Salvatore Malorgio :
Appena sfornato – 2021 – olio su tela – cm. 50 x 70
Ecco un tema che mi è caro in quest’opera , quello del pane. Il titolo
sarebbe anche superfluo perché è indubbiamente intuitivo. Già in un recente
passato ho dipinto un lavoro simile dal titolo : ( Quando il pane si faceva
in casa - 2019-olio su tela - cm.60x80 ) e su cui ho pubblicato un
bellissimo e ampio articolo su questo sito. Anche in quest’opera vi sono tre
vecchiette, tre nonne in rappresentanza di tutte le nonne del mondo che con
soddisfazione ammirano, inondate dal profumo del pane appena sfornato il
frutto del loro lavoro che attraverso le varie fasi tinte indubbiamente
dalla sacralità dei gesti hanno creato un capolavoro tradotto in forme di
pane fragrante così utili alla comune sopravvivenza. A differenza dell’altro
lavoro dove le nonne rappresentate erano nell’atto di impastare le forme di
pane e le friselle destinate alla biscottatura cosi care, utili e
intramontabili nella dieta della gente del sud, in questo dipinto ho voluto
mettere in evidenza attraverso le espressioni dei loro volti la
soddisfazione di aver compiuto un’opera d’arte, l’ennesima di altre
centinaia già eseguite con l’eterna passione a cui si sono dedicate.
Impastare quella meravigliosa alchimia che trasforma semplici elementi come
acqua e farina in forme di pane e cuocerle nel forno, quali simboli
immancabili sulle tavole di tutto il mondo rappresenta la magia che è
avvenuta nelle sapienti mani delle mie vecchiette con quell’impasto che
racchiude la vita, al punto da diventarne il
simbolo. Le mie nonne sono come incantate davanti al forno ( fuori campo nel dipinto ), hanno appena assistito alla
metamorfosi di una massa informe, e come questa si sia trasformata
acquisendo volume e colore dorato in forme di pane, richiamando alla mente
le meravigliose distese dei campi di grano maturo, e godere del suo profumo
inebriante che sollecita i sensi olfattivi.
P.S.
Un’altra delle ragioni che mi ha portato a dipingere queste nonne è insito
nel desiderio di vedere le mie nonne dei centri per anziani come solevo fare
quando andavo a suonare per loro in forma di volontariato ( da nove anni a
questa parte ) nei pomeriggi musicali. Non le vedo ormai da un anno a causa
di questa pandemia, così ho voluto avere un colloquio con loro, anzi, un
soliloquio, a modo mio, attraverso l’uso dei miei amati pennelli. Confesso
che mi mancano !!
Qualche nota aggiuntiva sul tema:
Agli occhi di molti il pane sembra un alimento scontato; tuttavia, a partire
dalla sua prima apparizione acquisisce il fascino di un alimento quasi
misterioso e trascendentale, poiché sin dai tempi antichi è simbolo di vita.
Il pane più antico di cui si abbia certezza risale circa al 12000
a.C. ed è stato ritrovato in Giordania: veniva preparato macinando
fra due pietre una miscela di cereali e mescolandola con acqua.
“Il pane rappresenta per l’uomo il riscatto dalla fame”, ma anche la
capacità di dominare la natura. Nella civiltà contadina è il simbolo per
eccellenza dei cicli stagionali e si inserisce in tutta quella serie di riti
che servono a riscattarsi da quel senso di insicurezza e precarietà su cui
si basava anticamente il vivere quotidiano. Al tempo stesso non si può non
notare l’importanza che questo rivestiva nel consumo comunitario del pasto,
nella necessità di dividerlo e di offrirlo agli altri, di scambiarlo, di
ostentarlo per affermare posizioni di prestigio sociale.
La presenza di
questo alimento all’interno degli eventi festivi e cerimoniali ne attesta le
valenze magiche e simboliche, tanto da divenire offerta votiva, dono o
talismano. Ma il pane è anche cibo sacro da sempre: è stato esaltato e
cantato dai poeti o usato come oggetto di sacrificio. Gli Ebrei offrivano
pane e farina durante i loro sacrifici, ad Atene le donne offrivano a
Cerere, dea delle messi, farina macinata da loro stesse per ottenere forza e
salute. – Per noi Cristiani il pane rappresenta il Corpo di Cristo.
Commento all’opera:
Come ho citato poc’anzi il tema rappresentato nel dipinto vuole essere un
omaggio al pane come elemento di vita, ma soprattutto alle donne e alle
nonne di tutti i tempi che con solerzia si sono dedicate e si dedicano a
questa incombenza. Nella scelta delle espressioni del viso ho voluto
rappresentare due atteggiamenti diversi, le vecchiette agli estremi guardano
con sguardo attento e dimesso l’opera nelle loro mani, la nonnina in centro
esprime col sorriso tutta la soddisfazione che prova nella riuscita della
loro opera. Le rughe sono il racconto scritto della loro vita con gli
inevitabili segni del tempo che li ha scolpiti. Gli abiti sono di foggia
dimessa, risalgono agli anni della mia gioventù ma potrebbero essere anche
attuali per foggia e colori. Come sempre ho giocato sulle luci ed ombre che
mettono in risalto principalmente le loro espressioni sui visi rugosi. I
colori dei vestiti sono quelli in uso dalle donne del sud negli anni del
dopoguerra, così come li ricordo , principalmente scuri, e per dare un po’
di colore che impattasse sull’insieme del dipinto mi sono inventato il
colore chiaro e allegro della sciarpa che fascia il capo e il collo della
nonnina al centro. In particolare poi mi sono dedicato a vestire la nonna
sulla destra con una giacca di lana a trama larga che dona alla figura un
effetto visivo notevole. L’idea mi è venuta osservando una giacca di ma
moglie che ho riprodotto pari pari. Non aggiungo altro
Un abbraccio a tutti/e.
In fede : il pittore Salvatore Malorgio , tugliese D.O.C.
* /corpo */>
Tuglie...per raccontar paese...
* sotto */>
Tutti i marchi, foto, immagini e
scritti presenti sul sito
appartengono ai legittimi proprietari.
E' severamente vietato copiarne i contenuti.
Sito ottimizzato per: