Prima dell’unificazione del Regno d’Italia, la beneficenza pubblica
ai poveri veniva effettuata dai privati con sussidi elemosinieri.
Sopravvenuta l’unità nazionale, con la legge “Rattazzi” del 1862,
venne istituita in ogni Comune la Congregazione di Carità:
istituzione pubblica di assistenza e beneficenza che visse per ben
settantacinque anni, dal 1862 al 1937, anno in cui fu sostituita
dall’Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.).
Dagli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Lecce, risulta
che la Congregazione di Carità di Tuglie fu fondata nel 1862 per
legge. Essa si amministrava da sé ed aveva la sede legale presso
l’Ufficio Municipale. Per diversi decenni, l’attività assistenziale
della Congregazione fu molto ridotta perché l’Ente non aveva beni
patrimoniali, né rendite di sorta da elargire ai poveri. Quindi si
limitava principalmente ad amministrare la spesa per medicinali e
sussidi ai poveri sui fondi assegnati annualmente dal Comune. Con la
legge “Crispi” del 1890 le Opere Pie furono interamente rinnovate
nell’amministrazione e nella gestione dei beni di loro proprietà.
Le prime deliberazioni della Congregazione di Carità di Tuglie
conservate nell’Archivio di Stato di Lecce risalgono alla fine del
1891, quand’era Presidente il Sacerdote Don Salvatore Imperiale.
Poiché a quel tempo la popolazione di Tuglie era inferiore a 5.000
abitanti, nella seduta del 7 ottobre 1891 venne eletto il quarto
membro della Congregazione, il Sacerdote Don Vitantonio Santese.
Nella stessa seduta fu nominato Segretario il Sig. Ludovico Scuro,
Segretario comunale di Tuglie.
Il 24 novembre 1892 il Duca Ferdinando Venturi fu nominato membro
della Congregazione in sostituzione di Don Vitantonio Santese “per
surrogazione straordinaria”. La Congregazione di Carità sino
al 1928 non possedeva alcun bene stabile rustico o urbano e quindi
era priva di rendite. Solo nel maggio 1929, grazie all’impegno del
Segretario Lega Francesco Arturo, fu compilato il primo inventario
dei beni patrimoniali avuti in eredità nel dicembre 1928 e dei
titoli di rendita pubblica acquistati per legge. Lo Statuto
Organico, per regolamentare l’attività dell’Ente, fu approvato il 19
aprile 1909, sotto la presidenza del Notaio Giuseppe Bernardi.
Nel mese di febbraio 1910 furono deliberate le “determinazioni per
il servizio di cassa dell’Ente” e fu nominato tesoriere il Sig.
Stamerra Raffaele che espletò il servizio di tesoreria e di cassa
della Congregazione fino al 9 agosto 1929.
La somministrazione dei medicinali ai poveri veniva effettuata dalla
Farmacia del Popolo, diretta da Carlo Mazzarella, e dalle Farmacie
di Vergine Pasquale, Imperiale Giovanni, Leganza Ernesto e Vergine
Giuseppe fu Pasquale.
Nell’anno 1917 già funzionava in Tuglie il Servizio Sanitario per i
poveri a carico del Comune. Prestavano la propria opera i dottori
Corvaglia Raffaele e Mosco Raffaele (lo stipendio annuo ammontava a
£.2.880.00) ed una “levatrice” (con lo stipendio annuo di £.400.00).
Il 27 aprile 1909 l’Avv. Francesco Mosco, in memoria della morte del
padre, consegnò al Presidente della Congregazione la somma di £.
1.000.00, “quale modesto concorso per la formazione d’un capitale
per la nostra Congregazione di Carità”, augurando che “la parva
favilla sia presto secondata dalla gran fiamma data dalla pratica
del più nobile dei sentimenti umani, quello della pietà”. Il
Presidente, Notaio Giuseppe Bernardi, il 20 maggio 1909 versò
all’Ufficio Postale la somma della donazione. Il 1° agosto, lo
stesso Presidente prelevò il capitale di £. 1.000.00 per acquistare
il primo titolo di rendita pubblica della Congregazione, del valore
nominale di £. 1.300.00. Con lettera del 19 agosto 1910 il Notaio
Giuseppe Bernardi comunicò al Sindaco di Tuglie che Pastore Vito fu
Camillo, morto il 10 agosto 1910, con testamento pubblico del 20
giugno 1910, faceva obbligo al figlio Luigi di versare alla
Congregazione la somma di 20 ducati, pari a £. 85.00, per “venire in
soccorso degl’infelici”.
Il 10 giugno 1919, alle ore 12.00, all’età di 69 anni, moriva nella
sua casa posta in Tuglie alla Via Arciprete n. 38 (oggi Via dei
Mille), il Sig. Mottura Salvatore Anselmo, sposato con Miggiano
Filomena, lasciando testamento olografo scritto il 2 maggio 1916.
