Il
dottore Cesare Vergine, nato il 19 gennaio 1896, è stato sindaco di
Tuglie per quasi diciotto anni, dalla metà di giugno del 1951 fino a
pochi mesi prima della morte, avvenuta il 15 giugno del 1969. Dopo
aver studiato a Maglie, presso il liceo classico “Capece”, frequenta
la facoltà di medicina dell’Università di Roma. Partecipa alla prima
guerra mondiale come Sottotenente di Fanteria e prende parte agli
aspri combattimenti sopra il Monte Grappa, ottenendo riconoscimenti
e ricompense. Tornato a casa riprende gli studi universitari e si
laurea in medicina il 7 gennaio del 1922. Svolge l’attività di
medico condotto a Parabita dal 6 marzo 1922 al 30 novembre 1925. Nel
1933 vince il concorso di ufficiale sanitario a Tuglie ed espleta
l’incarico fino alla data di elezione a sindaco. Partecipa come
medico volontario alla guerra d’Etiopia fino al 1936 e nel secondo
conflitto mondiale viene richiamato in servizio col grado di
Maggiore Medico.
Il dottore Vergine è considerato il fondatore di Montegrappa; nel
1938, per sciogliere un voto fatto alla Madonna del Grappa durante
la grande guerra del 1915-1918, raccoglie intorno a sé i vecchi
compagni d’arme, le vedove di guerra e le madri dei caduti per
costruire sulla collina che si eleva a nord dell’abitato di Tuglie,
una chiesetta in onore della Madonna del Grappa, la Grande Mutilata.
Vicino alla chiesetta fa erigere il Sacrario ai Caduti ed il Parco
della Rimembranza. L’iniziativa si rivela geniale perché in quella
zona incolta ed abbandonata cominciano a sorgere villette, strade e
parchi che d’estate accolgono numerosi residenti e turisti.
Nel 1953, per raggiungere comodamente questa zona di espansione del
paese, il sindaco Vergine fa costruire una nuova strada, la
tangenziale collinare che si congiunge con la provinciale per
Collepasso, conosciuta da tutti come Via Tupini; questa strada, che
col tempo si è completamente urbanizzata, è stata poi denominata
Corso Cesare Vergine.
Durante la sua lunga amministrazione comunale, il dottore Vergine
avvia una politica di opere pubbliche molto impegnativa per Tuglie.
Realizza la costruzione di numerose strade interne ed esterne
all’abitato, dell’edificio scolastico elementare, della rete idrica,
dell’impianto di pubblica illuminazione e del mercato coperto. Avvia
le pratiche per la costruzione della circonvallazione, ormai
indispensabile per alleggerire il traffico cittadino, e di tanti
altri progetti che saranno poi realizzati dalle successive
amministrazioni.
Cesare Vergine viene eletto sindaco nella seconda metà di giugno del
1951 con la lista civica “La Madonnina”, a cui si contrappongono i
socialcomunisti con la lista “L’orologio” e i democristiani dello
Scudo Crociato. Nella lista dei Democratici Cristiani figurano nomi
importanti come Luigi Errico, Vincenzo De Santis, Carmine Pastore e
la contessa Maria Venturi, appartenente all’antica famiglia feudale
tugliese. Nella lista “La Madonnina”, oltre al dottore Vergine,
fanno spicco i nomi di Giuseppe Toma e di Eugenio Romano. Nella
lista dei socialcomunisti figura il nome del farmacista Stanislao
(Lao) Imperiale. Alla fine delle elezioni, Cesare Vergine risulta il
primo degli eletti della Madonnina con un massimo di 1.529 voti;
ultimo dei sedici eletti Carmine Calò, grande invalido dell’ultima
guerra, che ottiene 1.482 voti. I quattro seggi della minoranza
vanno ai socialcomunisti con Stanislao Imperiale in testa (994
voti), seguito da Antonio Giuseppe Imperiale e Carmine Pisanello
(968 voti) e da Cesario (Saio) Imperiale, sindacalista della CGL
(966 voti). I candidati della Democrazia Cristiana rimangono a
terra. Nella seduta del 17 giugno 1951 il Consiglio Comunale elegge
il dottore Vergine sindaco di Tuglie (16 consiglieri presenti, 16
votanti, 16 voti favorevoli).
Per le elezioni del 1956 la lista di Cesare Vergine cambia simbolo,
scegliendo la Torre Civica. Con la “Torre” si candidano: Salvatore
Quarta, nipote del dottore Vergine, che si presenta in sostituzione
della madre, Ada Imperiale, la prima donna di Tuglie che ricopre la
carica di assessore al Comune, Eugenio Romano, Alberto Pagliara,
Francesco Guarini, Cosimo Quintana, Luigi Pastore, Oreste
Cacciapaglia, Michele Montefusco, Giuseppe De Santis, Luigi Calò,
Ernesto Greco, Santo Ramundo, Carmine Calò, Carmine Marrella,
Giuseppe Antonio Imperiale. Il dottore Vergine viene eletto con
1.446 voti, l’ultimo degli eletti ottiene 1.396 voti (Imperiale).
