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Nel 1816 il Catasto aveva assegnato a Tuglie una superficie di 207
ettari, compresa la parte occupata dall’abitato. Nella ripartizione
territoriale di quel Catasto non si tenne in considerazione
l’importanza presente e futura dei vari Comuni, ma si tenne
principalmente conto del domicilio dei proprietari del terreno. Così
avvenne che l’intera masseria Aragona, vicinissima al paese, fu
aggiunta al feudo di Gallipoli solo perché i proprietari della
stessa erano domiciliati in quella città. Per questo motivo la parte
ovest dell’abitato di Tuglie si trovò nel territorio di Gallipoli.
Da quel momento il paese si estese nella direzione est, raggiungendo
ben presto i confini del territorio di Parabita. Nella suddetta
ripartizione non si tenne conto neppure delle condizioni di miseria
in cui si trovavano gli abitanti di Tuglie, un tempo ricchi
proprietari e bravi agricoltori, né del valore numerico della
popolazione che viveva nei paesi vicini. Secondo il censimento del
1861, Tuglie contava 1947 abitanti con un territorio di 207 ettari;
Neviano contava 1544 abitanti con un territorio di 1606 ettari;
Parabita, con una popolazione di poco superiore a quella di Tuglie,
disponeva di un territorio undici volte più grande (2303 ettari). In
quel tempo il Comune di Alezio non esisteva. Vi era soltanto il
sobborgo Picciotti, frazione di Gallipoli, fondato nel 1715 dal
gallipolino Carlantonio Coppola. Nel 1856, quando Picciotti divenne
Comune autonomo col nome di Alezio, gli fu assegnato un territorio
di 1960 ettari (dieci volte più grande di Tuglie). Lo stesso avvenne
per Sannicola quando nel 1910 si staccò da Gallipoli e divenne
Comune autonomo. In tale occasione gli fu assegnato un territorio di
2700 ettari (tredici volte più grande di Tuglie).
La parte del territorio di Tuglie che si trovava a nord dell’abitato
era costituita da colline rocciose (Spalla Cretazzi, Passaturi,
Aiavecchia) e quindi non adatte alla costruzione di case,
stabilimenti industriali e strade. Le forti piogge, ogni anno, per
il rapido declivio delle colline, avevano reso quelle zone
assolutamente inabitabili, costringendo le Amministrazioni comunali
a rifare ex novo le strade vicinali parecchie volte l’anno. La parte
del territorio di Tuglie immediatamente a sud dell’abitato, molto
limitata, era costituita da una vallata in cui si depositavano le
acque che scendevano dalla collina. Si trattava perciò di un terreno
acquitrinoso, inondato nel periodo delle piogge, dove proliferava l’Anofeles
che rendeva quella zona particolarmente malarica. Per questo si
spiega il naturale estendersi dell’abitato nella direzione
est-ovest.
Il Consiglio Comunale di Tuglie, nella seduta del 28 ottobre 1901,
affrontò per la prima volta il problema della ristrettezza
territoriale, facendo voti al Governo del Re perché provvedesse
all’ampliamento del proprio territorio comunale. A quel tempo era
Sindaco Giuseppe Ria che si fece promotore dell’iniziativa,
dichiarando lo stato di grave disagio del Comune per la limitata
estensione del suo territorio. Col nuovo censimento la popolazione
di Tuglie contava 4042 abitanti e tendeva ad estendersi nel
territorio dei Comuni di Alezio e di Gallipoli, confinanti col
paese. In quei territori sorgevano numerosi fabbricati ed abitavano
ben sette famiglie appartenenti a Tuglie. Bisognava porre riparo a
tale inconveniente chiedendo il sollecito intervento del Governo del
Re.
Purtroppo, in data 11 novembre 1901, il Sotto Prefetto di Gallipoli
restituì al Sindaco di Tuglie la deliberazione del Consiglio
Comunale come sopra adottata, facendo presente che … l’art. 114,
ultimo capoverso, della vigente legge comunale e provinciale limita
soltanto ai “Comuni murati” l’ampliamento del proprio territorio su
quello dei comuni contermini”. Aggiungeva, inoltre, che il Comune di
Tuglie non era “fra quelli murati” e che non esisteva alcuna
disposizione di legge che potesse accordare tale beneficio a quei
comuni, che, pur non essendo murati, si trovassero “deficienti di
territorio esterno”. (1)
Per presentare una nuova richiesta, si dovette aspettare fino al 30
dicembre 1923, quando il Governo dell’epoca, con Decreto
Provvidenziale n. 2839, intese aiutare i Comuni che, per la
ristrettezza del proprio territorio, si trovavano in condizioni
economiche disagiate.
All’art. 8 di questo Decreto è detto: “Con la procedura stabilita
dall’art. 119 della Legge, può ad un Comune essere dato od ampliato
il territorio esterno, quando è dimostrata l’insufficienza di essa
in rapporto all’impianto, all’incremento od al miglioramento dello
sviluppo economico del Comune stesso … L’ampliamento può aver luogo
con l’aggregazione di Comuni contermini, e, quando ciò non sia
necessario, può effettuarsi distaccando la parte del territorio che
sia riconosciuta sufficiente per l’esecuzione delle opere e per
favorire l’impianto e lo sviluppo dei servizi e industrie
rispondenti all’importanza ed efficienza del porto o di altri
stabilimenti pubblici, e per l’incremento economico del Comune”. (2)
E’ chiaro l’intendimento del Governo di dare maggiore respiro ai
Comuni che avevano il territorio limitato, sia per il miglioramento
dei servizi pubblici e sia per lo sviluppo economico degli stessi.
L’Amministrazione Comunale di Tuglie, guidata dal Sindaco Oreste
Primiceri, colse subito l’occasione per allargare i suoi confini
territoriali e nella seduta consiliare dell’otto luglio 1924 fu
deliberato di predisporre la pratica per domandare al Governo del Re
la concessione dell’ampliamento del territorio esterno del Comune in
conformità delle disposizioni contenute nel suddetto Regio Decreto
n. 2839. Nella stessa seduta fu conferito all’Ing. Cav. Paolo Sanò,
già assistente in Misure e Prove di Macchine all’Università di
Grenoble, l’incarico di presentare una dettagliata relazione
illustrativa con il piano topografico del territorio di Tuglie nei
suoi confini con i Comuni limitrofi.
La sera del 2 agosto 1924 il Consiglio Comunale approvò la relazione
presentata dall’Ing. Sanò e domandò al Governo del Re la concessione
dell’ampliamento del proprio territorio in conformità delle
disposizioni contenute nel Regio Decreto 30 dicembre 1923 n. 2839.
Inoltre, domandò la nomina di una Commissione Tecnica per procedere
ad una nuova ripartizione del territorio dei Comuni interessati
(Tuglie, Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita). La dettagliata
relazione dell’Ing. Sanò mise a fuoco la posizione territoriale di
Tuglie e per una migliore conoscenza dei problemi che la
riguardavano, l’Amministrazione ne fece stampare diverse copie dalla
Tipografia G. Stefanelli di Gallipoli per essere distribuite alle
autorità Governative e Provinciali, alle autorità dei Comuni
limitrofi, alle organizzazioni sindacali e politiche, ai cittadini
interessati. (3)
Con la sullodata relazione fu dimostrato che effettivamente il
Comune di Tuglie, a causa della ristrettezza del suo territorio
esterno, si trovava in tutte quelle disagiate condizioni che
impedivano l’incremento ed il miglioramento dei servizi pubblici e,
soprattutto, lo sviluppo economico del paese.
Il Comune di Tuglie, prima dell’entrata in vigore del Regio Decreto
n. 2839, aveva una popolazione uguale a quella dei Comuni di Alezio
e Parabita, e superiore a quella di Neviano e Sannicola; era,
inoltre, il solo di questi Comuni ad avere l’illuminazione
elettrica. (4) La maggior parte dei servizi principali si trovavano
nei territori dei Comuni confinanti. La centrale elettrica aveva
trovato posto nel territorio di Alezio, e la stazione ferroviaria,
pur essendo nell’interno dell’abitato di Tuglie, si trovava nel
territorio di Parabita.
Tuglie era un Comune prevalentemente agricolo. I suoi contadini
erano molto ricercati per eseguire lavori agricoli, proprio perché
tradizionalmente riconosciuti come i più provetti e scrupolosi
coltivatori della regione. Numerosi cittadini tugliesi erano
proprietari di terreni che si trovavano nei territori di Alezio,
Neviano, Parabita e Sannicola. Dai registri dell’Ufficio del Catasto
di Gallipoli risulta che 786 articoli erano intestati a tugliesi e
che oltre 600 proprietari di Tuglie possedevano terreni nei suddetti
Comuni per una estensione totale di 1000 ettari.
Oltre alle questioni di carattere civile, igienico, morale ed
economico, esistevano delle indiscutibili ragioni di giustizia che a
quel tempo richiedevano per Tuglie una maggiore estensione di
territorio. Fra l’altro, delle 1220 famiglie censite a Tuglie, circa
la metà era costituita da grandi e piccoli proprietari e l’altra
metà rappresentava la mano d’opera (costituita in massima parte da
contadini). Questo stato di cose giustificava il grande affannarsi
dei tugliesi alla ricerca di nuove terre da coltivare, anche in
luoghi distanti dalla loro abitazione (spesso emigrando in altri
Comuni).
La grave crisi economica che da diversi anni minacciava le nostre
regioni con la paura della disoccupazione, determinò la costituzione
di Cooperative di lavoro e Sindacati di contadini che proibivano
l’importazione della mano d’opera per proteggere quella locale. I
risultati di quei provvedimenti, per quanto giusti, furono
disastrosi. Infatti, mentre nei Comuni a grande estensione
territoriale veniva impiegata nei campi mano d’opera non sempre
specializzata, nel Comune di Tuglie, assolutamente privo di
territorio, contadini di riconosciuta bravura e competenza,
rimanevano con le braccia incrociate. E’ risaputo, infatti, che a
partire dal 1919 i contadini di Tuglie erano ostacolati a lavorare
nel territorio di altri Comuni e ciò fu spesso causa di conflitti
gravissimi.