Con tale testamento il Sig. Mottura aveva disposto che, dopo la
morte sua e di sua moglie, usufruttuaria, il fondo Santa Teresa, in
agro di Parabita, passava in pieno dominio della Congregazione, la
quale doveva spendere la relativa rendita nell’acquisto di tela da
distribuire alle famiglie povere del paese nel mese di novembre di
ciascun anno. Inoltre aveva disposto a favore della Congregazione,
la sua casa di abitazione, con l’obbligo di ricoverare soltanto
donne vecchie e povere. A seguito della morte della Sig.ra Miggiano
Filomena, avvenuta il 13 dicembre 1928, il fondo Santa Teresa fu
ceduto in affitto al Sig. Imperiale Ippazio, ex mezzadro, col canone
annuo di £. 616.00. Per onorare la volontà del donatore, ogni anno
la Congregazione acquistava la tela dalle ditte specializzate che
offrivano un congruo sconto (Salvatore Quarta da Matino 1929/1932 ;
Casa Meridionale di Rappresentanze Giuseppe Quarta da Matino
1933/1934 ; Michele Carofiglio da Lecce 1934/1937), e poi, prima
delle feste di Natale, si procedeva al sorteggio per la
distribuzione alle famiglie che vivevano in povertà. Negli anni
trenta, il Regime istituì la “Befana Fascista”, per cui la
distribuzione di tela, pacchi viveri, pasta, derrate alimentari,
cereali, ecc. ai poveri fu spostata nel giorno della “Befana”. Il 10
gennaio 1921, il Notaio Giuseppe Bernardi informò il Presidente
della Congregazione che, essendo deceduto Mosco Geremia fu
Francesco, questi, con testamento del 12 maggio 1919, aveva
istituito erede generale il nipote Avv. Francesco Mosco,
obbligandolo a costituire un capitale di £.1.200.00 di rendita da
consegnare alla Congregazione per la celebrazione di messe in
suffragio dell’anima del testatore e dei suoi defunti (£.600.00) e
per la distribuzione di generi alimentari, panni ed altro ai poveri
(£. 600.00). Il 19 novembre 1923 il Farmacista Giovanni Imperiale,
in qualità di Presidente della cessata Società di Mutuo Soccorso di
Tuglie, informò il Sindaco che aveva a disposizione della
Congregazione la somma di £. 704.50 risultante dal ricavo netto
della vendita di suppellettili di proprietà della stessa Società. Il
Consiglio di amministrazione, con apposita deliberazione, aveva
stabilito di devolvere la somma suddetta a favore dei poveri della
Congregazione.
Il successivo 21 novembre 1923 anche il Dott. Giuseppe Leopizzi mise
a disposizione della Congregazione le somme dovutegli dal Comune di
Tuglie per onorari di supplenza al Medico Condotto dal 28 al 31
agosto e dal 31 ottobre all’11 novembre 1923, con l’impegno che la
sua modesta offerta venisse impiegata per un “orfanaggio”, a memoria
del figlio Italo, deceduto in tenera età, da estrarsi a sorte tra
gli orfani di guerra.
Sotto la presidenza di Don Giulio Santese, la Congregazione, per
rendere più efficace l’assistenza sanitaria (“se non altro, per
rendere possibile una migliore utilizzazione del fondo medicinali ed
un minore sperpero di materiale di medicamento”, scrisse Don Giulio
al Sottoprefetto di Gallipoli), istituì a latere dell’Ambulatorio
Antitracomatoso, anche l’Ambulatorio Medico-Chirurgico, diretto dal
Medico Condotto e dallo stesso Don Giulio.
Verso la fine del 1927, per sopperire alla mancanza di fondi per
l’assistenza ai poveri, gli Amministratori di Tuglie, seguiti da
alcuni professionisti, proprietari terrieri, commercianti, artigiani
ed industriali tugliesi, si presentarono al Tesoriere della
Congregazione per versare un obolo volontario di £. 7.05 ciascuno.
Il Podestà, Cav. Oreste Primiceri, il 5 novembre 1927, versò per
primo il suo obolo di £. 25.00.
Nel 1928, all’età di 49 anni, morì nella sua casa in Via Oliveto
(oggi Via Risorgimento), il noto proprietario Stamerra Geremia fu
Vito. Era sposato con Guido Fiore Maria Concetta che rimase vedova,
senza figli. Prima di morire, e precisamente il 21 aprile 1928, fece
chiamare il Notaio Giuseppe Bernardi perché ricevesse il suo
testamento. Con quell’atto, Stamerra Geremia istituì erede
usufruttuaria di tutti i suoi beni la moglie Guido Fiore. Dispose,
altresì, che dopo la morte sua e di sua moglie, tutto quello che
egli possedeva doveva passare in proprietà alla Congregazione di
Carità di Tuglie, meno il fondo “Musaca”, che lasciava in proprietà
della moglie Guido Fiore con l’obbligo di far celebrare messe in
suffragio della sua anima con la rendita del fondo.