Fra i suoi maggiori antagonisti non sono eletti Dante Mosco, Silvio
Santese, Giuseppe Bernardi e Giuseppe Vergine.
Nelle elezioni del 1960 vince di nuovo la lista della Torre Civica
con Cesare Vergine in testa (1.380 voti). Seguono i suoi fedelissimi
con due sostituzioni: Giuseppe Imperiale e Salvatore Imperiale,
ultimo degli eletti con 1.327 voti. Nella lista dello Scudo Crociato
vengono eletti: Giuseppe Ria, Ernesto De Salve, Vincenzo Guarini e
Fedele Mottura. Ippazio Imperiale diventerà deputato della
Democrazia Cristiana al Parlamento. Per la seconda volta Saio
Imperiale ed i suoi compagni della lista “Stretta di Mano” rimangono
a terra.
Le elezioni del 1964 portano ad una grande svolta, unica nella
storia di Tuglie e nel contesto nazionale. A quel tempo avviene il
passaggio dal sistema elettorale maggioritario a quello
proporzionale, per cui i seggi vengono attribuiti in base ai voti
che i candidati ricevono.
Al Consiglio Comunale sono eletti i candidati di tre liste: Partito
Comunista, Democrazia Cristiana ed ancora la Torre Civica, che
ottiene 1.780 voti per il dottore Vergine. Bisogna tenere presente
che nel dicembre del 1960 si era verificato lo “scisma” fra
comunisti e socialisti tugliesi. Questi ultimi, per le elezioni del
1964, formano una propria lista, denominata “Unione Socialista”, che
non prende neppure un seggio. Perciò, secondo il sistema
proporzionale, otto consiglieri spettano alla Torre Civica, sette
alla Democrazia Cristiana e cinque al Partito Comunista. Per
governare il paese, Cesare Vergine si allea con i comunisti e non
con gli odiati democristiani che lo avevano espulso dal partito e lo
avevano sempre osteggiato. Forma la Giunta con Giuseppe De Salve,
Salvatore Quarta, Eugenio Romano, Cosimo Pastore (fedelissimi della
Torre Civica) e due comunisti: Saio Imperiale e Nino Crusi. Si grida
allo scandalo perché la Torre, dopo avere amministrato il paese
guardando a destra, ora si tinge di rosso. In effetti è una Giunta
isolazionista ed anomala rispetto al contesto nazionale. Ma Cesare
Vergine va avanti lo stesso ed amministra attivamente la cosa
pubblica con la collaborazione dei comunisti. Ma a lungo andare
alcuni nodi vengono al pettine e primo fra tutti l’annoso problema
della circonvallazione. Occorrono fondi per realizzare opere
pubbliche di primaria importanza per lo sviluppo del paese; fondi
che il Comune non possiede e che non arrivano dallo Stato,
nonostante le richieste. Si avvicinano le elezioni politiche e le
promesse dei candidati in lizza (specialmente dell’area di governo)
hanno il loro peso. Il 28 maggio del 1968 i consiglieri comunisti
ritirano il loro appoggio all’amministrazione Vergine invitando i
propri assessori a rassegnare le dimissioni dalla carica. Questa
decisione viene presa per il comportamento del sindaco Vergine che
nelle ultime elezioni politiche aveva votato Democrazia Cristiana.
Per chi, allora, doveva votare il sindaco, preso da assillanti cure
amministrative, se non per candidati appartenenti al partito di
governo, capaci e disposti a venire incontro alle necessità del
paese? Poteva il sindaco votare diversamente nell’interesse della
comunità? Così risponde Cesare Vergine ai comunisti che lo attaccano
da più parti. Sono in gioco gli 80 milioni promessi per iniziare i
lavori della tanto attesa estramurale. Comunque quell’esperienza
finisce ed il dottore Vergine, circondato dai suoi fedeli
collaboratori, continua a lavorare per il bene dei tugliesi.
Da qualche tempo il dottore Vergine non si sente bene; aveva
cominciato a manifestare i primi segni della malattia nella
primavera del 1966, ma riesce a tirare avanti fino al 4 aprile del
1969, data in cui il Consiglio Comunale prende atto delle sue
dimissioni per motivi di salute. Nella stessa seduta viene eletto
sindaco di Tuglie il nipote Avv. Salvatore Quarta, che aprirà nuove
speranze per il progresso sociale ed economico del paese. Cesare
Vergine muore il 15 giugno del 1969. Alla sua perenne memoria, i
cittadini di Tuglie dedicano il monumento realizzato dallo scultore
Marcello Gennari di Cavallino sul piazzale di Montegrappa.
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