" Noi preferiamo le vie tortuose per
arrivare alla verità."
(F. Nietzsche, Ecce homo)
"Idee pure come pietre hanno accompagnato la via d'entrata,
apparendo dall'alto, i sentimenti disegnati di verde e bianco
mostrano una via d'uscita? E un'uscita da dove?."
(R. Morris, Il labirinto) |
Labirinto:etimologicamente,luogo naturale o artificiale composto da
molti andirivieni,da renderne impossibile l’uscita a chi non fosse
pratico. Il percorso al suo interno diventa la materializzazione di
una prova iniziatica traducibile come viaggio che conduce al
centro , ovvero al luogo sacro per eccellenza che esprime la
speranza di una rinascita. Un luogo in cui ci si può smarrire…dove
ognuno di noi imprigionato in un sistema ineluttabile di cammini
intricati e fuorvianti, dove la via si frantuma, si biforca,
nasconde l'inganno e da cui solo la grazia divina o la nostra
intelligenza o perspicacia potranno preservarci dall'oblio…. E'
anche perdita del centro, è erranza senza direzioni….un cammino
tutto nuovo, incerto…. tormentato..dove però non si ha bisogno dello
sguardo del mondo, l'oscurità non è più assenza di luce bensì
qualcosa di più tangibile, quasi palpabile, è una continua
sperimentazione… è consapevolezza, svelamento, costituisce
l'irrazionale della ragione, lo scarto che mette a nudo la verità
delle cose…
Il labirinto non è propriamente la perdita definitiva della
direzione certa, è piuttosto l'esatta percezione della profondità. I
punti di fuga sono molteplici, è una spazialità ambigua che ci
attrae e ci respinge in un tempo. In questo intrico, però, non è
tanto importante riconoscere e ricostruire il mondo visibile, quanto
piuttosto, avvicinarci all'immagine originaria delle cose,
ricercare l'essenza più intima…..
Il labirinto o la spirale sono dunque dei viaggi..dei viaggi
tormentati, incerti…ma dove non si ha bisogno dello sguardo del
mondo…
Papà Silvio forse è proprio lì, nel centro delle sue spirali…dove ha
l’esatta percezione della sua profondità..o forse si è solo
perso..nei suoi simboli archetipici….nella sua arte che lo avvolge e
lo pervade.
Per Freud l’arte è semplicemente il prodotto di una fantasia
infantile che non riveste carattere patologico, in ragione della
sublimazione che la caratterizza,per Melanie Klein psicoanalista
infantile, l’arte è ricondotta ad una spinta creativa,ad un’intima e
incoercibile ”pulsione” di riparazione,alla ricostruzione di un mondo
interno danneggiato..
Ma un passo da gigante lo compie Jung…
Jung infatti sostiene che l’arte è TRASFORMAZIONE. E’il complesso
risultato di una tensione psichica, di un processo dialettico tra
dimensioni opposte, tutte riconducibili alla polarità:storia
personale dell’individuo e storia collettiva transpersonale.
Papà è stato in grado di scendere in quello che Jung definisce”il
sotterraneo dell’anima”. In un luogo buio …un luogo demonico che
tutte le mitologie conoscono, sede di morti e di mostri,ma anche
luogo di germinazione, di gestazione e di maturazione
delle creature prima di affacciarsi alla luce.
Il sottosuolo è un mondo oscuro,è un universo nel quale ci si
addentra con esitazione e smarrimento.
Scrive Jung: ”quando la coscienza si volge di nuovo verso
l’individuo e l’osserva nei suoi retropiani, vi scopre zone selvagge
di oscurità la cui vista ciascuno preferirebbe evitare”.
Chiunque di noi conoscesse bene papà Silvio, era anche a conoscenza
dei suoi viaggi travagliati nell’anima…
Solitario e silenzioso affrontava la sua personale gestazione….la
germinazione della sua arte.. la maturazione delle sue
creature..fino a quando tutto si trasformava in colore…tutto in lui
si TRASFORMAVA….
Già… perché realmente papà si trasformava e trasformava la materia
delle cose…”cose” che lo abitavano e “cose” quali materia del
mondo….
Papà era a contatto con la divinità……Disegnava cerchi…espressione
massima dell’universo e della vita…
A pensarci ogni cosa spirituale e profondamente alta ha la forma di
un cerchio…..
…la pancia della mamma è tonda..la terra è tonda …il simbolo
dell’infinito è tondo…cerchio che non è mai interrotto…Nel medioevo
Dio veniva rappresentato con un cerchio….e ancora il sole è tondo…e
mi viene in mente una frase di Jung nel volume il problema psichico
dell’uomo moderno:
”dapprima non vediamo che la discesa in tutto ciò che vi è di
oscuro e di brutto;ma colui che non sopporta tale spettacolo non
creerà mai la luminosa bellezza. La luce nasce sempre dalle tenebre
notturne,né mai la timorosa aspirazione umana è riuscita ad
aggrapparsi al sole a trattenerlo nel cielo.”
Papà non ha trattenuto il sole nel cielo..ma lo conduce a noi
attraverso i colori potenti delle sue tele….papà era nel buio…per
portare Sé e tutti noi nella luce…nelle sue radici secolari….nelle
spirali dell’infinito…nel canto notturno delle civette che lo
cullavano fin dall’infanzia..tra i sapori di fichi e di olio..tra
l’odore dei papaveri rossi che lo quietavano …nella musica piena e
compulsiva dei tamburelli….tra le pietre sacre della sua terra….che
addossate divenivano casa ”furneddru”che lo riparava dal freddo….e
sempre in ogni quadro uno spicchio di luna a ricordare la notte che
lo abitava prima di ogni SACRA TRASFORMAZIONE…..
Esiste un luogo..un luogo nel sottosuolo dell’anima…un sotterraneo
profondo e inaccessibile..in cui papà vagava ….un suo labirinto
personale…che a noi è rivelato solo attraverso la sua arte….un luogo
in cui tutto è cerchio..e quindi tutto senza fine…potentemente SENZA
FINE…proprio come lui per noi…
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