Il pranzo di Natale, il panino con la mortadella…..e tanti schiaffi.
Durante
gli anni ’50 frequentavo la 3° elementare, in molte case mancava anche lo
stretto necessario, e mettere insieme pranzo e cena, in particolar modo quando
la famiglia era numerosa, era un problema da affrontare quotidianamente.
In casa mia, fortunatamente, questo problema non c’era, ma le merende in genere
consistevano in una buona fetta di pane fatto in casa con su spremuti due bei
“cumbitori te pendula” che nel sottoscala non mancavano mai.
Un mio compagno di scuola, il cosiddetto “figlio di papà” spesso ostentava un
“grosso panino con la mortadella”.
Erano belli grandi quei panini, l’odore di
quella mortadella faceva venire l’acquolina in bocca.
Non c’erano paghette, un bambino, a differenza di oggi, non disponeva di soldi,
perciò bisognava aspettare l’occasione giusta per poter disporre di 30 lire con
le quali andarsi a comprare il tanto agognato panino.
L’occasione arrivò il giorno di Natale: come era consuetudine, con la connivenza
di mia madre che infilò la letterina di Natale sotto il piatto di mio padre,
dopo la lettura della stessa, con le consuete promesse di essere più buono, più
ubbidiente, alla fine di una lunga serie di promesse mio padre mi mise in mano
50 lire con la raccomandazione di non spenderle in cose inutili.
Anche se notevolmente rimpinzato dal quel pranzo natalizio, alla vista di quella
moneta, la prima cosa che mi venne in mente, fù, senza dir nulla ad alcuno, di
prendere la bicicletta e andare di filato a comprare un panino con la
mortadella.
Allora i negozi alimentari erano aperti anche a Natale e, ”lu Cesarinu te lu
custu” mi imbottì quella meravigliosa rosetta con due enormi fette di
mortadella.
Appena fuori, in una mano il manubrio della bicicletta, nell’altra il panino
addentato con somma goduria.
Entrai in casa! Mio padre notò ciò che stringevo orgogliosamente tra le mani.
Una buona e sonora dose di schiaffi fu la sua reazione alla vista di quel panino
e la motivazione di quel gesto fu:
- Non ti vergogni?
Chi, nel giorno di Natale, ti avrà visto mangiare per strada un panino con la
mortadella, avrà pensato che in casa nostra non avevamo altro da mangiare!
Non solo, con la mentalità di un bambino, non ci trovai nulla di cui
vergognarmi, ma la cosa che più mi addolorò fu che, con il primo ceffone, il
resto panino e relativa mortadella volò per aria e cadendo a terra trovò
subito il nostro gatto pronto a festeggiare il suo Natale. Che delusione!
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Tuglie...per raccontar paese...
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