Uno dei misteri più intriganti e meno conosciuti di Terra d'Otranto, che in
parte sta per svelarsi è costituito da un misto di cavalleresco, religioso, con
un pizzico di superstizione che non guasta mai. Il tutto miscelato con animali
totemici spaventosi e una parte della gnosi cristiana non svelata. Questo
mistero giace da secoli in un placido paese alle porte di Lecce, ovvero San
Cesario di Lecce. Il mistero in questione si trova custodito all'interno di una
chiesa dedicata all'evangelista Giovanni. E siccome l'intento nostro è quello di
svelare i segreti in esso nascosti, ecco che già nel titolo della chiesa in
questione si trova il primo riferimento esoterico-misterico. In prima battuta va
messo in luce che, chi abita sul pianeta Terra ha nel Sole un punto di
riferimento importante, oltre che la principale fonte di vita. Proprio per
questo il nostro astro rientra in vari culti e teogonie, e ciò anche in una
prospettiva simbolica. Il suo moto apparente simbolizza lo scorrere del tempo e
marca il cambiamento delle stagioni. Ogni forma di passaggio (la porta appunto)
viene associata al cambiamento, proprio come succede nei momenti solstiziali,
nei quali il Sole col solstizio prende un nuovo corso, ovvero l’attraversamento
della Porta del Cancro (giugno) e della Porta del Capricorno (dicembre). Bisogna
tener conto degli insegnamenti del passato e dell’esperienza, per preparare
l’umanità le vie del progresso futuro. Da sempre l’eterno dualismo degli opposti
percorre la storia anche del pensiero filosofico fino ai nostri giorni. Ma
veniamo al mistero di oggi, quello della chiesa di San Cesario di Lecce, ai
segreti del sarcofago del cavaliere, mistero nel mistero: chi è e da dove
proviene? Ad aumentare la suggestione la chiesa in questione si trova in via
Caponic, che rimanda ad un quartiere che nel corso della sua storia ha visto la
presenza di slavi provenienti dai balcani. E forse proprio da qui proviene la
storia che siamo pronti a raccontare. Un tempo si diffuse la leggenda, per
alcuni storia vera, di un gruppo di cavalieri, che sotto la protezione di San
Cristoforo, combattevano la magia nera, trasformandosi in feroci Lupi Mannari,
mangiando spesso il malvagio cuore di chi con magie e stregonerie induceva altri
individui in schiavitù. Presto l'icona bizantina di San Cristoforo venne
descritta in un corpo di cavaliere con la testa di cane. Ma siccome a loro volta
un ordine settario e gnostico che della magia costituiva le basi fondative
(quello della Rosa Blu) iniziò a combattere i lupi mannari e grazie al loro
potere magico ed alla loro influenza politica fecero in modo di far sparire le
icone con il santo con la testa di cane, simile peraltro ad Anubi, una divinità
egizia, Dio della Mummificazione e dei Cimiteri, protettore delle necropoli e
del mondo dei Morti. In questo intreccio terribile tra bene e male, quindi, nel
territorio intorno al capoluogo Lecce nascono i cavalieri dell'ordine di San
Cristoforo che combattono aspramente l'Ordine della Rosa Blu che sono invece
dediti alla magia ed al sopruso. Ognuno di questi cavalieri riusciva a
combattere gli affiliati alla Rosa Blu grazie alla trasformazione in Licantropo
che conferiva a loro forza e velocità d'azione. Il maestro dell'ordine di San
Cristoforo seppellito in un sarcofago strutturato in un unico blocco di pietra
leccese, escluso un buco al centro nella parte bassa del sepolcro. Il nostro
maestro protetto da sigilli esoterici potenti, come il "Centro Sacro" con
graffito accanto un altro potente segnale come la "Triplice Cinta " ed una croce
greca potenziata ed altri simboli nascosti apotropaici. La grandezza del maestro
viene ricordata anche nell'acquasantiera con la doppia Croce di Lorena a
ricordare le origini nobili del maestro dell'ordine di San Cristoforo. Il
bellissimo viso dell'uomo della Sindone ricorda il luogo sacro ( Pleroma ) in
cui il cavaliere e maestro grazie ai suoi compagni doveva anche dall'oltretomba
proteggere ed aiutare la causa dei lupi mannari che combattono la "Rosa Blu "
che causa ancora oggi l'imbruttimento della società attraverso l'abominio, la
schiavitù ed il potere magico. Ma questo luogo protetto e nascosto venne
profanato da alcuni membri dell'ordine della Rosa Blu che estraendo il sarcofago
avendo paura delle doti del gran maestro anche da trapassato, applicarono un
buco nella parte finale per estrarre il cuore, unico organo non mummificato del
nostro cavaliere-maestro o meglio un osso interessante e ricco di energia, parte
finale di quello che non a caso noi chiamiamo " osso sacro ". Questo osso
indistruttibile si chiama "Luz" e si tratta di un osso dalla forma di una
mandorla, posto alla base della colonna vertebrale e intorno al quale si formerà
un nuovo corpo. Pensate che quest’osso sopravvive alla disintegrazione del
corpo, dopo la sepoltura, ma potrebbe restare danneggiato in caso di cremazione.
Luz nella Bibbia è anche il luogo unto con l’olio celeste del patriarca Giacobbe
e pertanto è indistruttibile, così come l’osso. Qui, a Luz, in sogno, Giacobbe
ebbe la visione della casa di Dio (Beth El) un luogo terribile e spaventoso. Un
osso, dunque, che conserva la nostra linfa vitale, la nostra anima, il ricordo
delle nostre esperienza passate. Un osso che racchiude la nostra intera vita, o,
stando alla leggenda, le nostre intere vite, tutte. Un osso che, grazie alla sua
alchimia, permette all’anima di rinascere. Il prototipo dell'essere umano che
rinasce da sé stesso, come la fenice dalle proprie ceneri. La profanazione della
tomba doveva interrompere, con l'asportazione dell'ossicino sacro, il rapporto
tra il maestro, anche se morto, ed i suoi discepoli, cavalieri e uomini lupi.
Questo non avvenne, in quanto forte era la protezione esoterica della tomba e il
gran Maestro sparì nel nulla lasciando nella chiesa di San Giovanni Evangelista
un sepolcro vuoto come quello del Golgota.
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Tuglie...per raccontar paese...
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