografica saranno costretti a risalirla; tendono quindi a raffreddarsi, condensano il vapore acqueo che contengono e . provocando maltempo sui versanti sopravvento, con cielo coperto, piogge e nevicate, talvolta anche abbondanti. Un comportamento meteorologico noto con il nome di Stau, a cui corrisponde, sul versante opposto, il Fohen. Infatti, risalita la montagna, detti venti perdono inevitabilmente tutto il loro contenuto in vapore acqueo. Valicata la barriera montana stramazzano sul versante opposto, si riscaldano per compressione provocando un sensibile aumento della temperatura con dissolvimento delle nubi e clima caldo e secco.
Seguendo lo spostamento dei venti dalle zone di alta pressione a quelle di bassa pressione, avremo quindi uno spostamento di masse d’aria.


Le Brezze
Un discorso a parte meritano le brezze, siano esse di mare, di monte, di lago. Non sono venti sinottici, cioè venti legati ai grandi sistemi circolatori a vasta scala, tuttavia sono compagni abituali delle estati mediterranee. Gradevoli e rinfrescanti, esse smorzano il caldo estivo ed allietano le notti con il loro soffice alito.
Le brezze di monte e di valle hanno periodicità diurna e si manifestano più frequentemente nei mesi estivi, con tempo bello e stabile. Si formano quando l’atmosfera che circonda alternativamente i rilievi riscalda durante il giorno e si raffredda durante le ore notturne, più intensamente dell’aria che sovrasta la pianura circostante, naturalmente a parità di altitudine. Tale alternanza termica provoca anche contenute oscillazioni della pressione, più bassa dove la superficie è più calda. Avremo di conseguenza un suolo più caldo durante il giorno - e superfici marine più fresche - e l'esatto contrario durante la notte. Poiché i venti tendono a spirare dalle zone di alta a quelle di bassa pressione, avremo brezze dirette dal mare verso le zone di terra (spesso surriscaldate) durante il giorno, dalla terra verso il mare durante la notte (la superficie marina perde calore in misura assai più lenta di quella terrestre).
La morfologia del territorio è in grado di produrre particolarità degne di nota; se ad esempio allo sbocco di una valle si estende lago sufficientemente grande, le brezze risulteranno entrambe molto più intense, dato il maggiore contrasto di temperatura, essendo l’acqua buona conduttrice del calore.
La velocità massima della brezza di mare, alle nostre latitudini, è variabile tra i 15 ed i 25 Km all’ora; nelle zone tropicali si hanno brezze di mare più forti, che superano ampiamente i valori di velocità oraria tipici per le regioni mediiterranee. Può essere citato l’esempio delle coste Nord-Occidentali dell’Africa dove, a causa del forte contrasto termico tra la superficie marina (lambita da Correnti fredde) e la superficie terrestre, si innescano brezze di mare dal carattere molto forte.
L’altezza fino a cui la brezza di fa sentire può variare a seconda delle condizioni climatiche dei luoghi ove essa si esprime; nell’area Mediterranea si spinge fino all’altezza di 500/700 mt mentre nelle regioni subtropicali può perforare tranquillamente la quota dei 1000mt. E’ interessante dare qualche informazione sulla profondità di spinta delle brezze, soprattutto quelle marine, che nelle nostre regioni possono penetrare l’entroterra fino a 30/40 Km, mentre nei paesi tropicali fanno sentire il loro effetto fino ai 60 Km.
E' importante conoscere il meccanismo che genera le brezze, visto che sia quelle di valle sia quelle di mare, iniziano a spirare all’incirca verso le 9-10 del mattino, raggiungendo una velocità massima intorno alle 13/14, per poi diminuire lentamente nel corso del pomeriggio, per esaurirsi del tutto verso le 19. Opposto il comportamento delle brezze di monte e di terra.
Essere a conoscenza di questa periodicità, che diminuisce o si inverte solamente nelle giornate di cattivo tempo.
In particolare la brezza di mare, infine, rinfresca ed attenua le calure estive sulle coste e nell'immediato entroterra, riportando i valori termoigrometrici su parametri talvolta ottimali.

Il Levante
Il vento di Levante, gelido d’inverno e relativamente fresco durante il periodo estivo soffia forte su gran parte delle regioni adriatiche, specie in Abruzzo, Molise e Puglia e sulle altre Regioni meridionali e sulle isole maggiori quando è presente una zona depressionaria in modo particolare sul Canale di Sicilia, oppure sul Nord-Africa.
Attraversando lo Jonio e l’Adriatico si carica di umidità determinando forti piogge sui contrafforti appenninici oppure abbondanti nevicate nei mesi invernali fino a quote basse, mentre sulle coste il cielo può essere moderatamente nuvoloso ma senza precipitazioni di un certo rilievo (medio e basso Adriatico), mentre sulle estreme Regioni meridionali e sulle due isole maggiori, le precipitazioni possono risultare abbondanti anche sulle coste specie in inverno.
Il Levante è frequente anche sulle coste orientali della Sardegna apportando umidità attraversando il Tirreno e pertanto precipitazioni anche abbondanti sui rilievi montuosi dell’entroterra.
Determina disturbi simili alla bora durante la stagione fredda, allo scirocco in estate sebbene in forma molto attenuata trattandosi di un vento umido ma nettamente meno caldo dello scirocco.

La Tramontana
Quando soffia impetuosa la tramontana, vento freddo proveniente dal Nord, è l’Italia Centromeridionale che soffre di maggiore instabilità atmosferica, perché al Nord-Italia, a causa della barriera orografica costituita dalle Alpi, il vento diventa di caduta (foehn) e le condizioni atmosferiche sono buone.
Al centro e al sud invece la tramontana porta annuvolamenti e temporali con forti piogge e perfino la neve a quote basse.
Il Maestrale
Il maestrale, vento freddo e umido proveniente da nord-ovest, interessa le regioni tirreniche, in modo particolare Liguria, Corsica. Sardegna e Toscana. A volte impetuoso è accompagnato da cattivo tempo, specialmente in presenza di una zona di bassa pressione sul medio o basso Adriatico.

