“E soprattutto
amerai quel senso
che tutti li racchiude,
la civiltà”
“C’è un tempo
che resta
anche se noi
andiamo.
Un tempo,
credo di
Tramontalba”
Pierluigi Mele.
TRADIZIONE, dal latino traditiònem da
tràdere
ovvero consegnare, trasmettere. E’ questa la finalità di questa
nuova sezione di www.tuglie.com dedicata interamente ai riti, alle
tradizioni ed alle feste della nostra “piccola”-“grande” comunità.
Appuntamenti che scandiscono la nostra vita, che rinsaldano quel
carattere autentico e genuino di gente ospitale e legata al proprio
passato. Un’opportunità, in particolare per tutti i tugliesi sparsi
nel mondo, per vedere ed immergersi virtualmente nell’atmosfera di
una comunità in festa.
Grazie alla preziosa disponibilità dell’amico Felice Campa, “dono” alla
comunità virtuale di Tuglie.com il frutto del mio lavoro di ricerca
giornalistica in giro per il Salento.
Infatti, l’inaugurazione di questa nuova sezione, è affidata
all’inserimento di tre video realizzati dal sottoscritto, per il
programma “Paese in Festa” in onda su Canale 8.
Una piacevole occasione per tramandare queste feste è perché no,
anche un motivo di confronto e discussione affinché, queste,
nonostante il passare degli anni, risultino un momento di festa e di
aggregazione.
Oggi come ieri.
I video inseriti, sono quelli delle tre feste
principali di Tuglie…un mix di fede, arte, cultura e TRADIZIONE.
I festeggiamenti per la Madonna
dell’Annunziata a Tuglie. Un importante momento per l’intera
comunità tugliese all’insegna della musica, storia e
tradizione religiosa.
MARIA SS. DEL CARMELO 16
e 17 Luglio
CENNI STORICI
Nel 1883 fu aperta al culto la nuova Chiesa delle Anime,
costruita a spese del defunto tugliese Don Antonio Santese,
attraverso un cospicuo pio legato amministrato dal nipote
Don Domenico Santese, per quasi mezzo secolo Arciprete di
Racale. Per abbellire la nuova Chiesa il signor Giuseppe
Romano fu Raffaele fece erigere un altare dedicato alla
Madonna del Carmelo e contemporaneamente donò una magnifica
statua in cartapesta, dal viso dolcissimo. Subito la sua
devozione entrò nel cuore dei Tugliesi, sopratutto dei
residenti nel rione Termiti che, in quegli anni andava
espandendosi con strade più larghe e diritte ed abitazioni
più comode ed ariose, rispetto al resto del tessuto
urbanistico del paese.
Risalgono alla fine dell’800 i primi festeggiamenti in onore
della Madonna del Carmine, e, i più antichi documenti
scritti che ad essi si riferiscono, sono del 22 giugno 1894,
con cui si chiedeva al Vescovo di Nardò l’autorizzazione per
celebrarli.
Nel tempo si sono consolidati e sono entrati nella
tradizione tugliese, al secondo posto come antichità
nell’ambito di tutti i festeggiamenti che si tengono nel
corso dell’anno, dopo quelli patronali.
La festa, tranne qualche difficoltà negli anni ‘60-70 del
Novecento, ha sempre avuto un decoroso svolgimento e si
caratterizza sopratutto la devota “intorciata” della vigilia
e per i rinomati concerti di musica lirico-sinfonica tenuti
da complessi bandistici di fama nazionale.
MARIA Ss. ANNUNZIATA, PROTETTRICE DI TUGLIE Festa Liturgica il 25 marzo
Festeggiamenti civili
generalmente la prima o seconda domenica dopo Pasqua.’ la prima festa popolare dell’anno ed include anche la
Festa in onore di San Giuseppe, Compatrono della città. Vi
si svolge una importante fiera del bestiame e degli attrezzi
agricoli e il tradizionale mercato dei prodotti casalinghi
il giorno della “Nunziateddhra”.
CENNI STORICI
Negli atti dell’archivio diocesano, che documentano una
visita pastorale del Vescovo di Nardò Mons. Ludovico De
Pennis, il 14 maggio 1452 in “Casale Tullie” sono mensionate
due cappelle rurali: Ecclesia Sancte Marie Nunciate e
Ecclesia Sancte Marie in Casale Tuglie. La prima era
probabilmente situata nella contrada rurale omonima, in atti
successivi riportata come la “Nuntiata Vecchia di Tuglie”,
al limite territoriale tra il piccolo feudo di Tuglie,
quello di Parabita e quello di Gallipoli.
Da questi documenti apprendiamo che la piccola cappella
rupestre, sostituita poi dall’attuale Chiesa Matrice, era
già dedicata a Maria SS. Annunziata.
L’origine della festa popolare si ritiene databile intorno
al 1750, quando furono pressoché completati i lavori di
costruzione dell’attuale chiesa e la stessa fu dotata di
arredi e statue. E’ appunto di quell’epoca la statua della
Vergine che oggi veneriamo come nostra Protettrice.
Fu probabilmente l’Arciprete D. Vito De Sanctis a promuovere
l’istituzione di una festa in onore dell’Annunziata, visto
che finalmente si disponeva di una statua che poteva essere
portata in processione.
