Quando il mercato settimanale era in piazza Garibaldi
Pochi
di voi si ricorderanno quando il mercato si svolgeva la domenica mattina
piuttosto che il venerdì come ora, Siamo nel periodo tra le due guerre
mondiali. La collocazione era poi il centro del paese, il salotto buono,
quella piazza Garibaldi che dopo la sistemazione da parte del sindaco
Ambrogio Piccioli nel 1912 era un vero largo, moderno e pieno di fascino,
immaginate ora il decennio prima dello scoppio della seconda guerra mondiale
sul fianco la chiesa matrice ed in attesa della messa le donne con drappi,
fiocchi e colletti e gonne lunghe che si aprono sul fondo ed uomini
impomatati sfilano come divi di Hollywood, le botteghe offrono un vino
generoso ed altamente alcolico a pranzo e fra le bancarelle si trova proprio
di tutto sembra proprio una festa.
Questo articolo lo dedico a mio suocero, coltivatore e produttore di ortaggi
a Galatina, svolgeva sia il ruolo di giardiniere, diremo oggi l’ortolano ed
anche quello di carrettiere, cioè dopo aver prodotto le ottime cicorie di
Galatina ed i dolcissimi finocchi dalle fertili campagne dell’ombelico del
Salento, il sabato notte trasportava il prezioso carico al mercato
domenicale di Tuglie.
I prodotti arrivavano con un carro in legno trainato da cavalli,
attraversando di notte Noha, Aradeo, Sannicola ( a quei tempi la Neviano –
Tuglie era impraticabile ) per giungere infine a Tuglie la domenica mattina,
quando la piazza principale del paese ( piazza Garibaldi ) si risvegliava
intorno alla sua chiesa matrice. In inverno quando non c’era ancora la
globalizzazione, la frutta del Salento leccese era “lu subbra taula”, che
poteva essere una serie di finocchi, di sedani ma anche una bella ” CICORIA
MAMMALURA ” ovvero la cicoria di Galatina (razza catalana).
La cicoria catalogna o puntarelle si distingue dalle altre varietà di
cicoria per la caratteristica di formare, al centro della rosa di foglie, un
insieme di grossi germogli uniti fra loro a forma di pigna. Le puntarelle di
Galatina è una caratteristica cultivar di cicoria catalogna apprezzata per
la tenerezza del cuore centrale che la rende particolarmente adatta al
consumo crudo, in insalata o in pinzimonio. Oltre al primo taglio, mediante
il quale viene asportato l’intero cespo centrale, la pianta è in grado di
fornire abbondante raccolto di secondo e terzo taglio, con puntarelle che
spuntano alla base delle foglie, intorno al colletto.
Ma torniamo per un attimo alla bellezza te lu subbra taula (traduzione:
sopra la tavola) che deve essere rigorosamente annaffiato dal Negroamaro o
dal Primitivo, le due varietà di vini del Salento. Siccome la Cicoria di
Galatina si mangia cruda è sicuramente fonte di beneficio per chi la
consuma. La Cicoria appartiene alla famiglia delle Compositae e i Romani la
conoscevano molto bene non solo per uso alimentare ma anche per le qualità
terapeutiche, infatti, Galeno, medico greco, la considerava amica del
fegato.
E’ sempre preferibile consumare la cicoria cruda, magari in un’insalata
mista: infatti la cicoria cotta perde gran parte delle proprietà
terapeutiche e l’effetto decongestionante epatico è pressoché nullo. Per
recuperarlo, almeno parzialmente, è opportuno bere qualche bicchiere
dell’acqua di cottura, ricca di minerali e di vitamine. Ricca di calcio,
fosforo e vitamina A, la cicoria catalogna va comprata quando ha il fusto
chiuso e turgido, ed è di un bel verde brillante.
Tornando al mercato settimanale alle fine della guerra venne spostato in
periferia tra vecchio ed attuale municipio ( zona Villetta ) che non a caso
si chiama Largo Fiera, spostando il mercato settimanale al venerdì, come
succede oggi che si svolge nel largo accanto all'ufficio postale.
Un tuffo nel passato per rivivere tempi mai vissuti ma raccontati come
fiaba, si sono cristallizzati come vissuti, in fondo siamo quel che eravamo.
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Tuglie...per raccontar paese...
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