L’adolescenza, con tutti i suoi lati positivi e negativi, è quella fase d’età
quando i progetti di vita sono tanti e fantasiosi, anche se non tutti si
realizzano. Nei nostri piccoli paesi del Salento negli anni ’60-’70, per noi
adolescenti i divertimenti erano pochi; gli unici luoghi d’incontro erano gli
oratori parrocchiali, dove si poteva partecipare ai diversi passatempi serali.
L’oratorio di Tuglie nel 1964 era retto da don Dante Garzia,un sacerdote per un
certo verso e contemporaneamente rivoluzionario e moderno per quei tempi. E’ in
questo contesto che durante una di quelle sere d’estate, mentre si passeggiava
da un capo all’altro del paese, si cantava e si chiacchierava come si era solito
fare, che Mario Cataldi, Mario Pispico, Pinuccio Fedele, Pippi Fedele e Nunzio
Toma si sono messi a fantasticare. Erano gli anni dei vari complessi come i Dik
Dik, i Pooh, i Camaleonti, l’Equipe 84, gli Shadows i Rokes e tanti altri in
Italia (a livello europeo erano gli anni dei Beatles e dei Rolling Stones).
Noi eravamo legati da vera e sincera amicizia, come può accadere soltanto in
quell’età di trapasso dall’adolescenza alla giovinezza e la mente è affollata da
sogni fantastici e nacque in noi l’idea di formare un gruppo musicale. A Mario
Pispico, l’unico che in quel periodo avesse nozioni importanti di chitarra,
l’idea piacque molto; dopo varie discussioni si decise che Pippi Fedele avrebbe
suonato la batteria, Mario Cataldi il basso, Pinuccio Fedele la chitarra
solista, Mario Pispico la chitarra accompagnamento e Nunzio Toma, essendo molto
intonato, sarebbe stato il cantante del gruppo. L’idea venne proposta ai propri
genitori, che solo con il loro aiuto, facendo sacrifici, avrebbero potuto
permetterci di comprare gli strumenti musicali. Si sapeva che a Matino, un paese
vicino a Tuglie, c’era il negozio del sig. Angelè e con l’aiuto di Mario Pispico
scegliemmo chitarre, batteria e amplificatore.
L’entusiasmo in noi era alle stelle, mancava solo il nome da dare al complesso;
anche qui ci furono diverse proposte. Alla fine prevalse quella di chiamarci ‘’
I Docili’’, ragazzi semplici, mansueti, di paese. Furono mesi di grande
motivazione, non si aspettava altro che la sera per cimentarsi con i vari
strumenti musicali; Mario Pispico, sempre prodigo di consigli e molto motivato,
cercava di portare a termine uno di quei sogni adolescenziali, di formare un
gruppo musicale, che nel nostro caso si stava realizzando. Le prove venivano
effettuate all’oratorio, dove Don Dante Garzia ci aveva messo a disposizione una
stanza, oppure a casa di Mario Pispico, con la santa pazienza dei suoi genitori.
Dopo mesi passati ad imparare accordi e canzoni, una sera ci venne a trovare
Elio Saccomanno, figlio di un insegnante elementare di Tuglie, che era venuto a
sapere che stavamo formando un complesso musicale e volle accertarsi di che cosa
si trattasse.
Dopo le presentazioni accertammo increduli che Elio sapeva suonare
abbastanza bene la batteria, avendo fatto parte di un complesso musicale di
Gallipoli; gli venne proposto di far parte del nostro complesso, alternandosi
naturalmente con Pippi Fedele che, con grande spirito di amicizia, accettò la
nuova situazione. Intanto Nunzio Toma con la sua voce leggermente rauca,
speciale, andava sempre di più perfezionandosi imparando testi e canzoni.
Seguirono altri mesi di prove e l’occasione di esibirci davanti alla gente di
Tuglie avvenne durante una recita organizzata da Don Dante Garzia all’oratorio.
Era una domenica pomeriggio, la sala piena zeppa di gente, soprattutto giovani
ma anche tante famiglie che frequentavano l’oratorio; alla fine della recita ci
esibimmo con diversi brani del nostro repertorio, primo fra tutti “ Boogie
Woogie”, un rock ‘n’roll nostro vero cavallo di battaglia. Fu una festa molto
emozionante (un aneddoto simpatico che ancora oggi è motivo di sorrisi e
comprensioni fu quando il nostro amico Pippi Fedele, avendo comprato lui la
batteria, volle alternarsi con Elio Saccomanno a suonarla). Qualche mese dopo ci
fu un altro concerto al cinema di Tuglie, dopo la proiezione di un film di
Stanlio e Ollio.Si susseguirono altri mesi di prove,quando su un giornale del
Salento leggemmo che ad Acquarica del Capo stavano organizzando un “micro
festival” di voci nuove”.Benito Schirinzi, un bravissimo sarto di Tuglie, venne
coinvolto dal nostro entusiasmo e volle confezionarci una giacchetta color
rosso, che poi avremmo indossato per l’occasione:Naturalmente, avendo lui una
macchina ci avrebbe accompagnati nei vari spostamenti. Ad Acquarica del Capo ci
presentammo con la canzone “Ho perduto” di Fausto Leali, molto conosciuta in
quell’anno. Fu un esordio molto positivo, riuscimmo a passare le qualificazioni
senza problemi; quindici giorni dopo si svolsero le finali: Un salone colmo di
gente, tutti ci davano per vincitori, ma non fu così: arrivammo secondi a pari
merito con tutti gli altri, ma fu ugualmente una bella esperienza. Avevamo
creato a Tuglie un grande entusiasmo, infatti ci chiamavano per suonare nei vari
veglioni studenteschi che si organizzavano in quegli anni. Ma l’opportunità più
grande fu durante i festeggiamenti della Madonna di Montegrappa nell’estate del
1965.
A Tuglie fu organizzato, da parte della “Casa del disco Martignano” e del
comitato festa un “Festival Voci Nuove di Mezza Estate”, tanto di moda allora
nei diversi paesi del Salento. Furono giorni molto concitati e stressanti, in
quanto fummo chiamati anche ad accompagnare musicalmente una metà dei cantanti
che si esibivano al festival, l’altra metà era accompagnata dalla “Modernissima
Jazz” di Brindisi. I partecipanti della serata finale della manifestazione erano
ventisei; il piazzale di Montegrappa gremito da migliaia di persone, i cantanti
venivano da diversi paesi del Salento. Il vincitore fu Roberto Lande, un ragazzo
Tugliese ma che viveva a Roma, con la canzone “Vivrò” ( di Alain Barrière) ed
era accompagnato da noi “i Docili”; Carlo Seclì da Parabita arrivò secondo con
la canzone “Prima o poi”( di Remo Germani) e terzo il nostro cantante Nunzio
Toma con la canzone “La casa del sole”(de I Bisonti). La manifestazione fu
condotta magnificamente da Piero Toma e la premiazione fu fatta dal dr. Cesare
Vergine, allora sindaco di Tuglie. Una serata per Tuglie e per noi “I Docili”
indimenticabile.
Purtroppo, quando sembrava che avremmo continuato tutti a divertirci, la realtà
ci svegliò e ci buttò in faccia quella che era la necessità più impellente in
quel momento: il lavoro, che in Italia non c’era ed ognuno di noi intraprese
strade diverse.
Una meteora carica di sogni adolescenziali era passata da Tuglie, certamente
aveva lasciato una scia musicale che poi altri avrebbero continuato a
percorrere.
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Tuglie...per raccontar paese...
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