I tugliesi non hanno mai trascurato le industrie agricole e quelle
connesse all’agricoltura. Già in tempi passati veniva largamente
usata l’industria olearia. Così pure l’industria vinicola e quella
dell’alcool, tanto che il Comune di Tuglie era considerato uno dei
maggiori produttori di alcool della Puglia. Eppure il più importante
stabilimento vinicolo, di proprietà del Sig. Salvatore Saccomanno,
essendo situato all’estremo ovest dell’abitato, si trovava nel
territorio di Alezio, ed il più importante stabilimento di alcool,
quello del Sig. Ambrogio Piccioli, era situato presso il confine di
Parabita. A seguito della crisi vinicola, molti agricoltori tugliesi
avevano trasformato i vigneti in campi di tabacco e gli industriali
avevano fatto sorgere due fabbriche per la lavorazione del tabacco
occupando circa 400 donne. Poiché per la lavorazione del tabacco
erano necessari 1000 metri quadrati di superficie coperta per ogni
mille quintali di prodotto lavorato, ne seguiva che la costruzione
dei nuovi stabilimenti, a causa della ristrettezza del territorio
tugliese, avveniva nei pressi della stazione ferroviaria e quindi
nel territorio di Parabita (con grave danno per l’economia di
Tuglie). Fra le altre industrie connesse all’agricoltura, vi era
quella della molitura del grano. Il più importante stabilimento del
settore era quello del Sig. Michele Cuppone e sorgeva sul confine
del territorio di Alezio. E’ ben chiaro che tutto ciò costituiva un
grande ostacolo allo sviluppo industriale del Comune di Tuglie.
Il nostro paese, prevalentemente agricolo, per salvaguardare i
produttori dall’ingordigia degli speculatori, aveva bisogno di un
mercato settimanale e di almeno due fiere di bestiame all’anno. Uno
dei prodotti più caratteristici di Tuglie, i piselli, era venduto in
vari punti del paese e non in piazza. Per questo, l’Amministrazione
Comunale impose la vendita dei piselli in Piazza Garibaldi e nei
giorni di domenica. Vi era poi la necessità d’istituire il mercato
in una località fuori del centro abitato. Uno dei luoghi prescelti
era il tratto di terreno compreso fra la via di Parabita e la
stazione ferroviaria, ossia nel territorio di Parabita.
Un altro grave problema che assillava gli Amministratori Comunali di
Tuglie era il Cimitero, che sorgeva sul declivio della collina
Aiavecchia, a circa 130 metri dall’abitato. Questo stato di fatto
contravveniva alle disposizioni della legge 22 dicembre 1888 n.
5849, che aveva fissato a 200 metri la distanza minima tra i
Cimiteri e l’abitato. Non solo, ma essendo il Cimitero situato sul
declivio della collina, costituiva un continuo pericolo
d’inquinamento per le acque del sottosuolo. Pertanto, vi era la
necessità di costruire un nuovo Cimitero in località
sufficientemente lontana dall’abitato e soprattutto pianeggiante.
Certamente non a valle, perché il terreno era acquitrinoso ed
inondato nel periodo delle piogge. Per cui il nuovo Cimitero doveva
sorgere a forza fuori del territorio di Tuglie, e precisamente sulla
strada provinciale Tuglie – Parabita, perché la Tuglie – Sannicola
era sparsa di case di campagna che tendevano a stabilire una
continuità fra il Comune di Tuglie e il vicino sobborgo di San
Simone. Ma un Cimitero non poteva sorgere fuori del territorio
comunale di appartenenza.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, con circolare del 30
novembre 1922, aveva invitato i Comuni d’Italia ad istituire il
Parco della Rimembranza a perenne memoria dei Caduti in Guerra. Il
nostro Comune aveva avuto 97 morti per la Patria, quindi occorreva
un terreno fuori dell’abitato ove mettere a dimora ben 97 alberi di
pino. Per commemorare i propri Morti si doveva ricorrere ai
territori dei Comuni vicini.
Il Comune di Tuglie doveva provvedere alla costruzione dell’edificio
scolastico, del macello pubblico e delle case popolari. L’istruzione
era impartita in diversi locali che non sempre avevano i requisiti
stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge. La macellazione
veniva fatta in locali improvvisati che non rispondevano alle
esigenze igieniche necessarie. La costruzione delle case popolari
era resa più grave per la ristrettezza del territorio. La crisi
degli alloggi aumentava e vi era la necessità di costruire edifici
popolari fuori del territorio comunale.
Altro problema vitale per Tuglie era la sistemazione delle strade e
della fognatura. Nelle giornate di pioggia le acque provenienti
dalle colline si riversavano nell’abitato per poi depositarsi a
valle, immediatamente a sud del paese. Il forte declivio delle
colline, ad ogni pioggia, dava alle vie del paese un carattere
torrenziale, rendendole assolutamente impraticabili. S’imponeva
quindi la necessità di una completa sistemazione, che doveva
comprendere il deviamento delle acque piovane a monte dell’abitato,
un sistema di fognature all’interno e la costruzione di depositi
raccoglitori a valle. Fra l’altro, quelle acque stagnanti
costituivano la sola causa della malaria che mieteva numerose
vittime nell’abitato di Tuglie. Con Regio Decreto 19 ottobre 1919 n.
2060 fu stabilito che la costruzione delle fognature per
l’Acquedotto Pugliese, era a carico dei Comuni col concorso dello
Stato. L’Ente Autonomo dell’Acquedotto Pugliese consigliava di
utilizzare le acque di rifiuto per irrigazioni agricole. Una tale
sistemazione comportava la costruzione di depositi raccoglitori nel
territorio di Parabita o di Alezio, con grandi vantaggi per
l’agricoltura di quei Comuni per niente obbligati a concorrere alle
spese d’impianto e di manutenzione. Uguali difficoltà esistevano per
le strade vicinali, tanto necessarie all’agricoltura. I cittadini di
Tuglie dovevano sottoporsi alla sistemazione stradale, voluta dai
Consorzi Agricoli e dalle Amministrazioni di altri Comuni, a proprie
spese.
Per dare una visione esatta delle condizioni amministrative del
Comune di Tuglie nel periodo precedente l’entrata in vigore del
Regio Decreto n. 2839, abbiamo preso in esame i Bilanci presentati
nel 1922 dai Comuni di Alezio, Parabita e Tuglie, che avevano lo
stesso numero di abitanti:
La sovrimposta comunale sui terreni e fabbricati era di £.
234.530,71 per Parabita, £. 117.544,37 per Alezio e £. 50.000 per
Tuglie. Quindi per i Comuni di Alezio e Parabita 4,6 e 2,3 volte
maggiore di Tuglie.
La sovrimposta media unitaria era di £. 60 per ogni ettaro nel
Comune di Alezio, di £. 101 nel Comune di Parabita e di £. 241 in
quello di Tuglie.
L’ammontare delle tasse comunali, esclusa la sovrimposta, era di £.
48.800 per il Comune di Alezio, di £. 48.885 per il Comune di
Parabita e di £. 71.650 per Tuglie. Quindi i cittadini di Tuglie
erano gravati per una volta e mezzo di più rispetto quelli di Alezio
e Parabita.
Le entrate effettive dell’esercizio 1922 erano di £. 213.077,96 per
il Comune di Alezio, di £. 293.536,12 per il Comune di Parabita e di
£. 126.105,80 per Tuglie.
I Bilanci dell’esercizio 1922 erano stati chiusi con i seguenti
totali: £. 213.077,96 per il Comune di Alezio, di £. 293.536,12 per
il Comune di Parabita e di £. 126.105,80 per Tuglie.
Queste considerazioni danno un’esatta visione delle disagiate
condizioni del Bilancio di Tuglie e della misura, piuttosto forte,
delle tasse che dovevano pagare i cittadini.
Le entrate effettive di Tuglie erano minori (quasi della metà) di
quelle di Alezio e Parabita e le tasse comunali erano una volta e
mezzo maggiori. Queste tasse erano rappresentate principalmente dal
dazio di consumo e dalla tassa d’esercizio, che gravavano quasi
esclusivamente sulle classi meno abbienti, cosa che le rendeva
maggiormente odiose. I proprietari tugliesi, possedendo 1000 ettari
di terreno nel territorio dei Comuni limitrofi, dovevano pagare le
tasse di famiglia e di esercizio ai Comuni in cui si trovavano i
terreni. Alla suddetta imposizione di tasse, corrispondeva poi una
deficienza di servizi pubblici determinata dalla ristrettezza del
Bilancio comunale. Le spese generali, di pulizia e d’igiene, pari a
£. 98.593,38, assorbivano la maggior parte delle entrate effettive
di £. 126.105,80. Le rimanenti £.27.512,42 erano quasi totalmente
assorbite dall’istruzione pubblica e dalla beneficenza. Pertanto, le
condizioni disastrose del Bilancio non consentivano la contrazione
di mutui per opere pubbliche, mancando la possibilità di pagare gli
interessi e le rate di estinzione del debito. Quindi, la
ristrettezza del territorio comunale si ripercuoteva sul Bilancio e
metteva i cittadini nelle condizioni di essere fortemente gravati
dalle tasse e di usufruire di servizi pubblici molto ridotti.
Subito dopo l’approvazione degli atti da parte del Consiglio
Comunale di Tuglie, il Sindaco Oreste Primiceri, con lettera del 24
agosto 1924, inviò al Sotto Prefetto di Gallipoli, per gli
adempimenti di legge (art. 119), una copia della deliberazione
consiliare del 2 agosto 1924 e della Relazione illustrativa
dell’Ing. Paolo Sanò che faceva parte integrante della stessa.
Il 15 novembre 1924 la Prefettura ebbe a rilevare che la suddetta
deliberazione, con allegata Relazione, non era stata comunicata alle
Amministrazioni Comunali di Alezio, Neviano, Parabita e Sannicola
per le loro eventuali osservazioni. Per quanto non prescritta dalla
legge, l’opportunità di comunicare il provvedimento ai Comuni
interessati, avrebbe consentito la raccolta degli elementi necessari
per valutare bene i mutamenti territoriali richiesti. Per
riscontrare la suddetta nota, in data 8 ottobre 1924, Il Sindaco
Primiceri inviò al Sotto Prefetto di Gallipoli quattro copie della
deliberazione, con la Relazione Sanò, per essere notificate ai
Comuni interessati. Successivamente, lo stesso Sindaco convocò per
la sera del 15 novembre, presso la sede Municipale, trentasette
proprietari terrieri, il Segretario politico, i rappresentanti del
Fascio, il Presidente della Sezione Combattenti ed altre
personalità, per chiarire ed illustrare l’azione intrapresa
dall’Amministrazione in favore dell’ampliamento del territorio
comunale.