Il 3 luglio 1937, l’Ing. Enrico Errico da Tuglie ebbe l’incarico,
dal Presidente della Congregazione, Toma Carmine, di eseguire una
perizia di stima dei beni lasciati in eredità dal defunto Stamerra
Geremia alla stessa Congregazione e dei quali era usufruttuaria la
vedova Guido Fiore. Dalla perizia risultò che il valore complessivo
dei suddetti beni ammontava a £.57.700.00, senza tenere conto del
peso d’usufrutto, ed a £. 18.786.00, tendo conto del peso
d’usufrutto. I beni in parola erano costituiti dai seguenti fondi
rustici, fabbricati, ecc. :
|
valore senza
usufrutto |
valore con
usufrutto |
Fondo Camastra |
£. 3.850.00 |
£ 1.253.26 |
Fondo Camastra |
£. 2.250.00 |
£. 732.60 |
Fondo Prandico |
£. 2.000.00 |
£. 651.20 |
Fondo Pirelli |
£. 8.300.00 |
£.2.702.48 |
Fondo Celsi |
£.20.000.00 |
£. 6.512.00 |
Fabbricati |
£.20.000.00 |
£. 6.512.00 |
Botti e forata |
£. 1.300.00 |
£. 423,28 |
Dal 1922 al 1928 non erano stati mai redatti bilanci di previsione,
né consuntivi o conti in genere. L’ultimo bilancio approvato era
quello del 1921. Nel 1929, con l’approvazione del bilancio di
previsione dell’esercizio in corso e del conto consuntivo 1928, la
situazione patrimoniale e finanziaria della Congregazione risultò
migliorata rispetto al passato. L’Ente possedeva tre titoli di
rendita pubblica di complessive £.7.400.00; per i fabbricati aveva
un introito annuo di £. 540.00 e per i fondi rustici un introito di
£. 700.00. Le rendite patrimoniali ammontavano a £. 1.590.50 ed il
contributo del Comune per l’assistenza ai poveri era di £. 100.00.
Le spese per imposte e tasse ammontavano a £.127.85, mentre quelle
per la beneficenza e l’amministrazione ammontavano complessivamente
a £. 1.500.00. Comunque, anche negli anni trenta, l’attività della
Congregazione di Carità continuava a limitarsi all’erogazione di
sussidi in denaro e natura alle famiglie povere, oltre alla
distribuzione di medicinali, beni di conforto, panni e tela, alle
scadenze stabilite.
Con l’avvento del fascismo, anche le istituzioni pubbliche di
beneficenza cominciavano ad avere la vita difficile. Le leggi di
riforma promulgate dal Governo fascista limitavano sempre di più
l’autonomia delle amministrazioni pubbliche. Ormai i componenti
della Congregazione di Carità erano tutti di nomina governativa
(Comitato dei Patroni).
L’ultima donazione a favore della Congregazione fu quella dell’Ing.
Niccolò Coppola da Alezio, il quale il 7 aprile 1936 inviò al
Podestà, Cav. Oreste Primiceri, un vaglia del Banco di Napoli di £.
100.00, da passare alla Congregazione per la erogazione di sussidi a
poveri, in memoria del compianto amico e collega Ing. Edoardo De
Marco (che fu anche Presidente della Congregazione di Carità negli
anni 1933/34).
Infine, il 30 aprile 1937 un anonimo versò alla Congregazione un
contributo di £. 27.50 per assistenza ai poveri.
Il 21 settembre 1936 il Presidente Imperiale Giuseppe fu Pasquale
rassegnò le dimissioni dalla carica per motivi di salute ed
occupazioni personali. Il Prefetto nominò Presidente Toma Carmine fu
Pietro, che prestò giuramento nelle mani del Podestà Avv. Giuseppe
Vergine il 19 gennaio 1937.
Toma Carmine sarà l’ultimo Presidente della Congregazione di Carità
di Tuglie, perché con legge 3 giugno 1937, n.847, quell’Ente cesserà
di vivere per sempre e sarà sostituito dall’Ente Comunale di
Assistenza (E.C.A.), di nuova istituzione.
Il 1° luglio 1937 il Podestà Avv. Vergine convocò d’urgenza le
persone designate a far parte della Commissione straordinaria
dell’Ente Comunale di Assistenza, che avrebbe aperto un nuovo
capitolo di storia nella beneficenza ed assistenza pubblica del
nostro paese.
|