La Bora
La bora è un vento molto freddo che soffia relativamente secco in Valpadana e molto più umido sulle regioni adriatiche. Proviene da nord-est e cioè dalle gelide pianure dell’Europa orientale con raffiche anche superiori ai 100 km/h, in modo particolare durante la stagione invernale e agli inizi della primavera.
Reca con se freddo sul Nord Italia con annuvolamenti sparsi e nevicate anche abbondanti, sull’Emilia Romagna, le Marche e l’Abruzzo. che possono perdurare anche qualche giorno, in modo particolare se contemporaneamente si forma una zona di bassa pressione sul medio o basso Tirreno.

Il Ponente
Il vento di Ponente di norma colpisce le regioni italiane nel corso di una configurazione circolatoria isobarica a carattere prettamente zonale, caratterizzata da bassa pressione al nord e alta pressione sul basso Bacino del Mediterraneo.
Il Ponente è un vento dunque di provenienza dai quadranti occidentali, tra 280 e 260 gradi, che si manifesta in modo diverso sulle varie regioni italiane, a causa dell'orografia molto variabile.
In Piemonte, per esempio, è un tipico vento di caduta.
Sulle rimanenti regioni della Valpadana invece, più si va da ovest verso est, più si carica di umidità e pertanto diviene meno caldo o più fresco a seconda della stagione.
Sulle coste tirreniche trasporta spesso perturbazioni atlantiche di una certa importanza con precipitazioni di norma sotto forma di rovescio o a carattere temporalesco.
Sulle regioni adriatiche invece arriva molto meno violento, a causa della protezione della catena appenninica e pertanto le forme croniche ne risentono meno.
Può presentarsi particolarmente forte sulle isole maggiori, sul basso Tirreno e sullo Jonio (a tratti), specie nel periodo invernale, con raffiche anche superiori ai 100 km/h, dando luogo a fenomeni di mare agitato o di burrasca.
Durante il periodo invernale, su queste Regioni, può determinare valori di wind-chill anche rilevanti.

Il Grecale
Il grecale proviene da nord-est come la bora e soffia a volte impetuoso sulle regioni del medio e del basso adriatico.
Chiamato anche in certi paesi bora chiara perché sulle coste il cielo permane sereno o moderatamente nuvoloso e limpido anche se la temperatura si abbassa di molti gradi, specie durante il periodo estivo, mentre sulle zone montane fioriscono cumulonembi imponenti con forti rovesci e temporali, dovuti al sollevamento forzato delle masse d’aria lungo i pendii.
Salutato dalla gente del posto sempre come vento apportatore di benessere, specie dopo un periodo di scirocco estivo.

Il Garbino
Il garbino è un vento specifico della bassa Lombardia e dell' Emilia e Romagna ma può interessare anche le Marche e gli Abruzzi; le frequenze sono significative in qualsiasi stagione ma in particolare durante le stagioni intermedie (primavera ed autunno); relativamente frequente anche nelle due Stagioni estreme, specie nel periodo estivo. Soffia abbastanza forte, in particolare durante le ore pomeridiane, con raffiche anche di oltre 50 km/h sulle coste romagnole.
Questo vento si attiva quando è presente una zona di bassa pressione sull'Europa Centrale o Nord-Europea, disposta in modo tale da convogliare correnti Occidentali o Sud-Occidentali molto tese sull'Italia. In qualsiasi stagione il garbino determina in sensibile aumento delle temperature nelle Regioni interessate ed un cospicuo calo dei valori igrometrici.

Lo Scirocco
Lo scirocco è un vento caldo e umido che colpisce prevalente le regioni del medio Adriatico, il Sud-Italia e le isole maggiori. A volte soffia impetuoso quando si forma una zona di bassa pressione sul golfo di Genova,o sul medio e sul basso Tirreno con gradiente barico rilevante, costituito dalla differenza di pressione in poche centinaia di chilometri.
Il vento risale l’Adriatico, spingendosi appunto fin dentro la Valpadana, a volte fino al lago di Garda, oppure addirittura in Lombardia.

Il Libeccio
Il libeccio, vento caldo-umido proveniente da sud-ovest. è avvertito particolarmente sulle regioni tirreniche. Proviene a volte dal continente africano, apportando notevoli quantità di polveri del Sahara ad alta quota. In questi casi il cielo si presenta di un colore uniforme bianco-giallastro.

Il Fohen
Il foehn in Valpadana si presenta spesso durante tutto l’anno, sebbene sia maggiormente presente nella stagione primaverile, specie in Piemonte e Lombardia, meno nel Veneto. Il foehn è un vento mite e tiepido, anche durante la stagione invernale, molto secco, accompagnato da grande trasparenza dell'aria, da cielo limpidissimo e sereno, umidità relativa molto bassa. Tutte condizioni che favoriscono una grande evaporazione, con conseguente pericolo di disidratazione dell'organismo, ed anche una forte ionizzazione negativa dell'aria con notevole potenziale elettrico, che provoca scariche di energia elettrostatica a livello cutaneo, specie se si indossano indumenti in materiale sintetico.
Questo vento salendo lungo i pendii delle catena alpina, si condensa e scarica in pioggia o neve tutto il suo contenuto in vapore acqueo nel versante sopravento, per cui, quando inizia la massa d'aria inizia sua discesa sul versante opposto, si riscalda per compressione e diventa molto secca, a volte con percentuale di umidità relativa perfino al di sotto del 10%.

 


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