Appena si sparse la notizia della domanda presentata dal Comune di
Tuglie al Governo del Re per l’ampliamento del proprio territorio,
nei Comuni vicini si diffuse una certa agitazione. In particolare,
nel Comune di Sannicola e nella vicina frazione San Simone si
diffuse un gran movimento di gente per la raccolta di firme in segno
di protesta. Poi la mattina del 21 dicembre 1924, alle ore 10, nella
sala consiliare del Municipio di Sannicola, si riunì il Consiglio
Comunale per deliberare sulle deduzioni in ordine alla domanda
dell’Amministrazione comunale di Tuglie. Il Sindaco, Avv. Luigi
Stajano, dichiarata aperta la seduta, invitò il Segretario Salvatore
Picciolo a leggere la deliberazione adottata dal Consiglio Comunale
di Tuglie in data 2 agosto 1924, la relazione illustrativa allegata
alla stessa, e la relazione presentata dal Sindaco Stajano e dalla
Giunta di Sannicola contro “l’ingiusta pretesa, del Comune di
Tuglie, di ampliare il suo territorio specialmente e, quasi
totalmente, a danno del Comune di Sannicola, che nel 1911 ricevette
in dotazione patrimoniale quel tanto allora creduto appena
sufficiente per sostenere i più indispensabili servizi pubblici.
Minimo di allora, oggi insufficiente agli stessi servizi sia pure
ridotti alla metà; tanto che si è dovuto abolire la vigilanza
campestre, ridurre l’illuminazione pubblica a soli sei mesi
dell’anno, ecc.” (5)
La relazione dell’Amministrazione comunale di Sannicola sosteneva
che il Comune di Tuglie, con ripetute deliberazioni, aveva domandato
al Governo del Re l’ampliamento del proprio territorio in danno dei
quattro comuni limitrofi per sopperire all’insufficienza del reddito
imponibile urbano e rurale tassabile di fronte alle esigenze del suo
bilancio. Per eliminare le suddette “insufficienze” era stato
chiamato a contribuire maggiormente il Comune di Sannicola “con
oltre quattrocento ettari dei migliori terreni del suo territorio e
con la importante frazione di S. Simone, che rappresenta un valore
quattro o cinque volte maggiore di quello che si pretende dagli
altri comuni presi insieme”. (6) La relazione aggiungeva che “la
pretesa del Comune di Tuglie di annettersi la frazione di San
Simone, oltre il pingue territorio che la circonda,ciò che forma in
sostanza la base di tutta questa “agitazione”, osta contro le
precise disposizioni dell’ultimo paragrafo dell’art. 120 della Legge
comunale e provinciale; tanto più che l’annessione al Comune di
Tuglie, lungi dall’essere un desiderio della maggioranza dei
cittadini ed elettori di quella frazione, rappresenta una
tradizionale e costante avversione, tanto che quei cittadini con
atto, che per non prestarsi ad alcun dubbio, hanno voluto compiere
innanzi a un notaio (Filippo Vetromile di Alezio), hanno dichiarato,
tutti, nessuno escluso, che intendono rimanere,come erano prima,
aggregati al Comune di Sannicola”. (7)
Terminata la lettura, vari consiglieri protestarono contro la
domanda del Comune di Tuglie, ritenuta ingiusta ed improponibile per
quanto concerneva il Comune di Sannicola, stante le gravi difficoltà
economiche in cui si trovava. Alcuni consiglieri proposero anche di
chiedere al Comune d’origine, Gallipoli, una porzione di territorio
sufficiente al mantenimento dei pubblici servizi.
Alla fine della discussione, il Consiglio Comunale approvò
pienamente la relazione del Sindaco e della Giunta e deliberò di
protestare ed opporsi contro la deliberazione presa dal Comune di
Tuglie, del 2 agosto 1924; di dare mandato al Sindaco di resistere
tanto in via amministrativa quanto in via giudiziaria alle pretese
del Comune di Tuglie, coi mezzi che crederà più opportuni, nonché di
iniziare trattative per un supplemento di patrimonio, risultando
insufficiente quello assegnato, nella ripartizione dal Comune di
Gallipoli. (8)
Il Sindaco Stajano commissionò alla Tipografia G. Stefanelli di
Gallipoli la stampa della Relazione col titolo “Per l’integrità
territoriale del Comune di Sannicola” (Controdeduzioni alla
richiesta di ampliamento territoriale del Comune di Tuglie), per
essere distribuita alle autorità, ai Comuni interessati ed ai
cittadini di Sannicola e di San Simone.
Gli altri Comuni limitrofi, occupandosi della richiesta di Tuglie,
vollero difendere i loro interessi con deliberazioni intonate a
serietà, obbiettività e valutazioni varie. Solo l’Amministrazione di
Sannicola, era scesa in guerra col proposito di svalutare
artificiosamente le aspirazioni del Comune di Tuglie, presentando
delle controdeduzioni a base di false affermazioni ed incompetenze,
consacrate nella deliberazione consiliare del 21 dicembre 1924.
L’Amministrazione di Tuglie, per sostenere il suo diritto al
riconoscimento dell’ampliamento del territorio, ritenne necessario
controbattere le determinazioni del Consiglio Comunale di Sannicola
con una relazione suppletiva presentata dallo stesso Ing. Paolo Sanò
ed intitolata: Supplemento alla Relazione per la richiesta di
allargamento del territorio del Comune di Tuglie.
Sottoposta all’esame del Consiglio Comunale, la relazione suppletiva
fu approvata con deliberazione del 31 gennaio 1925 e stampata dalla
Tipografia G. Stefanelli di Gallipoli per essere diffusa allo stesso
modo della Relazione principale.
Con quel documento l’Ing. Sanò intese dimostrare che le riforme
della nuova Legge Comunale e Provinciale, avevano messo il Comune di
Tuglie, per le ristrettezze economiche in cui si trovava,
nell’impossibilità di compilare il proprio bilancio. Con un’entrata
effettiva di £. 130.000, da molto tempo aveva adottato un sistema di
forti economie e spesso con grave danno per i servizi pubblici.
Nell’esercizio 1922 le Spese Generali figuravano in bilancio per £.
67.579,44; nel 1923 furono ridotte a sole £. 46.833,47 e nel 1924 a
£. 44.378,27. (9)
Di conseguenza il personale dell’ufficio era stato ridotto ad un
segretario interinale ed un solo impiegato; le guardie municipali
erano soltanto due e funzionavano da applicati comunali, da uscieri
e da messi; avevano la custodia e la manutenzione dell’orologio
pubblico e di tutti gli edifici pubblici; infine svolgevano anche il
servizio di polizia urbana e di guardie campestri.
La relazione sosteneva che il Comune di Tuglie si trovava da diverso
tempo nelle condizioni riconosciute dalla legge per ottenere
l’allargamento del territorio. Tale problema si agitava da anni nel
nostro paese, ma non era stato mai affrontato con decisione.
Prendendo in esame i vari Regi Decreti emessi prima della nuova
riforma e riguardanti l’allargamento dei Comuni a limitato
territorio, si poteva osservare che tutte le ragioni e le condizioni
apportate dai Comuni richiedenti e riconosciute dal legislatore,
trovavano riscontro nelle condizioni del Comune di Tuglie. Questo
Comune, infatti, a causa della ristrettezza del suo territorio e
della particolare configurazione del suolo, non aveva più
disponibilità di aree fabbricabili e doveva costruire il macello,
l’edificio scolastico, le case popolari ed il nuovo cimitero. Non
solo, ma lo sviluppo economico e civile di Tuglie aveva raggiunto
un’importanza tale da rendere indispensabile alla vita del Comune,
una maggiore assegnazione di territorio. Nella Relazione principale,
infatti, era stato ampliamente illustrato l’impedimento allo
sviluppo economico del Comune per l’insufficienza del proprio
territorio. Perciò l’Amministrazione non poteva assolutamente dotare
il territorio circostante di acque, di strade urbane e vicinali, di
forza motrice, di canali per distribuire le acque piovane e di case
coloniche, perché tutte queste opere cadrebbero nei territori dei
Comuni limitrofi.
Quanto alla frazione di San Simone, dopo aver dimostrato che il
consenso non era necessario, faceva presente che la richiesta
aggregazione di detto sobborgo era soltanto una delle possibili
soluzioni prospettate, lasciando arbitra la Commissione ripartitrice
di delimitare a suo giudizio il futuro territorio di Tuglie.