San Giuseppe, invece, fu scelto quale Protettore principale
della novella “Magnifica Università di Tuglie” (la
denominazione settecentesca del Comune) che ogni anno
metteva a disposizione per i festeggiamenti la somma di
ducati cinque e venti grana.
I festeggiamenti in onore dei Protettori vengono sospesi
intorno agli anni 1858/60, quando, feste e fiere sono
vietate dalle autorità per evitare assembramenti di persone
e l’eventuale verificarsi di disordini antiborbonici. Così,
anche l’importante fiera del bestiame, istituita a metà del
‘700 da Carlo III° di Borbone, abbinata ai festeggiamenti
della Protettrice, venne sospesa per parecchi anni. Solo nel
1870, il Sindaco Vitantonio Ria istituisce nuovamente la
fiera da tenersi nei giorni 24, 25 e 26 di marzo a partire
dal 1871 e individua come sito il “Largo Termiti” che poi
diviene “Largo Fiera”. La fiera di Tuglie, su pubblicazioni
dell’epoca, viene classificata “di notevole importanza” ed è
specializzata per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma
particolarmente per i volatili da cortile. Gli animali
maggiormente scambiati sono i pulcini. Da qui deriverebbe
l’attribuzione del nomignolo “puricini” agli abitanti di
Tuglie. La Madonna dell’Annunziata in questo periodo diventa
“titolare” anche dei festeggiamenti civili e il culto di San
Giuseppe Protettore passa, per così dire, in secondo ordine.
Agli inizi del ‘900, la festa vive i momenti di maggiore
splendore e la ricorrenza è molto sentita. Anche i Tugliesi
emigrati in America contribuiscono economicamente alla sua
realizzazione. Con le loro offerte, infatti, ogni anno si
realizzava un grandioso spettacolo pirotecnico: “La Cumparsa”.
Si trattava di una bengalata che riproduceva l’immagine di
un bastimento, simbolo della loro partenza dall’Italia.
Particolarmente devote alla Vergine visitata dall’Arcangelo
Gabriele erano le donne sterili che si rivolgevano a Lei per
avere il dono della maternità. Per grazia ricevuta, la
popolazione femminile impreziosisce negli anni la sacra
statua della Madonna con ex-voto anche molto pregiati,
alcuni dei quali risalgono al 1700; le famiglie tugliesi
manifestano la propria devozione dando ai propri figli il
nome di “Annunziata” o “Annunziato”, oggi “ingentilito” da
Nunzia o Nunzio.
Specialità tipica della festa era “lu core te cupeta”, un
dolce a forma di cuore, realizzato con zucchero caramellato
e mandorle, che i giovani regalavano alle fidanzate.
Alcune di queste usanze oggi non esistono più o sono state
soppiantate da prodotti nuovi, ma resta sempre, nel cuore
dei Tugliesi, una grande devozione per la Vergine
Annunziata.
BEATA VERGINE DEL GRAPPA
3-4-5 Agosto
Quella dedicata alla Madonna del Grappa è l’ultima delle
festività religiose estive, organizzate nel nostro paese con
tanto impegno, amore, pazienza e dedizione da parte dei vari
comitati organizzatori.
CENNI STORICI
Si tratta della sacra effige di Maria Ausiliatrice che il 4
agosto del 1901, con solenne cerimonia presieduta dal futuro
Pio X, è posta a sormonto di un sacello, sulle pendici del
Monte Grappa Veneto a protezione dei confini e dell’intera
nazione italiana.
Durante la prima guerra mondiale, le sorti dell’esercito
italiano, schierato contro le truppe austro-ungariche, si
decidono proprio sul Monte Grappa e la statua della Madonna,
lì collocata, diviene muta spettatrice di supremi sacrifici
e sublimi eroismi; guarda i nostri soldati che a Lei si
volgono cercando la cara immagine della madre lontana e tra
loro, con materno sorriso, infonde coraggio a chi combatte,
consola e benedice chi muore.
Nei momenti di tregua, i soldati italiani, stanchi e
sfiduciati si riunivano intorno al piccolo sacello della
Vergine, per riposarsi e pregare.
Proprio qui, il giorno 14 gennaio 1918, alle ore 10 del
mattino, una granata austriaca colpisce il santo simulacro
sul lato sinistro, facendolo cadere dal piedistallo: restano
incolumi i soldati ai piedi del sacello. Da quel momento, il
legame tra i nostri soldati e la madonnina mutilata, diventò
indissolubile.
Testimoni di quell’evento furono molti nostri concittadini
tugliesi che militi di quegli infausti conflitti, tornati
alle loro case vollero ricordare per sempre la soave
Madonnina e l’eroismo dei tanti che furono tra loro ma non
fecero più ritorno.
Per questo, negli anni 1938-40, i combattenti tugliesi,
guidati dal dott. Cesare Vergine, decisero di dare il nome
di “Montegrappa” alla collinetta che sovrasta il paese di
Tuglie, costruendovi in cima una chiesetta dedicata alla
Madonna e un sacello in memoria dei caduti. I festeggiamenti
civili e religiosi alla Beata Vergine del Grappa, si
sarebbero svolti il 4 agosto di ogni anno, in concomitanza
con quelli che si svolgevano e tuttora si svolgono sul Monte
Grappa veneto.
(cfr. ENZO PAGLIARA “La Chiesa Matrice di Tuglie”, Manduria,
Ed. Barbieri, 1996)
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