Nel febbraio del 1907, la Deputazione provinciale di Lecce (presidente avv.
Luigi Arditi) era in trattative con la Società Ercole Antico & C. di Roma
per la costruzione delle Ferrovie Salentine, e precisamente i tronchi che
riguardavano le ferrovie del Capo di Leuca.
Il 28 marzo, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici aveva approvato il
progetto esecutivo del tronco ferroviario Nardò – Casarano delle ferrovie
del Capo. Questo tronco, secondo il progetto originario, era lungo 22 Km.
con le stazioni di Galatone, Neviano, Aradeo, Tuglie, Parabita, Matino e
Casarano, ma nel corso dei lavori furono apportate alcune varianti. I
rappresentanti della Società Antico avevano dichiarato che il merito della
sollecita conclusione del contratto per la costruzione delle ferrovie del
Capo era merito degli ingegneri progettisti Nicola De Pace e Giulio
Bernardini.
Nella primavera del 1907 l’amministrazione comunale di Tuglie, guidata
dall’avv. Francesco Mosco, aveva chiesto ed ottenuto un rilievo topografico
per conoscere l’esatta ubicazione della stazione ferroviaria del Comune di
Tuglie sulla linea Nardò – Casarano in fase di costruzione. Gli
amministratori, dopo aver esaminato il documento, si resero conto che la
stazione era stata collocata nel punto più esterno del territorio comunale e
per giunta nella parte più elevata della collina, priva di strade ed in
prossimità di terreni incolti. Poiché la differenza di livello tra quel
luogo e l’abitato di Tuglie era di circa 55 metri, la strada di accesso alla
stazione, essendo il paese distante 1.200 metri, doveva svolgersi per almeno
tre chilometri. Tutto questo non avrebbe certamente reso facile e produttivo
il commercio per i tugliesi. Dallo stesso rilievo topografico risultò che
per discendere da Nardò verso Parabita si doveva costruire una curva di
circa 600 metri che avrebbe avvicinato la ferrovia a Tuglie facendola
arrivare nei pressi del paese.
Gli amministratori si resero conto che la stazione così come progettata
sarebbe stata inutile per i cittadini di Tuglie e per le attività
commerciali del paese ed avrebbe comportato un inutile spreco di risorse
economiche.
La sera del 5 luglio 1907, il Consiglio Comunale si riunì per discutere la
questione della stazione ferroviaria. Sentita la relazione del sindaco, il
Consiglio stabilì d’intervenire presso la Deputazione provinciale affinché
la stazione venisse spostata verso nord ovest, utilizzando la progettata
curva di circa 600 metri prima dell’arrivo della ferrovia da Parabita nel
territorio comunale di Tuglie. Soltanto così la stazione avrebbe portato una
maggiore utilità per tutti e un minore danno economico per il Comune.
Com’era prevedibile l’iniziativa del Comune di Tuglie provocò contrastanti
reazioni da parte dei progettisti e degli amministratori dei Comuni vicini.
Il 27 aprile 1908, il sindaco Francesco Mosco riunì d’urgenza il
Consiglio Comunale per deliberare sulla costruzione della ferrovia Nardò –
Casarano. Dichiarata aperta la seduta prese la parola il consigliere
Ambrogio Piccioli per esporre il suo ordine del giorno contro i progetti
originari approvati dagli organi superiori e contro i progettisti, in
particolare contro l’ing. Nicola De Pace che fu letteralmente svergognato.
Messo ai voti, l’ordine del giorno Piccioli venne approvato all’unanimità.
Venne altresì deliberato che lo stesso fosse reso di pubblica ragione per
mezzo della stampa, dando incarico al sindaco di farlo riprodurre
integralmente dai giornali salentini “Il Risorgimento” e “La Provincia di
Lecce” e di darne comunicazione scritta alla Deputazione provinciale, al
prefetto, agli ispettori delle ferrovie salentine ed alla società
costruttrice Antico. Immediatamente ebbero inizio gli scontri e le polemiche
sulla stampa, nei consigli comunali e nella sede della Deputazione
provinciale, che si protrassero per diversi mesi. La discussione si accese
violenta specialmente tra il consigliere Ambrogio Piccioli e l’ing. Nicola
De Pace con repliche e controrepliche sui giornali di Lecce e provincia.
Finalmente il 27 ottobre 1908, con apposito Decreto Ministeriale, vennero
approvati i nuovi progetti riguardanti alcune modifiche del tronco
ferroviario Nardò – Casarano che comportavano lo spostamento della stazione
di Tuglie dalla collina a valle vicino al paese (la famosa variante di
Tuglie). I lavori ebbero inizio e man mano che il tempo passava la strada
ferrata s’allungava a vista d’occhio e le polemiche si placavano.
La ferrovia Nardò – Casarano era ormai una realtà.
La variante in corso d’opera per la esatta collocazione della stazione di
Tuglie venne regolarmente attuata ed il 30 ottobre 1909 Ambrogio Piccioli,
eletto sindaco, propose la costruzione della strada di accesso dall’abitato
alla stazione ferroviaria di Tuglie.
La realizzazione dell’opera era urgente per l’imminenza dell’entrata in
esercizio della ferrovia Nardò - Casarano.
La mattina dell’8 dicembre 1911 la ferrovia e la stazione di Tuglie furono
inaugurate in presenza delle autorità e di un gran numero di cittadini
ansiosi di festeggiare l’importante avvenimento.
Ambrogio Piccioli si era prodigato tanto presso gli uffici di Lecce, Bari e
Roma per l’attuazione della variante che alla fine ottenne la realizzazione
del nuovo progetto che corrispondeva pienamente alle esigenze di Tuglie e
dei suoi cittadini. Infatti la stazione venne collocata vicino al paese
sulla linea ferroviaria che da Lecce portava a Gagliano del Capo, passando
per Nardò.
Furono eseguiti grandiosi lavori di scavo nella collina calcarea sovrastante
il paese per aprire quel passaggio nella roccia profondo 15 metri che poi fu
chiamato “lu taiamentu”.
Alla stazione di Tuglie da paese si arrivava dalla Via Termiti e dalla
parallela Via Stazione che poi fu intitolata ad Ambrogio Piccioli a perenne
ricordo della sua opera per l’arrivo della ferrovia a Tuglie.
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