Il 6 maggio 1925 il Ministero dell’Interno, accettando la proposta
del Prefetto di Lecce, concesse ai Comuni interessati di
sperimentare la via dell’accordo bonario in merito alla domanda
presentata dal Comune di Tuglie per ottenere l’ampliamento del suo
territorio. Le trattative dovevano concludersi nel termine
perentorio di un mese. Trascorso inutilmente tale periodo, il
Ministero avrebbe dato corso ai provvedimenti d’ufficio. Nello
stesso tempo le Amministrazioni furono invitate ad impegnarsi
seriamente perché le trattative bonarie avessero sollecito corso,
informato al migliore spirito conciliativo. Quel termine, di proroga
in proroga, fu protratto fino ad aprile 1926, nel quale mese, i
Sindaci di Parabita, Neviano, Sannicola e Tuglie stabilirono quanto
appresso:
Verbale di adunanza dei Sindaci interessati nella questione
dell’ampliamento del territorio del Comune di Tuglie nella sede
municipale di Sannicola il giorno 11 aprile 1926 alle ore 10,30;
presenti i rappresentanti dei Comuni di Parabita, Tuglie, Neviano e
Sannicola nelle persone dei Signori: 1) Cav. Dott. Giuseppe Vinci,
Sindaco di Parabita 2) Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di Tuglie 3)
Chirivì, Assessore Comune di Neviano 4) Comm. Avv. Luigi Stajano,
Sindaco di Sannicola. Assente il responsabile del Comune di Alezio
Cav. Ferruccio Fiorito, Sindaco di Alezio. Assiste il Segretario
Sig. Salvatore Picciolo. I convenuti: Considerato che è ormai giunto
il momento di prendere una definitiva decisione nella ben nota
questione dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie;
Considerato che tale decisione, purché non riesca la meno gradita
alle diverse parti in conflitto, deve tener conto degli interessi
del Comune di Tuglie e degli interessi degli altri Comuni, che
subiranno lo smembramento dei propri territori; Lette le diverse
note prefettizie, con le quali si è, nel passato, sollecitata la
definizione delle trattative, in ordine alla domanda
dell’ampliamento territoriale, come detto; Visti i propri deliberati
adottati in antecedenti riunioni; Ritenuto che pur avendo la
possibilità di opporsi e resistere alla richiesta dell’ampliamento
in parola, ritengono opportuno per un atto di simpatia verso il
Comune di Tuglie ed in considerazione delle gravi difficoltà
d’indole finanziaria ed economica in cui lo stesso Comune è
costretto a svolgere ogni attività in una limitatissima cerchia di
territorio, sacrificare in parte quel sentimento di seria ed onesta
intransigenza fin oggi manifestata in ordine alla domanda di
ampliamento di cui innanzi; Su proposta del Sindaco del Comune di
Sannicola Comm. Avv. Luigi Stajano, deliberano: 1°) Di essere tutti
d’accordo nel ritenere ormai chiusa la fase delle proposte e
controproposte per la soluzione del problema dell’ampliamento
territoriale del Comune di Tuglie. 2°) Segnatamente i signori
rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e Sannicola,
deliberano d’impegnare, col presente atto, e salve le necessarie
ratifiche dei competenti organi amministrativi, i rispettivi Comuni
per la cessione in favore del Comune di Tuglie di una zona di
territorio dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno. 3°) Di
dare comunicazione del presente accordo all’Ill.mo Sig. Capo della
Provincia, perché si compiaccia predisporre gli atti per una
concreta e sollecita definizione del problema relativo
all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie. Atto fatto,
confermato e sottoscritto. (10)
Il Sindaco Primiceri, ricevuto il verbale per la sottoscrizione, con
nota del 29 luglio 1926 n.1482, osservò che al Comune di Tuglie
dovevano essere comunicate le deliberazioni con cui erano stati
accettati gli impegni assunti dai Sindaci per la cessione della zona
di territorio dell’estensione di 150 ettari ognuno; tenendo presente
che a quella riunione non si era presentato il Sindaco di Alezio
perché riteneva che la sua adesione a quel deliberato avrebbe leso
gli interessi del Comune.
Poiché la pratica era ancora inefficace per il ritardo frapposto dai
Comuni per la bonaria definizione della questione, il 25 settembre
1926, il Sindaco di Tuglie chiese al Presidente della Federazione
Provinciale degli Enti Autarchici di Lecce di intervenire
fattivamente perché i Comuni di Sannicola, Neviano e Parabita
adottassero le deliberazioni per la cessione bonaria dei 150 ettari
di terreno ciascuno al Comune di Tuglie. Inoltre, chiese che il
Comune di Alezio spiegasse le ragioni del suo voto contrario alla
risoluzione dell’annoso problema. Tutto ciò al fine di trasmettere
gli atti al Ministero dell’Interno per i provvedimenti definitivi di
competenza.
Finalmente il 2 settembre 1926 il Consiglio Comunale di Parabita,
sotto la Presidenza del Cav. Dott. Giuseppe Vinci, deliberò di
confermare il verbale votato dai Sindaci dei Comuni interessati in
data 11 aprile 1926, consentendo che dal territorio di Parabita
venisse distaccata una estensione di ettari 150 per l’ampliamento
del territorio del Comune di Tuglie. Il 14 ottobre 1926 il Podestà
del Comune di Neviano, Cav. Rag. Attila Piccolo, deliberò di cedere
al Comune di Tuglie 150 ettari del proprio territorio comunale, come
concordato nell’adunanza dei Sindaci sopra indicata. Il 31 dicembre
1926 il Commissario Prefettizio Miggiano del Comune di Alezio,
deliberò di aderire alla richiesta del Comune di Tuglie assegnando
allo stesso una zona del territorio di Alezio dell’estensione di 150
ettari. Infine, il 16 febbraio 1927 il Podestà di Sannicola, Comm.
Avv. Luigi Stajano, deliberò di cedere al Comune di Tuglie 150
ettari di territorio, facendo voti al Governo del Re perché sul
riordinamento territoriale fra i Comuni di Alezio, Neviano, Parabita,
Sannicola e Tuglie, tenesse conto della domanda degli elettori della
frazione di San Simone, rivolta per ottenere l’aggregazione al
Comune di Sannicola di quella parte della frazione posta sotto la
giurisdizione del Comune di Alezio. (11)
Soltanto in data 10 marzo 1927 il Prefetto poté trasmettere le
deliberazioni adottate dai Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e
Parabita con le quali ciascuno dei Comuni aveva aderito a cedere 150
ettari del proprio territorio per l’ampliamento di quello di Tuglie.
Inoltre, pregava il Sindaco di far adottare dal Consiglio Comunale
una corrispondente deliberazione di accettazione e di far tenere una
pianta delle nuove zone territoriali da annettere, insieme con una
domanda indirizzata al Governo del Re perché l’accordo intervenuto
fosse sanzionato con Regio Decreto.
Il Podestà di Tuglie, con propria deliberazione del 18 novembre 1927
n. 43 accettò la cessione dei territori così come concordata con i
rappresentanti dei Comuni vicini. Poi, espletata la pratica, il 25
novembre 1927 inviò al Prefetto di Lecce la domanda di seguito
trascritta perché fosse rimessa al Ministero dell’Interno:
Tuglie, 25 novembre 1927 Anno VI N.576 di Prot.
Al Governo del Re – Roma
Il sottoscritto Podestà del Comune di Tuglie, in esecuzione della
deliberazione del Consiglio 2 agosto 1924 ed a quella del Podestà
adottata in data 18 novembre 1927, relativa all’ampliamento del
territorio di questo Comune, essendo intervenuto l’accordo bonario
tra i Comuni limitrofi di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano per
la cessione da parte di ciascuno di detti Comuni di ettari 150 di
territorio da annettere a quello di Tuglie, riconosciuto
insufficiente per il suo sviluppo economico, presenta domanda perché
l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. Alla domanda
allega la prescritta documentazione.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri (12)
Successivamente, il Corpo Reale del Genio Civile di Lecce, avendo
ricevuto dal Prefetto l’incarico di predisporre gli atti per
l’ampliamento del territorio di Tuglie, chiese il pagamento della
somma di £. 300 per indennità di sopraluoghi, rimborso di viaggi e
spese varie per l’espletamento dei rilievi sul posto. Anche
l’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce, fu interessato per la
redazione degli atti catastali e per il rilascio dei fogli di mappa
dei terreni aggiunti.
Definita la pratica, il 28 giugno 1928 fu dato a San Rossore il
Regio Decreto a firma di Vittorio Emanuele III e controfirmato da
Mussolini:
VITTORIO EMANUELE III
Per Grazia di Dio e per Volontà della Nazione
RE D’ITALIA
In virtù dei poteri conferiti dal Governo con Regio Decreto-Legge 17
marzo 1927, N° 383.
Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro-Segretario di
Stato, Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno;
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO
Art. 1
Le zone di territorio dei Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e
Parabita indicate nella pianta planimetrica vistata in data 24
aprile 1928 dall’Ingegnere Capo dell’Ufficio del Genio Civile di
Lecce, sono aggregate al Comune di Tuglie.
La parte della frazione San Simone, ora appartenente al Comune di
Alezio e delimitata nella pianta
Anzidetta, è aggregata a quello di Sannicola.
La pianta planimetrica sopra richiamata, vidimata d’ordine Nostro
dal Ministro proponente, farà parte integrante del presente decreto.
Art. 2
Al Prefetto di Lecce è demandato di provvedere, sentita la G.P.A.,
al regolamento dei rapporti patrimoniali fra i Comuni le cui
circoscrizioni vengono modificate col presente decreto.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del
Regno d’Italia mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a San Rossore, addì 28 giugno 1928 (Anno VI)
F.to Vittorio Emanuele
C.to Mussolini (13)
Con lettera del 9 agosto 1928 n.3200, la Prefettura di Lecce
notificò al Podestà di Tuglie la copia del suddetto Decreto, con
invito a regolare i rapporti patrimoniali conseguenti
all’ampliamento del territorio.
Per questi adempimenti, fu incaricato l’Ing. Maronna, reggente del
Catasto di Lecce, che eseguì personalmente le monografie dei termini
del nuovo territorio di Tuglie.
Il 9 novembre 1931, essendo stati ultimati gli adempimenti tecnici
ed amministrativi della pratica, il Podestà sollecitò il Catasto di
Lecce a designare un proprio tecnico per la delimitazione, mediante
apposizione dei termini lapidei, dei nuovi confini territoriali di
Tuglie dopo l’ampliamento.
Nello stesso anno fu provveduto anche alla compilazione dei ruoli
delle tasse comunali e particolarmente della tassa sulle attività
industriali e di patente. Molti affittuari e mezzadri che pagavano
le tasse ai Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita, avendo
i terreni in quei Comuni, ora dovevano pagare la nuova tassa di
patente al Comune di Tuglie. Per questa ragione, i Podestà dei
Comuni sopra indicati furono obbligati ad accantonare le somme
comprese nel ruolo di patente, per l’esercizio 1931, essendo le
stesse di pertinenza del Bilancio di Tuglie.
Negli anni seguenti non mancarono i problemi sulle competenze
territoriali dei Comuni interessati, ma la questione
dell’ampliamento del territorio comunale, di vitale importanza per
lo sviluppo civile ed economico di Tuglie, era stata finalmente
risolta grazie alla tenacia ed alla volontà della nostra gente.
LUCIO CAUSO
NOTE
(1) Archivio Storico Comune Tuglie (ASCT): Carteggio allargamento
territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I – CLS 1.
(2) Ibid.
