Possibili terapie per la cura
dell'ictus dallo studio dello staff diretto dal Prof. Salvatore
Guarini, di Tuglie, farmacologo dell'Università di Modena.
Una scoperta rivoluzionaria dell'Università di Modena potrebbe
segnare una svolta epocale nella cura dell'ictus. Un'equipe di
ricercatori guidati dal Prof. Salvatore Guarini, docente di
Farmacologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo
Modenese, ha scoperto che alcune sostanze presenti nell'organismo
umano potrebbero essere in grado di produrre un eclatante effetto
salvavita sui pazienti colpiti da ictus.
Al telefono della redazione di PAESE, il Prof. Salvatore Guarini,
illustra i risultati della ricerca da lui coordinata e recentemente
pubblicati sulla rivista scientifica americana Endocrinology.
"L'ictus nell'80-90% dei casi è ischemico, cioè caratterizzato
da una interruzione dell'apporto di sangue, e quindi di ossigeno, ad
alcune aree cerebrali a causa di un'occlusione trombotica/aterosclerotica
di un vaso arterioso della circolazione cerebrale, o anche, per
esempio, per un arresto cardiaco.
Noi abbiamo scoperto che sostanze endogene prodotte naturalmente dal
nostro organismo, i peptidi melanocortinici, possono essere
utilizzate come tarmaci per contrastare la morte e i danni
funzionali conseguenti ad attacco ischemico cerebrale, se
somministrate entro diciotto ore dal suo insorgere.
Tali sostanze hanno rivelato di possedere (dalle ricerche condotte
sul gerbillo, un mammifero roditore) una notevole capacità di
protezione contro i danni causati dall'ictus, e di saper
contrastare, tra l'altro, la grave reazione infiammatoria e il
fenomeno della morte programmata delle cellule cerebrali che
causano, in chi è colpito da ischemia cerebrale, danni
irreversibili. Infatti, in tre anni di intenso studio, il mio gruppo
di ricerca ha dimostrato che le melanocortine bloccano i principali
meccanismi fisiopatologici responsabili del danno cerebrale, ed ha
anche individuato il bersaglio (recettore) che, in seguito alla
somministrazione del farmaco, innesca la reazione a catena che porta
all'effetto protettivo: il recettore MC4.
Questo permetterà di sintetizzare analoghi delle melanocortine
endogene altamente selettivi per questo recettore e, ovviamente, per
l'ictus. Inoltre, il nostro studio ha individuato un'ampia finestra
terapeutica delle melanocortine, poiché nell'animale da laboratorio
esse risultano neuroprotettive anche quando la prima
somministrazione è effettuata molte ore (fino a 18) dopo l'evento.
Ora cercheremo di accelerare i tempi per la valutazione nell'uomo.
La conferma di tali risultati nell'uomo aprirebbe scenari
terapeutici mai visti prima.
L'ictus, infatti, è una delle principali cause di morte e di
disabilità per chi sopravvive e comporta notevoli disagi per i
pazienti e i loro familiari e costi sociali elevati per degenza
ospedaliera, assistenza domiciliare e riabilitazione.
Attualmente l'unico tipo di farmaco utilizzato e ufficialmente
approvato, un trombolitico, deve essere somministrato entro 3 ore
dall'evento ischemico, ma con scarsi risultati, perché non è
neuroprotettivo, limitandosi a ripristinare la circolazione
sanguigna nell'area cerebrale colpita. Inoltre, la maggior parte dei
pazienti non è ammessa al trattamento col trombolitico, e quelli
ammessi sono esposti a rischi significativi di emorragia
intracerebrale."
La redazione di Paese ed il Comune di Tuglie manifestano al Prof.
Salvatore Guarini, Tugliese di nascita, ed al suo staff di
ricercatori, la gratitudine per l'impegno profuso e rivolge vive
congratulazioni per l'importante conquista scientifica.
da sinistra a destra: Prof. Salvatore Guarini, Dott.ssa Daniela
Giuliani, Dott.ssa Carla Bazzani, Dott.ssa Chiara Mioni.
dal "Paese" di Settembre 2006
Conferenza stampa
del 10/03/2010 relative alle ricerche del prof Salvatore
Guarini
Cominicato stampa
Studi di
ricercatori modenesi del gruppo del prof. Salvatore Guarini del
Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli studi di
Modena e Reggio Emilia identificano l’effetto protettivo e
salvavita, in condizioni di alterazioni cardio-cerebrovascolari, di
alcuni neuropeptidi melanocortinici. Potrebbero creare le basi per
un approccio terapeutico innovativo in condizioni patologiche
caratterizzate da marcata reazione infiammatoria, degenerazione e
morte cellulare, sia a livello cerebrale che periferico, come accade
nelle gravi patologie ischemiche. Queste ricerche hanno suscitato
l’interesse della più importante rivista scientifica internazionale
del settore cardiovascolare: “Circulation”.
La Gazzetta di Parma
ha pubblicato un articolo che riguarda un recente studio del
gruppo coordinato dal Prof. Salvatore Guarini sulla malattia
di Alzheimer e finanziato dalla Fondazione FORST di Roma. Il
gruppo ha studiato gli effetti dell'acqua termale di Tabiano
(che fa parte della Società delle Terme di Salsomaggiore e
Tabiano) e di vari farmaci donatori di idrogeno solforato
(il principale costituente dell'acqua termale di Tabiano).
Tale studio, effettuato in un modello sperimentale animale
di Alzheimer, ha permesso di dimostrare che l'idrogeno
solforato e le acque termali ricche di idrogeno solforato
sono in grado di rallentare la progressione della malattia
di Alzheimer.
Altri interessanti studi del gruppo, riguardanti questa
patologia, sono in corso e i risultati stanno per essere
pubblicati su una rivista scientifica americana.
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Tuglie...per raccontar paese...
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