Sono
trascorsi molti anni dalla sua morte, ma nella mente di chi la ricorda è
rimasto il suo sorriso vivo, il suo modo deciso e allegro insieme di
affrontare le cose, la sua franca comunicatività, il suo spendersi per gli
altri senza riserve e senza distinguo.
Una persona rara, di quelle che
dovrebbero non solo essere ricordate ma portate ad esempio proprio per il
loro modo di riferirsi agli altri.
La sua caratteristica fu sempre una
grande generosità; si aggiunga un’apertura mentale sorprendente in un paese
ancora troppo chiuso in timori e pregiudizi.
Diplomata in violino, avrebbe potuto tentare – e non le mancavano certo
attitudini e capacità – una brillante carriera concertistica. Si mise,
invece, al servizio degli altri, e in tanti modi.
Cercò di avvicinare molti
giovani alla musica, di inculcare in loro il senso della bellezza che fa
belli anche i pensieri; fu guida morale senza peso di moralismi.
Raccolse
intorno a sé ragazzi e giovani all’interno di un’organizzazione cattolica a
disposizione della quale mise generosamente la propria casa.
Nei momenti difficili seppe guardare con serenità, nei momenti lieti ebbe
equilibrio e misura.
Fu una di quelle figure che un paese dovrebbe tenere in
pregio, nella memoria collettiva, come una delle forze intellettuali e
morali che con umiltà, ma con energia, sanno contribuire decisamente al suo
progresso.
|