(3) ASCT: Comune di Tuglie. Relazione illustrativa per la richiesta
di allargamento del territorio del Comune di Tuglie. Cav. Ing. Paolo
Sanò. Tip. G. Stefanelli Gallipoli 1924. Carteggio allargamento
territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I-CLS 1. Nella seduta
consiliare di Tuglie del 2 agosto 1924 di approvazione della
suddetta relazione e di presentazione della domanda al Governo del
Re per l’ampliamento del territorio comunale, erano presenti, oltre
al Sindaco-Presidente Cav. Oreste primiceri, i seguenti Consiglieri:
De Salve Vincenzo, Erroi Pantaleo, Leopizzi Cav. Dott. Giuseppe,
Picciolo Mariano, Pino Salvatore, Saccomanno Cosimo, Saccomanno
Giuseppe, Stamerra Vincenzo, Tarantino Salvatore. Assenti: Primiceri
Salvatore, Garzia Raffele, Rocca Michele, Vergine Pasquale.
Dimissionari: Piccioli Ambrogio e Bernardi Giuseppe. Deceduti: Ria
Antonio e Mosco Raffaele. Decaduti: Stamerra Giovanni e Vergine
Giuseppe. Segretario Scuro Ludovico.
(4) ASCT: Deliberazione Consiglio Comunale n. 25 del 14.11.1911
“Impianto elettrico interprovinciale”. Il Sindaco Ambrogio Piccioli
comunica che il Prefetto di Lecce con nota del 28 ottobre 1911 ha
trasmesso la relazione riguardante la installazione di un impianto
elettrico interprovinciale. Il Consiglio delibera favorevolmente per
l’illuminazione elettrica nel Comune di Tuglie impegnando la spesa
massima di £. 1490 all’anno (pari a quella per l’illuminazione
pubblica con 47 fanali) per il funzionamento del relativo impianto.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 7 del 31 gennaio 1925
“Luce elettrica” fu approvata la stipula del contratto per la
concessione alla Ditta Michele Cuppone da Tuglie assunto da 1°
gennaio 1924 col canone annuo di £. 16.500.
(5) ASCT: Comune di Sannicola. Per l’integrità territoriale del
Comune di Sannicola. Controdeduzioni alla richiesta di ampliamento
territoriale del Comune di Tuglie. Tip. G. Stefanelli Gallipoli
1924.
(6) Ibid.
(7) ASCT:Ibid. Gli elettori Amministrativi e Politici della frazione
di San Simone, avevano sottoscritto l’atto del 22 dicembre 1924 pel
Notaio Filippo Vetromile, “che suona protesta alla domanda del
Comune di Tuglie per ampliamento del proprio territorio”, che di
seguito si riporta: “Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di Lecce.
I sottoscritti, residenti nella Frazione di San Simone, aggregata al
Comune di Sannicola (Lecce) dichiarano che, di fronte alle pratiche
che sta svolgendo il Comune di Tuglie per aggregarsi la Frazione di
San Simone ed il circostante territorio, intendono rimanere, come
sono, aggregati al Comune di Sannicola a cui sono stati
tradizionalmente uniti, in cui è la somma dei loro affari, delle
loro parentele, delle loro amicizie ed in cui sono sepolti i loro
morti. Appongono la loro firma in prova della loro decisa volontà e
perché le Autorità Superiori, nella loro giustizia, ne tengano
conto. Sannicola 22 Dicembre 1924 - Seguivano cinquantacinque firme
e l’autentica delle stesse da parte del Notaio Filippo Vetromile,
alla presenza dei testimoni: Raffaele Ventura, impiegato, e
Pisanello Ippazio, guardia municipale. Numero del Repertorio
7732/88. A quest’atto, in pari data, ne seguì un secondo con Numero
7733/88 di Repertorio, sottoscritto da quindici comparenti che
avevano dichiarato di non potere firmare l’atto perché
analfabeti.Ibid.
(8) ASCT: Comune di Tuglie. Supplemento alla Relazione per la
richiesta di allargamento del territorio del Comune di Tuglie. Tip.
G. Stefanelli Gallipoli 1925. Carteggio allargamento territorio
Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I-CLS 1.
(9) ASCT: Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie
1924-1931. CTG I-CLS 1.
(10) Ibid.
(11) La frazione di San Simone un tempo era gestita insieme dal
Comune di Sannicola e da quello di Alezio, nella rispettiva
proporzione numerica di 509 e 200 abitanti. Ciò dava luogo a seri
inconvenienti specialmente per quanto rifletteva il seppellimento
dei defunti che, pur appartenendo alla stessa famiglia, venivano
sepolti in Cimiteri diversi. L’Amministrazione promiscua lamentata
dagli abitanti della frazione, danneggiava seriamente gli interessi
civili della borgata e ne sacrificava ogni aspirazione. Pertanto, fu
chiesto che l’intera borgata San Simone passasse alle dipendenze
dell’Amministrazione del Comune di Sannicola in proporzione degli
abitanti e degli interessi divisi.
(12) ASCT: Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie
1924-1931. CTG. I-CLS 1.
(13) Ibid.
APPENDICE
“ARCHIVI DI TUGLIE”
Documenti ordinati e trascritti da Lucio Causo
6 maggio 1925 n. 7575. Regia Prefettura di Lecce. Al Sindaco di
Tuglie. Il Ministero, accettando la proposta della Prefettura, ha
sospeso di provvedere sull’affare in oggetto, perché i Comuni
interessati sperimentano la via dell’accordo bonario in merito alla
domanda fatta dal Comune di Tuglie per ottenere l’ampliamento del
suo territorio. Le trattative debbono essere portate a conclusione
nel termine perentorio di un mese, trascorso il quale inutilmente il
Ministero darà corso ai provvedimenti d’ufficio. Adoperarsi perché
le trattative bonarie abbiano il più sollecito corso e siano
informate al maggiore possibile spirito conciliativo. Il Prefetto di
Lecce.
7 giugno 1925 n. 1334. Al Prefetto di Lecce. Mi onoro significare
alla S.V. Ill.ma che è già decorso il termine assegnato da cotesta
On.le Prefettura ai Comuni reclamanti avverso la pratica per
l’ampliamento del territorio di Tuglie, senza che i Comuni stessi
abbiano almeno dato inizio al dichiarato proposito di componimento
bonario. Pertanto mi permetto, nell’interesse del Comune di Tuglie,
di pregarLa di voler informare di quanto sopra il competente
Ministero. La S.V. sa quale urgenza rivesta il provvedimento senza
del quale questa Amministrazione si troverà ben presto in condizioni
di non poter funzionare. Sicuro del suo vivo interessamento, La
ringrazio in nome dell’intera Amministrazione e mio personale e
devotamente La ossequio. Dev.mo Totò Primiceri (assessore). Con nota
n. 1335 in pari data inviata copia al Sottoprefetto di Gallipoli.
26 giugno 1925 n. 3124 Urgente. Regia Sottoprefettura di Gallipoli.
Al Sig. Sindaco di Tuglie. Per gli opportuni provvedimenti comunico
a V.S. la seguente lettera del Sig. Prefetto: “Con lettera 16 maggio
u.s. n. 1081 il Sindaco di Alezio comunicò un verbale nella medesima
data, dell’adunanza dei Sindaci di Parabita, Neviano, Sannicola e
Alezio, con la quale si chiede la proroga del termine di un mese
assegnato da questa Prefettura ai detti Comuni per concludere
l’accordo col Comune di Tuglie circa l’oggetto a margine. Pregasi
V.S. di comunicare ai cinque Comuni interessati che il detto termine
viene prorogato sino al primo agosto p.v. avvertendo che le pratiche
relative debbono essere condotte con tutta alacrità e serietà
d’intenti. Si prega inoltre d’informare che cosa si sia fatto sinora
per raggiungere l’accordo, poiché non sarebbe ammissibile che la
proroga chiesta abbia scopo esclusivamente dilatorio. Il
sottoprefetto di Gallipoli.
Comune di Sannicola. 13 luglio 1925 n. 1972. Oggetto: Invito Comune
di Sannicola. Sig. Sindaco di Tuglie. Gentilissimo Collega, aderendo
ad analogo invito rivolto dalla competente Autorità, come più
anziano tra i colleghi dei Comuni interessati, mi permetto pregarvi
di volerci incontrare in questa Casa Comunale il giorno 16 corrente
alle ore 10 per discutere in merito alla domanda avanzata dal Comune
di Tuglie per ampliamento del proprio territorio. Con ossequio e
ringraziamenti. Il Sindaco Comm. Avv. Luigi Stajano.
Il 16 luglio 1925 alle ore 10,30 si riunirono nell’ufficio del
Sindaco di Sannicola le rappresentanze dei Comuni di Parabita,
Neviano, Alezio, Tuglie e Sannicola nelle persone dei Signori Dott.
Giuseppe Vinci, Sindaco di Parabita; Donato Marzo, delegato dal
Sindaco di Neviano; Cav. Ferruccio Fiorito, Sindaco di Alezio e
Rocco Durante, Assessore dello stesso Comune; Avv. Comm. Luigi
Stajano, Sindaco di Sannicola; Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di
Tuglie; per discutere, bonariamente, sulla domanda del Comune di
Tuglie per l’ampliamento del proprio territorio. I convenuti, alla
fine della discussione, decisero di chiedere al Prefetto una proroga
a tutto il 1° ottobre 1925 per concludere un accordo sulle richieste
del Comune di Tuglie ed intanto stabilirono di convocarsi per il 20
agosto per uno scambio di vedute e per sottoporre elementi nuovi di
giudizio, anche nel merito della stessa domanda.
22 luglio 1925 n. 2061. Al Sindaco di Sannicola. Sindaco di Tuglie
prega convocare i Sindaci dei Comuni interessati all’ampliamento del
territorio per 27.7.1925 alle ore 9.
18 agosto 1925 n. 2364. Al Sindaco di Tuglie. Giusta decisione
adottata nella riunione del 16 luglio u.s. fra i rappresentanti dei
Comuni interessati nella questione territoriale avanzata dal Comune
di Tuglie, invita favorire Ufficio Sindaco Sannicola, il 20 corrente
agosto, alle ore 10, onde continuare le trattative iniziate il 16
luglio come sopra detto. Sindaco di Sannicola Stajano.
