Il poeta Francesco Egidio Cataldi è
nato a Tuglie il 13 novembre del 1909.
Ha lavorato fin da piccolo nelle cave di tufo locali ed in modo particolare
in quelle denominate "Masseria Vecchia ".
Ha conosciuto la fatica e la necessità di lavorare per poter sostenere
degnamente la famiglia.
Non ha potuto terminare gli studi elementari perché impegnato nel lavoro.
Appena pensionato ha scoperto di possedere una buona vena poetica ed ha
partecipato a numerose manifestazioni ricevendo molti ed importanti
riconoscimenti.
.......Il mondo poetico è molto ampio e
introdursi in questo campo spesso si trovano molte difficoltà, per cui si è
sempre guardinghi e attenti, anche perché, la poesia, spesso non è ben
considerata. Ancor più difficile si presenta, il problema quando bisogna
parlare di poesia popolare e di un poeta-contadino (il nostro autore non era
un contadino, ma viveva, la realtà contadina). Nelle immagini che la sua
semplice poesia evoca vi sono spesso raffigurati i problemi eterni del mondo
ma anche i semplici momenti della, vita quotidiana ed il bello è che questi
momenti li vedremo intersecarsi, rincorrersi, accavallarsi, verso dopo
verso, nelle stessa poesia.......
prof. Fernando Antonio Panico
Montergrappa e la sua storia
Dacché mondo è mondo
la collina tugliese,
le Muteterre comprese,
da un campo abbandonato
di canti e di suoni
ora tutto è rallegrato.
Da luoghi deserti ed oscuri
ove la gente paura avea ad
andare
luce e splendore,
ora tutto appare.
Il cinguettio degli uccelli
diffonde tanta allegria
Montegrappa e la sua pineta
ispira al cuore poesia.
Un eroe sentì per Tughe
una nostalgia struggente
creando quella nuova
che aveva in cuore, in mente.
Così che nel Salento,
sulla collina tugliese,
spunta una nuova aurora
sorge un nuovo tempio.
Oh collina tugliese
dedicata alla Madonnina
il tuo lustro
nome ha dato
in terra salentina.
Montegrappa
è il nome che gli ha dato
per non essere più
dimenticato.
Colui che a cuore ebbe
questo desiderio
ai tugliesi
rese grande refrigerio.
Uomo mai stanco
fiero del suo intento
merito di gloria
gli è stato il monumento.
Mirate questo luminoso faro
paesi che guardate da lontano
dall'alto vi saluta
vi porge la mano.
Visitate questo
panorama di bellezze
palazzi, strade, pini, fiori
l'eroe tutta la collina
santuario espresse.
Lungo la scala la via crucis
il riposo al verde dei pioppi
alla memoria dei caduti
il sacrario l'eroe impresse.
Oh gloriosa Madonnina
proteggi Tuglie e la
collina
non fare mai che si spegnesse
questo faro di bellezza.
Natale
Guarda guarda
cci sta succede a ddha vanda,
nce tanta gente
ca sta face tanta propacanda
ticiane ca sta ffiurisce nu
gigliu divinu intra
a quiddhe tene scerse ca nu nasce
mancu nu ciclaminu.
Oh cumu se sbaia la gente
nu sape ca punì intra
quiddha terra scersa cija
puru tanta samente.
Ci tene tanto intellettu
o nteliggenza,
nu sa parlare mai
te la vecchia storia.
Ticiane ca quiddhi parlane
sempre alla gnuranza
quiddhi se fitine te veru
cu facene lu Natale
sciene scazzati strazzati
e senza pane.
E stine a nanzi alla focareddha
fino alla una le toi
e scine alla notte de Natale
quando all'una alle toi
sunane le campane.
Poesie tratte dal libro "Tuglie sorgente della
mia poesia"
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Tuglie...per raccontar paese...
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