In questi giorni di quaresima che precedono la Pasqua, una tradizione che ancora
rimane integra, anche se sta scomparendo è quella delle Serenate, che non sono
dedicate alla propria fidanzata o moglie, ma eseguite per la questua pasquale
delle uova. Alcune “squadre” di suonatori e cantori, dal pomeriggio del Sabato
Santo alla mattina di Pasqua, visitano case e masserie per recare l’omaggio
sonoro alle famiglie che in cambio donano uova, formaggio e altre vivande che
vengono riposte in un grande cesto e
successivamente spartite. Quando ero
giovane, a Tuglie si usciva la notte di Pasqua, si aspettava l’ultima messa di
mezzanotte nella chiesa matrice, per poi, con gran divertimento cantare e
suonare a squarciagola. L’intento finale era condividere una notte con i propri
amici, rinsaldare i vincoli e divertendosi, facendo divertire. La serenata
rappresenta uno dei pochi repertori condivisi, in versioni molto simili, tra gli
artigiani e i contadini. Un inno alla gioia per il Cristo risorto ed una
condivisione che purtroppo sta sparendo. Anche perchè i giorni che precedono la
domenica di Pasqua, a partire dalla mattina del giovedì santo, quando ancora le
campane sono mute e le funzioni religiose sono annunciate dal suono sordo delle
“Trenule” vi è mestizie e silenzio.
Durante la giornata del giovedi si preparano e si allestiscono i sepolcri. Una consuetudine
ancora in uso è di utilizzare nei sepolcri il così detto ” piattu pe lu sapurcu
“, un piatto per il sepolcro, formato da grano germogliato al buio, riprendendo
così un’antica tradizione che altro non è che la trasposizione del mito di
Adone, che moriva e rinasceva ogni anno. Molto suggestive e interessanti sono le
processioni del venerdì santo che sonorappresentate nella maggior parte, se non
in tutti i paesi del nostro Salento. Un altro personaggio da riscoprire è il
legionario romano che flagellò il corpo di Cristo che è raffigurato da una
statua in cartapesta, conosciuto a Galatina nella tradizione popolare come ” Pati Paticchia ” dal greco ” Pathos ” (patire, soffrire). Questa statua una
volta veniva esposta ai fedeli il giovedì santo all’interno della chiesa
dell’Addolorata a Galatina, ma quell’esposizione fu vietata, perché la gente che
andava a visitare il sepolcro, si scagliava contro la statua percuotendola con
pugni, aghi, chiodi e con altri strumenti che creavano danni alla statua,
volendo così punire indirettamente chi aveva fatto soffrire il Figlio di Dio.
Questo comportamento arrecò danni alla statua tanto che non viene più esposta,
la stessa oggi giace in un angolo di una stanza che funge da deposito alla
chiesa. Importante tradizione popolare era ” Lu Santu Lazaru ” una serie di
serenate cantate in rima, che nei paesi della Grecia Salentina diveniva la
Passione di Cristo in griko. Ma torniamo alle serenate, gustatevi un filmato
fatto in casa ( hand-made ) risalente alla Pasqua dell’anno scorso, con il
gruppo di cantori che suona e gli altri convenuti che allegramente mangiano
formaggi, pane e vino ed accompagnano la musica.
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Tuglie...per raccontar paese...
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