19 agosto 1925 n. 4172. Regia Sottoprefettura di Gallipoli. Al
Sindaco di Tuglie. Comunico che Ministero Interno con suo foglio
31.7.1925 n. 15331, convenendo nel parere espresso dalla Prefettura,
ha disposto che il termine fissato ai Comuni di Parabita, Alezio,
Neviano e Sannicola, venga prorogato d’accordo con Tuglie al 1°
ottobre per la definizione delle trattative riguardanti l’oggetto.
Il Sottoprefetto di Gallipoli.
27 settembre 1925 n. 2762. Comune di Sannicola. Al Sindaco di
Tuglie. Nella seduta del 20 agosto 1925 venne stabilito che la S.V.
nell’interesse del Comune di Tuglie, avrebbe presenziato ad una
nuova riunione dei Sindaci interessati, da fissarsi, per una
proposta concreta sul fabbisogno minimo di territorio da staccarsi
eventualmente da ciascun Comune, per l’ampliamento indispensabile
all’interesse economico del Comune di Tuglie. Essendo passato più di
un mese da tale deliberazione e non essendo stata avanzata nessuna
proposta, una nuova riunione, mentre è per spirare la proroga
concessa per la definizione della pratica, sollecita determinazione.
Il Sindaco di Sannicola.
27 settembre 1925.Al Sindaco di Sannicola. Il Sindaco di Tuglie
chiede una nuova proroga per la stagione estiva, consiglieri assenti
e per vendemmia in corso. Proroga necessaria per imminenza scadenza
del termine (1° ottobre). Non è estranea la circostanza di aver
saputo della malattia del Sindaco Stajano che le impedirebbe di
prendere parte alla riunione. Indispensabile ottenere una nuova
proroga. Il Sindaco di Tuglie.
27 settembre 1925. Al Sottoprefetto di Gallipoli. Comunico che non è
stato possibile definire la questione di cui all’oggetto
(ampliamento territorio) mediante accordo bonario con i Comuni
interessati. E’ necessario, quindi, che il termine fissato per detto
accordo venga prorogato di un altro mese. Sindaco Tuglie.
23 ottobre 1925 n. 6090. Sottoprefetto di Gallipoli. Al Sindaco di
Tuglie. Raccomandata. Risposta del 27.9.1925 n. 2145 nulla osta da
parte del Ministero per prorogare di un mese il termine per la
definizione delle trattative fra Comune di Tuglie e quelli di
Parabita, Alezio, Neviano e Sannicola circa l’ampliamento del
territorio. Partecipare ai Comuni interessati e raccomanda
definizione pratica. Sottoprefetto di Gallipoli.
27 ottobre 1925 n. 540. Al Sindaco di Sannicola. Il tempo pessimo
non mi ha permesso di prendere parte oggi alla riunione fissata da
V.S. per la pratica di Tuglie. Consideratemi come presente e
ritenete come approvato da me quanto avete creduto di interesse
comune. Sindaco Cuppone di Neviano.
14 novembre 1925 n. 3248. Sindaco di Sannicola al Sindaco di Tuglie.
Oggetto: Riunione Sindaci. A richiesta del collega di Parabita
riunione fissata per 15 corrente mese è rinviata a domenica 22
corrente mese.
27 novembre 1925 n. 6090. Sottoprefetto di Gallipoli. Al Sindaco di
Tuglie. Essendo scaduto il mese di proroga concesso con la
sottoprefettizia n. 6090 del 23 ottobre 1925 per la definizione
delle trattative circa l’ampliamento di codesto territorio, prega
S.V. di comunicare d’urgenza l’esito delle trattative medesime. Il
Sottoprefetto di Gallipoli.
17 dicembre 1925 n. 2617. Al Sottoprefetto di Gallipoli. Comunico
V.S. che con i Sindaci dei Comuni interessati, non essendosi
raggiunto l’accordo, il Sig. Prefetto, su premessa del Sindaco di
Sannicola, ha convocato a Lecce i Sindaci medesimi. La riunione non
ha avuto luogo per impedimento del Sig. Prefetto. Si attende di
essere nuovamente convocati. Il Sindaco.
Adunanza dei Sindaci interessati nella questione dell’ampliamento
del territorio del Comune di Tuglie nella sede municipale di
Sannicola il giorno 11 aprile 1926 alle ore 10,30; presenti i
rappresentanti dei Comuni di Parabita, Tuglie, Neviano e Sannicola
nelle persone dei Signori:
1) Cav. Dott. Giuseppe Vinci, Sindaco di Parabita
2) Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di Tuglie
3) Chirivì, Assessore Comune di Neviano
4) Comm. Avv. Luigi Stajano, Sindaco di Sannicola
Assente il responsabile del Comune di Alezio- Cav. Ferruccio
Fiorito, Sindaco di Alezio. Assiste il Segretario Sig. Salvatore
Picciolo.
I convenuti: giunto il momento di prendere una definitiva decisione
che deve tener conto degli interessi del Comune di Tuglie e degli
interessi degli altri Comuni che subiranno lo smembramento dei
propri territori. Note prefettizie di sollecitazione della
definizione delle trattative, in ordine alla domanda di ampliamento
territoriale. Pur avendo possibilità di opporsi e resistere alla
richiesta di ampliamento, i Sindaci ritengono opportuno per un atto
di simpatia verso il Comune di Tuglie ed in considerazione delle
gravi difficoltà d’indole finanziaria ed economica in cui lo stesso
Comune è costretto a svolgere ogni attività in una limitata cerchia
di territorio, sacrificare in parte quel sentimento di seria ed
onesta intransigenza fin oggi manifestata in ordine alla domanda di
ampliamento. Su proposta del Sindaco del Comune di Sannicola, Comm.
Avv. Luigi Stajano,
D E L I B E R A
Di essere tutti d’accordo nel ritenere ormai chiusa la fase delle
proposte e contro proposte per la soluzione del problema
dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.
Segnatamente i rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e
Sannicola, deliberano d’impegnare i rispettivi Comuni per la
cessione in favore del Comune di Tuglie di una zona di territorio
dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno.
Di dare comunicazione del presente accordo al Prefetto per
predisporre gli atti per una concreta e sollecita definizione del
problema relativo all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.
22 agosto 1926 n. 1672. Comune di Tuglie. Al Sig. Podestà di
Sannicola. Chiede se dal Podestà di Sannicola, dal Podestà di
Neviano e dai Consigli di Parabita ed Alezio sono state adottate le
deliberazioni relative al verbale di adunanza dell’11.4.1926 dai
Sindaci del tempo, i cui Comuni sono interessati alla questione
dell’ampliamento del territorio di Tuglie. Prega compiacersi di
sollecitare i provvedimenti definitivi per la soluzione del problema
in parola. Comune di Tuglie, dopo sì lungo tempo di trattative
occorso, tanto che Prefetto ebbe ultimamente a raccomandare che i
Comuni interessati provvedessero senza ulteriore ritardo a quanto
sono chiamati, ha sufficienti motivi per insistere. Continuandosi
col ritardo Amministrazione Tuglie si vedrà costretta di promuovere
i provvedimenti diretti della competente autorità. Il Sindaco:
Oreste Primiceri.
25 agosto 1926 n. 2828. Risposta del Podestà di Sannicola Avv. Luigi
Stajano alla nota del Comune di Tuglie n. 1672 del 22.8.1926. Al
Sig. Sindaco di Tuglie. Assicura aver sollecitato Podestà di Neviano
e Sindaco di Parabita per conoscere decisioni di quelle
Amministrazioni. Che il Sindaco di Alezio con lettera del 23 maggio
1926 informava che quell’Amministrazione non poteva dare adesione
alla risoluzione adottata dall’adunanza dell’11 aprile, perché
lesiva degli interessi del Comune di Alezio. Il Podestà di Sannicola
Stajano.
25 settembre 1926. Sindaco di Tuglie. All’On. Presidente della
Federazione Prov. Enti Autarchici Lecce. Oggetto: Ampliamento del
territorio del Comune di Tuglie. E’ noto a V.S. la pratica per
l’ampliamento di questo territorio, per la quale se ne è tanto e
validamente occupata, ma intanto è spiacevole constatare come
l’opera di V.S. e del Sig. Prefetto fino a questo momento è rimasta
ancora inefficace per il ritardo frapposto dai Comuni interessati
alla definizione bonaria della questione. Per tale bonario accordo
sulla proposta del Sig. Prefetto il Ministero nel maggio 1925 fissò
il termine perentorio di un mese, termine che di proroga in proroga
si è protratto fino all’aprile u.s., nel quale mese il giorno 11 i
sindaci di Parabita, Neviano e Sannicola con l’intervento del
sottoscritto stabilirono, sulla proposta del Sindaco di Sannicola
quanto appresso:
Di essere tutti d’accordo nel ritenere oramai chiusa la fase delle
proposte e controproposte per la soluzione del problema
dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie;
Segnatamente i signori rappresentanti dei Comuni di Parabita,
Neviano e Sannicola, deliberano d’impegnare, col presente atto, e
salve le necessarie ratifiche dei competenti organi amministrativi,
i rispettivi Comuni per la cessione in favore del Comune di Tuglie
di una zona di territorio dell’estensione di ettari 150 ciascuno;
Di dare comunicazione del presente accordo all’Ill.mo Sig. Capo
della provincia, perché si compiaccia di predisporre gli atti per
una concreta e sollecita definizione del problema relativo
all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.
Il verbale fu comunicato a questo Comune per la sottoscrizione, ma
all’egregio Podestà di Sannicola fu fatto osservare con nota 29
luglio 1926 n. 1482, a seguito di chiarimenti chiesti all’Ill.mo
sig. Prefetto che al Comune di Tuglie dovevano essere comunicate le
deliberazioni delle Amministrazioni interessate rivolgendo viva
preghiera di promuovere tali deliberazioni per l’accettazione degli
impegni assunti dai rispettivi Sindaci per la cessione a favore del
Comune di Tuglie di una zona di territorio dell’estensione di ettari
150 ognuno.
A quella riunione fu assente il Sindaco di Alezio, che sulle
insistenze del sig. Podestà di Sannicola informava che il Comune non
poteva dare adesione favorevole ritenendosi lesiva degli interessi
del Comune.
