L'antico "Calvario" di
Tuglie, con ogni probabilità risalente al Settecento, era situato in
prossimità della Piazza, esattamente nel punto dove sorge l'Ufficio
dei Vigili Urbani. L'attuale via Quarto era anticamente denominata
"Via Calvario". La sua costruzione era stata voluta dalla Famiglia
Ria, che l'aveva fatto erigere alle spalle del suo palazzo
prospiciente sulla piazza principale del paese. All'inizio del
Novecento il Calvario fu abbattuto per fare posto alla Casa
Comunale.
Per oltre vent'anni il paese restò senza un "Calvario" e verso la
fine degli anni Venti, in un momento di particolare fervore
religioso che aveva acceso la popolazione tugliese, grazie alla
speciale devozione di alcune famiglie benestanti, ma anche ad una
sorta di desiderio di emulazione tra le stesse famiglie, per
iniziativa della Signora Damiana Bacile Stamerra cospicua
benefattrice lei stessa fu aperta una pubblica sottoscrizione per la
costruzione del Calvario. Per la scelta di un sito ai margini
dell'abitato, come consuetudine, non c'erano molte possibilità.
Escludendo la parte alta del paese, che era tagliata fuori dalla
ferrovia, e quella bassa perché destinata alla coltivazione, e
sviluppandosi il paese quasi esclusivamente in senso longitudinale,
erano due le alternative: o verso Parabita, o verso Sansimone, e in
entrambi i casi c'era l'inconveniente dello sconfinamento
territoriale. Si optò per la seconda soluzione per due ragioni: una,
perché c'era la tendenza a costruire i Calvari in posizione nord
(vedi Parabita); l'altra, perché l'erezione canonica era per diritto
dei Frati Minori di Sansimone, competenti per territorio secondo la
"Provincia Monastica", anche se al limite tra due diocesi
concomitanti e contendenti.
Progettato con tutta probabilità dal Perito Tecnico Oreste Primiceri,
fu completato ed inaugurato il 22 maggio 1932 da Monsignor Gaetano
Muller (in unius persona vescovo di Gallipoli e di Nardo),con grande
concorso di popolo.
Per oltre un cinquantennio ha mantenuto quasi intatto il suo
splendore; negli ultimi tempi, le intemperie, l'incuria, ma
soprattutto qualche depredazione ed assurdi interventi di restauro
avevano "imbruttito" uno dei più bei "Calvari" del Salente.
Le grandi statue policrome dei Crocifissi (Cristo, Buon Ladrone, Mal
Ladrone), dell'Addolorata e della Maddalena sono in impasto di
cemento e gesso romano; dello stesso materiale sono i bassorilievi
delle quattordici stazioni poste in altrettante edicolette, un tempo
chiuse da porticine con vetro a vista.
Le scene erano originariamente policrome, dipinte con vernici oleose
e con rifiniture in porporina.
Per oltre cinquant'anni alle sacre immagini ha fatto da cornice una
vera e propria "serra" di piante ad andatura rampicante e
tappezzante con fioritura primaverile (glicine, lillà, biancospino,
giunchiglie, fresie) che, particolarmente nei giorni della Settimana
Santa, diffondevano gli effluvi floreali così caratteristici del
periodo pasquale, che rimangono vivi e fortemente impressi nella
memoria e nell'evocazione del "temps perdu" delle generazioni avanti
con gli anni.
Ora il Calvario di Tuglie ritorna splendido nella sua struttura, nei
suoi colori, nel calore delle cornici e decori in pietra leccese,
nell'espressione serena della "morte del giusto"(Cristo), nello
sguardo del Buon Ladrone, rassegnato e speranzoso del Paradiso
promesso, nel volto sconsolato di Maria, nella postura pietrificata
della Maddalena, ma anche nel ghigno malefico del Mal Ladrone, di
quell'uomo che tutti disprezziamo, ma che, forse, chissà, avrà, pure
lui, trovato misericordia nel momento del "rigor mortis". Se così,
c'è speranza per tutti.
Enzo Pagliara
Cliccare sulle miniature per ingrandire ed ancora una volta per chiudere.
L'opera di restauro è
stata realizzata con fondi comunali
e con il contributo della Provincia de Lecce.
* /corpo */>
Tuglie...per raccontar paese...
* sotto */>
Tutti i marchi, foto, immagini e
scritti presenti sul sito
appartengono ai legittimi proprietari.
E' severamente vietato copiarne i contenuti.
Sito ottimizzato per: