Leggendo l'articolo scritto dalla mia amica Rina su Decima Campana del mese di
ottobre mi sono detta:
e' bello che i nostri figli e nipoti sappiano chi erano effettivamente i nostri
nonni con il loro esempio.
Ricordo quel lontano natale del 1944 (io avevo 10 anni), quasi alla fine
dell’ultima guerra.
Vicino alla casa dei miei nonni a Tuglie (Le) in un grande palazzo c'era il
presidio dei militari di cui ne facevano parte tanti giovani soldati italiani
provenienti da ogni parte d'Italia che venivano addestrati per la guerra.
Erano ragazzi lontani dalle loro famiglie.
I miei nonni avevano tre figli impegnati su diversi fronti di combattimento e
tra questi c'era anche il mio papa'.
Di conseguenza erano preoccupati per i loro figli e cercavano di aiutare quei
ragazzi come potevano convinti come erano che con la loro fede e con il servizio
caritatevole giovasse a favore dei loro figli lontani.
Infatti nei miei ricordi vedo nella casa dei miei nonni un andirivieni di
soldati che si rifugiavano li per un caffè’ per riscaldarsi vicino al camino e
per un lungo periodo ho visto nel loro letto, un soldato ammalato che loro
curavano amorevolmente.
La notte di Natale del 1944 i miei nonni avevano in casa un sacco di farina
bianca, ricordo che la fecero lievitare in due grandi contenitori e fecero
tantissime frittelle per tutta la notte di Natale e fecero sentire il Natale
anche a tutti quei ragazzi lontani dalle loro famiglie, come lo erano i loro tre
figli.
In paese li criticavano vedendo tutto questo movimento di soldati nella loro
casa.
Loro invece erano felici e contenti del loro gesto, convinti che altri avrebbero
fatto lo stesso per i loro figli.
Il loro motto era questo :
il bene che fai non viene mai fatto per niente, il Signore lo ricompenserà' in
tanti altri modi.
Da allora son passati tanti anni e tutte le volte che ritorno al mio paese, mi
fermo a guardare quel portone grande di quel palazzo dove c’era quella caserma
di soldati e i miei occhi si riempiono di lacrime al ricordo di quei bellissimi
gesti che fecero i miei nonni per amore dei loro figli impegnati in una guerra
ingrata.
Purtroppo uno dei loro figli non tornò mai più’ nella sua casa.
Aveva ventuno anni e si chiamava Giovanni.
Fu disperso durante lo sbarco degli americani in Sicilia.
Di lui non si seppe più’ nulla.
I suoi genitori lo aspettarono per tutta la vita.
Morirono con quel grande dolore di aver perso un figlio per una guerra,...
ingiusta e crudele.
Allora eravamo dei bambini, ma nelle nostre menti e’ rimasto quel ricordo che
non possiamo mai dimenticare e trasmettere ai nostri figli e ai nostri cari
nipoti.
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Tuglie...per raccontar paese...
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