Ogni ulteriore ritardo alla definizione della questione pregiudica
gli interessi materiali e morali di quest’Amministrazione, e perché
la pratica possa avere la sua definizione secondo le proposte del
Ministero, io non vedo altra via che quella di interessare V.S.
perché nella qualità di Presidente della Federazione Provinciale si
compiaccia di spiegare tutto il Suo valido interessamento perché da
parte dei Comuni di Sannicola, Neviano e Parabita si adottino le
deliberazioni per la cessione bonaria dei 150 ettari di terreno, ed
il Comune di Alezio spieghi e dia ragione del suo voto contrario
alla definizione bonaria; e ciò per rimettere gli atti al Ministero
per i definitivi provvedimenti.
Sono certo che la S.V. accoglierà con l’usato benevolo favore la
preghiera che io Le rivolgo, manifestandoLe che
quest’Amministrazione ripone in Lei piena ed intera la sua fiducia
per la risoluzione di una questione tanto vitale per questo Comune.
Con osservanza e sentiti ringraziamenti. Il Sindaco: Oreste
Primiceri.
25 ottobre 1926 n. 3522. Podestà di Sannicola (Stajano). Al Sindaco
di Tuglie. Oggetto: Cessione di suolo comunale in favore del Comune
di Tuglie da parte dei Comuni di Sannicola, Alezio, Parabita e
Neviano. Chiede di conoscere se Amministrazione di Tuglie aveva
adottato alcuna deliberazione sull’oggetto. In caso affermativo,
inviare copia della stessa deliberazione.
3 novembre 1926 n. 2203. Sindaco di Tuglie. Al Podestà di Sannicola.
In risposta nota di V.S. n. 3522 del 25.10.1926, riferimento quanto
scritto con nota del 29 luglio 1926 n. 1482. Nessuna deliberazione è
stata adottata da questo Consiglio nei riguardi richiesta Podestà di
Sannicola. Ripete che siano adottate, senza ulteriore ritardo, da
V.S. dal Consiglio di Parabita e Podestà di Neviano, le speciali
deliberazioni riguardanti il bonario componimento dell’ampliamento
di questo territorio. Il Sindaco di Tuglie Oreste Primiceri.
COMUNE DI PARABITA. Deliberazione del Consiglio Comunale n. 33 del 2
settembre 1926. Oggetto: “Per l’ampliamento territoriale del Comune
di Tuglie”. 2^ convocazione straordinaria. Presenti: Vinci Cav.
Dott. Giuseppe, Sindaco e nove consiglieri. Assenti dieci
consiglieri. Segretario Giannuzzi Cav. Beniamino. Il consiglio
intesa la proposta e la lettura della nota del 25 decorso mese di
agosto n. 2840 del Podestà del Comune di Sannicola; Letta la
deliberazione adottata in Sannicola a 11 aprile 1926 dai Sindaci di
Parabita, Tuglie, Neviano e Sannicola in assenza del solo
rappresentante del Comune di Alezio, con la quale nel dichiarare
chiusa la fase delle proposte e controproposte per la soluzione del
problema dell’ampliamento territoriale del comune di Tuglie, si
statuì a che i comuni di Parabita, Neviano, Sannicola ed Alezio
dovessero cedere in favore del Comune di Tuglie una zona di
territorio dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno, salvo
ratifica per parte delle rispettive amministrazioni comunali.
Considerato che tale noiosa pendenza è bene che sia subito ultimata
e definita. Con voti unanimi e per appello nominale, delibera di
confermare la deliberazione dell’11 aprile 1926 votata dai predetti
sindaci, e consente che dal territorio di Parabita sia distaccata
una estensione di ettari 150 per l’ampliamento del territorio del
Comune di Tuglie, salvo i successivi atti relativi al distacco.
COMUNE DI NEVIANO. Deliberazione del Podestà Cav. Rag. Piccolo
Attila in data 14 ottobre 1926. Segretario Donato Marzo. Oggetto:
Ampliamento territorio del Comune di Tuglie. Vista la nota 8 ottobre
1926 n. 609 del presidente della Federazione Provinciale Enti
Autarchici; Preso atto del verbale di adunanza dei sindaci
intervenuti nella questione dell’ampliamento territoriale del Comune
di Tuglie, adottata nella tornata dell’undici aprile ultimo;
Ritenuto che i convenuti in rappresentanza di questo Comune e di
quelli di Parabita e di Sannicola, assente il rappresentante di
Alezio, s’impegnarono, ciascuno del proprio Comune, di cedere a
quello di Tuglie una estensione di territorio di ettari 150;
Delibera di cedere al sullodato Comune di Tuglie, centocinquanta
ettari di territorio, concordati nell’adunanza dell’undici aprile
anzidetto.
COMUNE DI ALEZIO. Deliberazione del Commissario Prefettizio Miggiano
n. 120 del 31 dicembre 1926. Segretario Magno Giuseppe. Oggetto:
Ampliamento del territorio di Tuglie-Cessione 150 ettari del
territorio di Alezio. Ritenuto che il Consiglio Comunale di Tuglie
con deliberazione 2 agosto 1924 ha fatto domanda al Governo del Re
per l’ampliamento del proprio territorio, in conformità del R.D. 30
novembre 1923 n. 2839 e col concorso dei Comuni limitrofi di Alezio,
Parabita, Sannicola e Neviano. Ritenuto che nonostante il lungo
tempo trascorso, i Comuni chiamati a deliberare in merito, non lo
hanno ancora fatto, pur essendo stati continuamente invitati dalle
Superiori Autorità. Considerato che è ormai tempo di prendere una
definitiva decisione sulla abbastanza dibattuta questione. Ritenuto
che la Federazione Enti Autarchici della Provincia ha stabilito che
ciascun Comune debba concorrere all’ampliamento del territorio di
Tuglie con una quota del rispettivo territorio di ettari
centocinquanta. Vista la nota della predetta Federazione in data 12
novembre 1926 n, 677, Con i poteri del Consiglio, Delibera di
aderire di massima alla richiesta del Comune di Tuglie e di
assegnare allo stesso una zona del territorio di Alezio
dell’estensione di ettari centocinquanta, e da determinarsi a suo
tempo previi accordi fra le due parti interessate.
COMUNE DI SANNICOLA. Deliberazione del Podestà Comm. Avv. Luigi
Stajano n. 8 del 16 febbraio 1927. Segretario Picciolo Salvatore.
Oggetto: Cessione di territorio in favore del Comune di Tuglie.
Considerato che già con deliberazione 2 agosto 1924 il Comune di
Tuglie domandava al Governo del Re la concessione dell’ampliamento
del proprio territorio in conformità delle disposizioni contenute
nel R. Decreto 30.12.1923 n. 2839; Considerato che in successive
riunioni fra i Rappresentanti dei Comuni interessati nella pratica
di ampliamento indicata, veniva considerata l’opportunità di
addivenire all’accoglimento parziale delle richieste avanzate dal
Comune di Tuglie senza insistere sul criterio giuridico
dell’applicabilità o meno delle disposizioni di Legge invocate dal
Comune di Tuglie; Che tale accoglimento si otteneva dopo laboriose
trattative solo l’11 del mese di aprile 1926 nel Gabinetto del
Sindaco di Sannicola, presenti i legittimi Rappresentanti dei Comuni
di Parabita, Neviano, Sannicola e Tuglie; assente il solo
Rappresentante del Comune di Alezio; Considerato che nell’adunanza
ricordata i Rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e
Sannicola, deliberano di impegnare i rispettivi Comuni per la
cessione, in favore del Comune di Tuglie, di una zona
dell’estensione di circa 150 ettari ciascuna, per la definitiva
sistemazione di quel territorio; Ritenuto di dover dare esecuzione
all’impegno, per la propria parte, assunto e che d’altronde, in sede
di riordinamento della giurisdizione territoriale dei Comuni di
Alezio, Neviano, Parabita, Sannicola e Tuglie, s’impone
l’eliminazione dell’anormalità dell’amministrazione promiscua della
Frazione di San Simone, gestita insieme dal Comune di Sannicola e da
quello di Alezio nella rispettiva proporzione numerica di
cinquecentonove e duecento abitanti, ciò che dà luogo, nel fatto, a
seri inconvenienti specialmente per quanto riflette il seppellimento
dei defunti, che pur appartenendo nella stessa famiglia debbono
essere sepolti in Cimiteri diversi; l’illuminazione pubblica, la
gestione delle scuole e di qualsiasi altro pubblico servizio;
Considerato che, la lamentata anomalia nell’Amministrazione della
Frazione San Simone danneggia seriamente gli interessi civili
dell’intera Borgata e ne sacrifica ogni aspirazione; ritenuto
giusto, per principio, che la intera Borgata San Simone passi alla
dipendenza di un’unica Amministrazione e che, nel caso ed in
proporzione degli abitanti e degli interessi divisi, passi
all’Amministrazione di questo Comune; vista la domanda presentata
dalla maggioranza degli elettori residenti nella frazione; Delibera
di cedere, al Comune di Tuglie, ettari 150 di territorio,
sull’attuale confine per il proprio sviluppo economico. Fa voti al
Governo di Sua Maestà il Re, perché, sul riordinamento territoriale
fra i Comuni di Alezio, Neviano, Parabita, Sannicola e Tuglie, che
avrà luogo in virtù dell’accoglimento parziale della richiesta di
Tuglie, sia tenuto conto della domanda della maggioranza degli
elettori della frazione di San Simone, rivolta ad ottenere
l’aggregazione al Comune di Sannicola di quella parte della frazione
stessa, attualmente posta sotto la giurisdizione del Comune di
Alezio.
10 marzo 1927 Anno V n. 2365/1181 di Prot. Regia Prefettura di
Lecce. Oggetto: Ampliamento territorio. Al Sindaco di Tuglie. Si
trasmettono a V.S. le unite quattro deliberazioni delle
Amministrazioni Comunali di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita,
con le quali ciascuno dei detti Comuni aderisce a cedere 150 ettari
del proprio territorio per l’ampliamento di quello di Tuglie.
Pregasi V.S. di far adottare una corrispondente deliberazione di
accettazione dal Consiglio Comunale e di far tenere una pianta delle
nuove zone territoriali da annettere, insieme, con una istanza al
Governo del Re perché l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio
Decreto. Il Prefetto di Lecce.
1 aprile 1927 n. 576. Sindaco di Tuglie. Al Prefetto di Lecce.
