Nel periodo preunitario, la piazza di Tuglie si chiamava “Largo piazza” e poi
“Piazza del Mercato”; in questa piazza convergevano le principali vie del paese:
Via Parabita (attuale Via Aldo Moro) e Via Maglie ( attuale Via Trieste).
In questo grande spiazzo in terra battuta si svolgeva il mercato del paese dove
contadine, massaie, agricoltori, artigiani si attivavano per esporre e per
vendere i loro prodotti.
Solo dopo la spedizione dei Mille in Sicilia, sotto la guida del Generale
Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, che portò all’annessione del Regno di
Napoli al Regno Sabaudo, la piazza cambiò nome e venne intitolata al valoroso
condottiero delle Camicie Rosse, che avevano sconfitto con il loro ardimento e
valore l’esercito borbonico nel Mezzogiorno d’Italia.
Dopo l’entrata a Napoli (7 settembre 1860) del Re Vittorio Emanuele II di
Savoia, fra gli applausi e l’entusiasmo della folla festante, insieme con
Garibaldi, col quale il Re si era precedentemente incontrato a Teano e fu
pronunciata la famosa frase “Saluto il primo Re d’Italia”, venne indetto per il
21 ottobre 1860 il Plebiscito al quale avrebbero partecipato i cittadini maschi
di età superiore ai 21 anni che godevano dei diritti civili.
Ogni elettore doveva esprimere il proprio parere votando SI oppure NO sulla
proposta di annessione dell’ex Regno di Napoli al Regno Sabaudo.
Gli elettori che votarono per il SI furono 1.313.376, quelli che votarono per il
NO furono soltanto 10.312. In Terra d’Otranto i SI furono 94.570 e i NO solo
929.
In quei giorni (21 e 22 ottobre 1860) il popolo del dichiarò decaduta la
dinastia dei Borbone e si affidò ai Savoia in attesa delle tante promesse fatte.
Nel Comune di Tuglie gli elettori furono 376 e per la maggior parte votarono SI.
Nell’autunno del 1860 il Sindaco di Tuglie, Vito Marino Vergine, convocò il
Consiglio Comunale, in seduta straordinaria, per intitolare… “la piazza di
Tuglie al valoroso condottiero Giuseppe Garibaldi, artefice dell’unità
d’Italia…”.
Successivamente, avuto l’esito del Plebiscito, il Sindaco Vito Marino Vergine
convocò di nuovo il Consiglio Comunale per intitolare la vecchia… “Via di sopra
– della Chiesa di S. Giuseppe” al famoso Plebiscito che sancì l’unificazione del
Sud al Nord e la vittoria di Garibaldi sul Re Borbone.
Il 25 settembre 1943, il Commissario Prefettizio dr. Silvio Santese, con propria
deliberazione, volle intitolare la Piazza Garibaldi al Cav. Ambrogio Picciolo,
sindaco moderno e capace che tanto aveva fatto per il suo paese e che era morto
di recente.
Deliberazione che non fu approvata dagli Organi Superiori e fu revocata perché:
- La sostituzione del nome di Garibaldi con quello di Ambrogio Piccioli faceva
“scomparire un nome altamente glorioso e caro agli italiani”.
- Non si poteva intitolare la Piazza al nome di Piccioli perché quest’ultimo era
morto di recente e la Circolare del 22 febbraio 1941 n. 3106 stabiliva di non
potersi intitolare piazze e vie a persone morte da meno di dieci anni.
- Intervenne infine la Deputazione della Società di Storia Patria con voto
sfavorevole alla deliberazione.
Il Commissario Prefettizio dr. Giuseppe Bernardi, con propria deliberazione
dell’8 maggio 1944, dovette intervenire per revocare la precedente deliberazione
del 1943, così la piazza rimase intitolata a Giuseppe Garibaldi.
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