Il
tempo passa ed i ricordi affiorano e vale la pena raccontarli per lasciare
al presente qualcosa di noi, del nostro vissuto insieme alle nostre famiglie
. Ai miei tempi, quando ero bambina, non c'era la televisione oppure
altre opportunità di diversivo. Era tutto un aggregarsi al vicinato e
stare insieme alle famiglie. Si passava il tempo a raccontare storie.
Personalmente mi incuriosiva molto la storia che si raccontava spesso di un
nostro parente, che aveva combattuto con Garibaldi. Di lui si sapeva che
era nato a Tuglie nel 1840 in via Trieste n. 145 in quel cortile dov’era
nato e vissuto fino alla sua morte.. Era il fratello del mio bisnonno e
si chiamava Ignazio Petruzzi. Partì da volontario per combattere con
Garibaldi e con lui combatté per diversi anni. Poi venne rimpatriato poiché
nel combattimento perse una gamba,infatti camminava con le stampelle.
Anche in quei tempi Garibaldi rimpatriava i suoi soldati riconoscendo loro
un vitalizio per poter vivere la loro vita dignitosamente. Il nonno mi
raccontava che Ignazio trascorreva le sue giornate raccontando a tutti le
sue avventure vissute da Garibaldino e che la gente lo ascoltava strabiliate
dal modo come le raccontava. Diceva : "quello che vi racconto è storia
vera, tenetela sempre in ricordo, che un vostro concittadino ha combattuto
con Garibaldi." Ad Ignazio piaceva uscire in paese con la camicia rossa e
il cappellino da garibaldino, infatti tutti lo conoscevano come “ìl
garibaldino”. Non era sposato e visse sempre nella sua stessa casa in
quel cortile che tuttora esiste, attorniato con affetto da tutti i suoi
nipoti e pronipoti. La casa era piena dei suoi ricordi di guerra.
Medaglie sciabole, cappellini, camicie rosse e altri ricordi erano tutte in
bella mostra. Era orgoglioso dei suoi ricordi e diceva che finché era in
vita nessuno le poteva toccare e che dopo la sua morte ogni cimelio sarebbe
stato per tutti un valore. Il valore di un ricordo appunto. Morì da
grande soldato come era vissuto. La sua casa con tutti i suoi cimeli
venne sempre conservata con amore da tutti i suoi familiari. Poi un
brutto giorno avvenne quello che tutti i suoi parenti non avrebbero voluto
che mai accadesse. Successe che gli uomini delle camicie nere, così
venivano Chiamati quelli che appartenevano al fascismo, incendiarono la sua
casa, per distruggere per sempre ciò che era rimasto di quel valoroso
garibaldino, nostro lontano parente e rimasto per sempre nei nostri cuori.
Ormai sono passate parecchie generazioni, ma questa bella storia della
nostra famiglia, penso che valga la pena di essere ancora raccontata.
Ignazio Petruzzi morì molto vecchio attorniato e adorato da tutti i suoi
familiari. Per sua volontà fu sepolto con la sua camicia rossa e il suo
ricordo rimase per tanti anni nel cuore dei cittadini tugliesi. Noi
pronipoti sentiamo ancora il dovere di far conoscere e ricordare questo
nostro valoroso soldato, che abbiamo conosciuto e amato attraverso il
ricordo dei nostri nonni.
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Tuglie...per raccontar paese...
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