Riferimento nota n. 2365/1181. Il Sindaco per la compilazione del
progetto di ampliamento del territorio chiede di dare assicurazione
al Sig. Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce che
il Comune di Tuglie per pubblica utilità è costretto a richiedere
allo stesso in esecuzione dei diritti fiscali, copia dei fogli di
mappa dei Comuni di Tuglie, Parabita, Alezio, Sannicola e Neviano.
Il Sindaco di Tuglie.
1 aprile 1927 n. 715. Sindaco di Tuglie. Alla Direzione Generale del
Catasto e Servizi Terreni di Finanza – Roma. Il Sindaco di Tuglie
comunica che la Prefettura di Lecce con nota n. 2365/1181 dispone
che essendo concordi i Comuni di Alezio, Parabita, Sannicola e
Neviano nella cessione di 150 ettari ciascuno, questo Comune di
Tuglie debba compilare un progetto di ampliamento di questo
territorio. Prega disporre all’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce
il rilascio della copia del foglio di mappa dei quattro Comuni
indicati e di quello di Tuglie, con le superfici e ditte. Il
Sindaco.
All’Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Erariale di Lecce. Prega
svolgere pratiche necessarie per ottenere le copie dei fogli di
mappa dei Comuni interessati compreso il Comune di Tuglie. Il
Sindaco di Tuglie.
8 giugno 1927 n. 1748. Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce. Al
Podestà di Tuglie. In 4 plichi raccomandati trasmette copia della
mappa di Tuglie e quella di Alezio, Neviano, Parabita e Sannicola.
L’Ingegnere Capo Ufficio.
25 novembre 1927 n. 576. Anno VI. Municipio di Tuglie. Riferimento
nota 10 marzo 1927 n. 2365/1181. Al Prefetto di Lecce. Il Podestà di
Tuglie trasmette:
1) Domanda al Governo di Sua Maestà il Re.
2) Copia deliberazione Consiglio Comunale 2 agosto 1924
3) Deliberazioni Comuni di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano
4) Deliberazione Podestà Tuglie n. 43 del 18 novembre 1927 con la
quale si accettano le cessioni previste
5) Una pianta, in 4 sezioni, delle zone territoriali da annettere.
Che si trasmettono al Prefetto di Lecce con preghiera di voler
curare l’invio al Governo di Sua Maestà il Re. Tuglie, 25 novembre
1927 Anno VI.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri
25 novembre 1927. Al Governo del Re – Roma – Il sottoscritto Podestà
del Comune di Tuglie , in esecuzione alla deliberazione del
Consiglio 2 agosto 1924 ed a quella del Podestà adottata in data 18
novembre 1927, relativa all’ampliamento del territorio di questo
Comune, essendo intervenuto l’accordo bonario tra i Comuni limitrofi
di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano per la cessione da parte di
ciascuno di detti Comuni di ETTARI 150 di territorio da annettere a
quello di Tuglie, riconosciuto insufficiente per il suo sviluppo
economico, presenta domanda perché l’accordo intervenuto sia
sanzionato con Regio Decreto. Alla domanda la prescritta
documentazione.
Tuglie, 25 novembre 1927 Anno VI.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri
AL SEGRETARIO POLITICO P.N.F. TUGLIE. In merito alla pratica per
l’ampliamento del territorio di questo Comune, mi onoro comunicare
alla S.V. quanto segue: Questo Comune con deliberazione del 2 agosto
1924 giuste le disposizioni contenute nell’art. 8 del R.D.
30.12.1923 n. 2839 faceva istanza al Governo del Re per ottenere
l’ampliamento del proprio territorio, chiuso in angusti limiti,
contrastanti il proprio sviluppo economico, tra i Comuni di Neviano,
Sannicola, Alezio, Parabita. L’On.le Ministero, in seguito alla
detta domanda, nel maggio 1925, rimettendo la stessa alla R.
Prefettura invitava i predetti Comuni ad un componimento bonario con
questa Amministrazione e nel termine perentorio di mesi uno. Tale
accordo bonario fu effettivamente ostacolato da parte delle
Amministrazioni dei Comuni interessati, i quali alla fine credettero
più prudente e conveniente aderire all’invito ricevuto. Difatti con
la nota della R. Prefettura del 10 marzo 1927 si trasmetteva copia
delle deliberazioni dei Comuni di Parabita, Alezio, Sannicola e
Neviano, n. 2365/1181 di Prot. mentre si chiedeva inoltre che questa
Amministrazione adottasse corrispondente deliberazione di
accettazione facendo tenere una pianta delle nuove zone territoriali
da annettere con istanza al Governo del Re perché l’accordo
intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. A quanto sopra fu
ottemperato da parte di questa Amministrazione al più presto
possibile. Difatti il 25 novembre 1927 espletata la pratica, fu
rimessa alla Regia Prefettura, perché corredata del necessario fosse
rimessa al Superiore Ministero. Il Corpo Reale del Genio Civile con
nota del 3 aprile 1928 comunicava a questa Amministrazione che,
essendo pervenuti dalla Regia Prefettura gli atti per l’ampliamento
del territorio di questo Comune, era necessario inviare al predetto
ufficio del Genio Civile la somma di £. 300 per indennità di
sopraluoghi, rimborsi di viaggio e spese varie. La somma richiesta
fu trasmessa il 17 dello stesso mese di aprile e dopo tale data
nessuna notizia si è più saputa in merito. Con stima. Il Podestà di
Tuglie: Oreste Primiceri.
3 aprile 1928 Anno VI n. 1409. Corpo Reale del Genio Civile. Ufficio
per le province di Lecce e Brindisi – Lecce – Al Comune di Tuglie.
Essendo pervenuti dalla R.Prefettura di Lecce gli atti per
l’ampliamento territoriale di codesto Comune, pregasi inviare a
questo Ufficio la somma di £. 300 per indennità di sopralluoghi,
rimborsi di viaggio e spese varie, di bollo di copie, acconti per
l’espletamento dell’incarico ricevuto. L’ingegnere dirigente.
Emesso mandato del Comune di Tuglie in data 5 aprile 1928 n. 59 di
£. 300, inviate con vaglia.
In data 28 giugno 1928 viene dato a San Rossore il DECRETO a firma
di Vittorio Emanuele III e controfirmato da Mussolini.
9 agosto 1928 n. 3200 di prot. Regia Prefettura di Lecce. Al Podestà
di Tuglie. Si trasmette a V.S. copia del R. D. 28 giugno 1928 Anno
VI. Un esemplare della pianta, fatta eseguire d’ufficio, per
l’ampliamento del territorio di codesto Comune, vistata dal
Ministero, si è depositata presso questa Prefettura e V.S. potrà
prendere visione e farne estrarre copia. Occorre ora che V.S. si
rivolga all’Ufficio Catastale per i provvedimenti di esecuzione di
competenza di quest’ultimo. Il Prefetto.
9 agosto 1928 n. 3200. Regia Prefettura di Lecce. Al Podestà di
Tuglie. OGGETTO: Esecuzione R.D. 28 giugno 1928 circa modificazione
territoriale. Al Sig. Podestà di Tuglie. Con lettera a parte è stato
trasmessa a V.S. copia del R.D. indicato in oggetto. Occorre ora
dare esecuzione art. 2 del Decreto circa il regolamento dei rapporti
patrimoniali, che sarà quanto mai agevole esistendo già le
deliberazioni delle Amministrazioni interessate che consentono
incondizionatamente la cessione di 150 ettari di territorio per
l’ampliamento di quello di Tuglie. Invito a conferire col Vice
Prefetto la mattina di lunedì 13 alle ore 10. I Podestà di Alezio e
Sannicola dovranno conferire in rapporto alla posizione di San
Simone con gli elementi in loro possesso. Il Prefetto.
7 settembre 1928 Direzione Istituto Geografico Militare di Firenze.
Oggetto: Limiti Comunali. Al Podestà di Tuglie. Ministero
dell’Interno ha trasmesso il tracciato del limite comunale del
Comune di Tuglie per riportarlo sulle carte militari. Non consente
di correggere i tipi in possesso. Chiede che siano segnati detti
limiti sulla copia del quadrante 50.000 trasmesso. Il Direttore.
10 novembre 1928 n. 3013. Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce. Atti
catastali. Copia fogli di Mappa del Territorio aggiunto.
Nell’aprile del 1929 si trasmette all’Istituto Geografico Militare
di Firenze per aggiornamento carta topografica militare, copia del
nuovo territorio del Comune di Tuglie.
9 novembre 1931 Anno X n. 3091. Comune di Tuglie. A S.E. Il Prefetto
di Lecce. Oggetto: Designazione sul terreno dei confini del
territorio di Tuglie. Interessare Ufficio del Catasto a designare
proprio tecnico per la delimitazione sul terreno del territorio di
questo Comune, dopo l’allargamento effettuato. Urgente compilazione
dei ruoli delle tasse comunali e particolarmente della tassa di
industria e patente. Al compimento delle operazioni di delimitazione
siano presenti Podestà Comuni interessati. Il Podestà: Oreste
Primiceri.
21 giugno 1932 Anno X n. 1782. Comune di Tuglie. Ai Podestà di
Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita. In seguito all’allargamento
di questo territorio con zone di codesti Comuni, molti fittuari e
mezzadri di dette zone che pagavano la tassa di esercizio a codesto
Comune, debbono ora pagare a questo Comune la nuova tassa di
patente. La S.V., pertanto, è pregata di accantonare le somme
comprese nel ruolo di patente per l’esercizio in corso, di
pertinenza di questo Comune. Il Podestà di Tuglie.
16 marzo 1933. Anno XI Comune di Tuglie. Al Prefetto di Lecce. Con
R.D. 28 giugno 1928 fu ampliato questo territorio comunale con
aggregazione di zone dei territori di Alezio, Sannicola, Neviano,
Parabita, ma non si è proceduto ancora alla delimitazione
territoriale, mediante l’apposizione dei termini lapidei, in
contestazione con i rappresentanti dei Comuni interessati. Problemi
per decidere eventuali infrazioni regolamento Polizia stradale e per
emanare ordini in merito a fatti riguardanti un tronco stradale
(strada vicinale) appartenente al territorio di Alezio, prima del
citato Decreto del Re. Indicare se competente a decidere sia il
Podestà di Alezio oppure lo scrivente Podestà di Tuglie.(Oreste
Primiceri).
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