Abbassa
la tua radio, per favore,
se vuoi sentire i battiti del mio cuore.
Le cose belle che ti voglio dire,
tu solo, amore mio, dovrai sentire.
Le mie parole tanto appassionate
son timide carezze profumate... |
Non è certo
un'operazione nostalgica il mettere in mostra degli apparecchi radio. In
essi c'è l'espressione di una civiltà tradotta in ricerca delle forme,
scelta dei materiali, originalità del disegno, volontà di provare il talento
creativo su un oggetto che consente un numero limitato di variazioni.
Belli o brutti, goffi o eleganti, modesti o ricercati, persine strani,
quegli apparecchi sono immagine a voce di un tempo: tracce di una storia che
entrano nella Storia e, a modo loro, fanno la Storia. Si possono guardare in
tanti modi: con l'interesse appassionato del collezionista o con lo sguardo
un po' superficiale del curioso (se la curiosità s'intende non come stimolo
profondo ma come semplice scorrere dell'occhio sulle cose). Si possono
guardare per quel che contengono, cioè per l'apparecchio ricevente con tutte
le sue parti, o per l'attenzione che suscita l'involucro. E' difficile però
staccare l'uno dall'altro, perché la radio, quando ne parliamo, significa
per noi l'oggetto nel suo insieme. Esso non desta più le passioni di un
tempo; la sua immagine, e la sua funzione di strumento di comunicazione di
massa, si sono appannati. La radio non è più una voce della storia, uno
strumento di quelli che collaborano a "costruire la storia". La soffitta o
il museo sembrano i naturali traguardi che attendono gli apparecchi d'un
tempo troppo presto diventato remoto. Il collezionista che li salva,
soddisfa a una sua passione, ma salva per tutti una preziosa memoria.
Per quanto riguarda il nostro paese, il collezionista in questione risponde
al nome di Salvatore Giuseppe Micali. Nato a Tuglie il 14.12.1945
frequenta l'Istituto Tecnico Industriale "Guglielmo Marconi" di Gallipoli
nella sezione "Radiotelegrafisti di Bordo".
All'eta di
17 anni si arruola nella Marina Militare con incarichi via via sempre più
impegnativi nel settore delle Radiocomunicazioni,
Capo Turno Radio e Capo Posto della Stazione di Guerra Elettronica di Bordo.
La passione per la Radiotelegrafia lo porta a classificarsi primo nei
campionati mondiali NATO per ben due volte, nel 1967 ad Halifax (Canada) e
nel 1968 a Bergen (Norvegia), dando così lustro alla nostra Marina Militare. |
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Negli anni '60 inizia a dedicarsi al collezionismo di apparecchiature radio
d'epoca e strumenti attinenti alle telecomunicazioni. In più di trent'anni
riesce a mettere insieme una notevole raccolta che per importanza dei
singoli apparecchi (che con pazienza certosina sono stati restaurati e resi
perfettamente funzionanti) si rivela tra le più importanti collezioni
nazionali.
Nel 1995, in occasione del centenario di Marconi, propose
all'amministrazione comunale di allestire una mostra che ne onorasse la
memoria. In collaborazione con la "Fondazione Gugliemo Marconi" di Bologna
ed il Comune di Tuglie , nella Sala Consiliare fu allestita una fortunata
mostra visitata da scolaresche e privati cittadini provenienti da tutta la
regione.
Nel 2000 l'Amministrazione Comunale acquisisce l'intera collezione che, con
il contributo della Provincia di Lecce, progetta e realizza il "Museo della
Radio" a Tuglie.
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